Pressappoco

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POV LEONARD
La miserevole Mary ancora non aveva capito che moriva dalla voglia di vedermi continuamente, ma cercai di non metterlo molto in evidenza. Questa sera, per educazione, mi sarei presentato. La prima impressione fatta sul signor Patrick non era stata la migliore, e prevedevo di fargli cambiare idea. Naturalmente il desiderio di darle tanto fastidio quanto lei ne desse a me cresceva ogni minuto di più. Era così dannatamente fastidiosa che non riuscivo a starle lontano! Era questo il motivo per cui mi sono presentato alla sua cabina nel mezzo della notte.
Erano all'incirca le 17:30 e Mary si era già allontanata.
Non capivo l'entusiasmo delle persone riguardo questa nave, io non avevo nulla da fare tranne che bere e fumare l'intera giornata. Ma cercai di contenermi e trovarmi un passatempo. Non ero tipo che leggesse eccessivamente, avevo letto qualcosina da piccolo ma poi il desiderio era totalmente svanito.
Magari questa giornata sarebbe stata l'ideale per ricominciare: presi il libro di Lily, mia sorella. Aveva 14 anni e stava leggendo Orgoglio e Pregiudizio. Un'altra cosa di cui non comprendevo l'eccessivo successo.
"Amico mio!" esclamò Lucas venendomi incontro.
"Lucas" lo salutai con un cenno del capo.
"Che cosa stai facendo qui tutto solo?" chiese "No! Aspetta un secondo... quello è Orgoglio e Pregiudizio?"
Mi colpì amichevolmente dietro la nuca e continuò: "Che romantico! Col tramonto oltretutto!"
Lo guardai male e chiusi il libro. Il tramonto nemmeno c'era.
"Questa nave mi sta portando noia eccessiva." ammisi.
"Non sai divertirti, ecco perché."
"E che cosa suggerisci?" gli chiesi in attesa di qualche grandiosa idea.
"Spassartela con qualche fanciulla, ce ne sono di molto gradevoli." disse facendomi l'occhiolino.
Lo guardai per un momento, poi gli chiesi se lui avesse fatto lo stesso. Naturalmente la risposta fu 'sì'.
Riflettei al riguardo dell'idea, in fin dei conti era ciò che volevo fare.

POV MARY
"Mary!" sentii qualcuno esclamare il mio nome. Mi stavo avvicinando alla grande scalinata e fui obbligata a fermarmi per vedere chi fosse stato a chiamarmi.
La persona in questione era Liza.
Le sorrisi dolcemente e mi recai da lei.
"Grazie a Dio ti ho trovata!" esclamò ansimante a causa della corsa fatta per raggiungermi.
Mi allarmai per paura che fosse successo qualcosa.
"C'è qualche problema, Liza? Mi dica pure." la instigai.
"Nessun problema mia cara, fortunatamente. Semplicemente volevo suggerire di aggiungere qualche ospite alla cena di questa sera..."
A questa notizia fui sollevata ed interessata.
Liza segnò col capo in direzione di una fanciulla bionda: la stessa a cui Leonard era andato a parlare lasciandomi sola, e la quale si reggeva timidamente alle spalle della donna.
Non me l'aspettavo.
"Qualcosa non va?" chiese la signora riferendosi alla mia reazione.
"No, no. È perfetto! Può venire senza alcun problema." mentii. Non sapevo nemmeno io il perché di questa reazione. Io quella ragazza nemmeno la conoscevo, eppure da una parte non volevo che partecipasse. Le avrei assicurato un posto vicino a Liza, visto che si conoscevano.
A tal proposito: "La conoscete?" le chiesi.
"È parente di alcuni amici di famiglia. Data la sua età è in cerca di marito." spiegò "So che conosci i fratelli Clearson, e che parteciperanno alla cena altrettanto."
"Sì..." risposi quasi sicura di sapere su che cosa andasse a parare.
"Beh, potresti pensarci tu! Non siete nemmeno in concorrenza, tu sei già praticamente sposata." disse riferendosi alla mia situazione sentimentale attuale.
Io annuii, avrei visto che cosa avrei potuto fare.
Data la tarda ora ci congedammo, ma la mia testa si trovava altrove. I miei pensieri mi riportavano da lui particolarmente spesso negli ultimi momenti.
Tuttavia, decisi di contenermi e rimanere in me. Probabilmente ero solamente annoiata e in cerca di continui stimoli.
Per la cena di questa sera scelsi il mio vestito con cura: volevo qualcosa di vistoso ma modesto allo stesso tempo. Optai infatti per un abito delizioso. Ricadeva elegantemente sul pavimento, portando con sè un piccolo strascico; la parte che mi piaceva di più erano i ricami che si trovavano sulle maniche. Erano davvero particolari... e brillanti. Questo abito era costato una fortuna, ed una cena così ampia era l'occasione adatta per indossarlo. Lo accompagnai con dei guanti eleganti color bordeaux.
Mi diedi un'occhiata allo specchio e potei dire di essere compiaciuta. L'abbinamento era grazioso, ed io lo sembravo altrettanto.
La mia famiglia si era già preparata, e mi avevano lasciata da sola perché volevano arrivare in anticipo: durante il tragitto avevano pianificato di incontrare una certa famiglia proveniente dalla Francia, la quale, però, non si sarebbe aggiunta alla nostra cena.
Intenta a guardarmi allo specchio, sentii bussare alla porta. Non esitai ad aprirla, ero in condizioni decenti questa volta.
Fui molto sorpresa nel vedere Leonard, questa situazione mi ricordava della sera in cui l'avevo conosciuto. Proprio per questo cercai di contenere una risata, che invece mi scappò. Lui sembrò aver pensato la stessa cosa, infatti mi seguì.
"Sono passato per chiederle una cosa." disse una volta che finimmo di ridere.
"Sì..." risposi "Questa sera tutti hanno qualcosa da chiedermi evidentemente." risi.
"So che i suoi genitori sono usciti prima." disse.
Io lo guardai senza rispondere, in attesa che continuasse.
"Le andrebbe di fare una passeggiata sul ponte con me? Il sole sta per tramontare..."
"Certo." risposi incerta riguardo la sua gentilezza.
Durante la nostra avanzata non parlammo, ci scambiammo solamente qualche occhiata. Lo stesso accadde durante la passeggiata sul ponte.
Ci trovavamo sul ponte B, che baciato dal tramonto risultava estremamente romantico.
"Vorrei davvero riuscire a comprendere il
motivo per cui la mia mente vaga in sua direzione, strana questa relazione, non pensa, Mary?"
"Le suggerirei di riflettere su ciò che vuole, Leonard. Mi auguro che non si tratti di me."
"È un po' presuntuosa, Mary. Non tutto gira attorno a lei." mi riprese "Tuttavia, lei è così irritante e il fatto che io mi annoi costantemente su questa nave mi porta ad infastidirla."
"Ecco!" esclamai "Pensavo volesse parlare in modo civile, ma questo aggettivo non le si addice."
Mi diede un'occhiata antipatica e si girò verso il mare.
"Io rientro," lo informai "sapere che la ragazza che oggi le è particolarmente interessata ha intenzione di unirsi alla nostra cena le farà senz'altro piacere. Ci vediamo dentro."
Me ne andai. Volevo prendere un posto accanto al suo quella sera, ma non pensavo che sarebbe più successo. Alla fine era di Leonard Clearson che stavamo parlando.

RMS Titanic - un viaggio da non dimenticareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora