Confidenza

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La notte non dormii molto, per questo motivo mi ritrovai a girarmi e rigirarmi fra le morbide lenzuola di seta ed il caldo piumone in cotone. Nonostante le piccole finestre della cabina fossero chiuse, ed il riscaldamento accesso, avvertivo un leggero freddo all'interno della stanza. Non riuscivo davvero a chiedere occhio, ero stesa in posizione supina, intenta ad osservare il soffitto bianco che delimitava la stanza. Leonard si era addormentato poco dopo esserci separati, e fortunatamente non russava. Percepivo comunque che stesse dormendo, dunque non volli per alcuna ragione disturbarlo. Non riuscivo a rilassarmi, avevo bisogno di un infuso, o magari anche di una sigaretta. Non ero solita fumare, l'avevo fatto di rado, ma in queste situazioni avevo davvero bisogno di tranquillizzarmi e staccare un po'. Non mi sarebbe stato possibile nemmeno fumare, in quanto avrei disturbato Leo.

Leonard si svegliò, probabilmente perché avevo fatto rumore muovendomi fra le coperte.
"Sei sveglio?" gli domandai.
"Sì, c'è qualcosa che non va?" rispose dall'altro lato della stanza, girandosi verso di me. Aveva la voce impastata dal sonno, il che, a mio malgrado, lo rendeva ancora più attraente.
"No."
"Sei sicura?" insistette, dopodiché accese la luce.
Mi tirai su, sedendomi sul letto a gambe incociate. Mi ero accorta di non aver sistemato i capelli, infatti mi stavano recando molto fastidio. Erano pieni di forcine.
"Non ti dispiace se mi sciolgo i capelli, o sbaglio?"
Al sentire di questa domanda si alzò a sua volta, piazzandosi in una posizione comoda in modo da poter osservare al meglio la scena.
"Assolutamente." disse poi.
Procedetti con ciò che avevo pianificato, sedendomi ovviamente sulla sedia che si trovava proprio davanti allo specchio.
"Quando ci siamo conosciuti, la stessa notte sono venuto a bussare alla tua porta, e tu non volevi per alcuna ragione farti vedere con i capelli sciolti, insinuando che fossi malizioso per aver detto che a me non dispiaceva, ricordi?"
"Certo che mi ricordo." risposi "Oggi hai solo confermato la mia teoria: guarda come ti sei seduto."
"Perché?" chiese poi, improvvisamente.
"Che cosa?"
"No dico, perché ora non ti dà più fastidio?"
"Semplicemente ho capito che ci sono cose peggiori che farsi vedere da Leonard Clearson con i capelli sciolti, questo non vuol dire che io non sia imbarazzata però."
Lui annuì, e continuò a godersi la scena.
"Mi metti in imbarazzo." ammisi arrossendo, guardandolo dallo specchio.
"Non sto facendo nulla." si difese, "Se questo t'imbarazza..."
"Dove vorresti arrivare con questa affermazione?"
Era un ragazzo imprevedibile ed eccessivamente diretto.
"Forza Livingston, quanto ci metti a toglierti due forcine?" si lamentò, per in seguito buttarsi di corpo sul letto.
"Dimmi la verità, hai una certa inclinazione verso i capelli delle ragazze?"
Lo stuzzicai un po'.
Lui scosse la testa e sorrise beffardamente.
"No, solo per i tuoi."
Era incredibile come avesse una risposta pronta per tutto, riusciva sempre a ricambiare con la stessa carta che gli veniva porta.
"Ma smettila..." dissi ridacchiando. Lui rise a sua volta e poi si mise a canticchiare per sopprimere l'attesa.
Avevo appena finito di sistemare i capelli, quando lui, dopo essersene accorto, si rialzò velocemente.
Mi avvicinai impacciatamente al suo letto, sedendomi in fondo. Con un gesto della mano mi invitò a sdraiarmi al suo fianco, e questa volta non ci fu il bisogno di farmi prendere in braccio.
"Hai intenzione di dormire vestita così?"
Si riferiva al fatto che non avevo un pigiama o una vestaglia da notte ed indossavo ancora l'abito da sera.
"È tutto ciò che ho." ammisi.
"Se fosse dipeso da me, quest'abito non lo avresti più avuto indosso da un po'..." sussurrò toccando i ricami della parte superiore del mio vestito. Sembrava così disinvolto da farmi quasi pensare che stesse scherzando, ma il movimento delle sue dita opprimeva questa considerazione. "Hai dei bei capelli, comunque." cambiò discorso, gli fui grata.
Questo argomento, trattato con lui, mi metteva un po' in soggezione, perciò decisi di cambiare rotta anch'io.
"Avrei tanto bisogno di rilassarmi..." affermai. Lui iniziò a ridere e subito compresi il motivo, lo spostai amichevolmente col braccio, sbuffando.
"Hai delle sigarette qua per caso?"
"Fatti una tisana Marie, le ragazze per bene come te non dovrebbero fumare."
Lo guardai annoiata e lui puntò il primo cassetto del comodino di fianco a me. Gli passai il pacchetto e lui me ne porse una, che accesi immediatamente.
Non parlammo molto, ci scambiammo qualche sguardo.
"Non so molto di te, ora che ci penso." dissi.
"Avrai modo di scoprirlo, non sono un tipo che si apre subito."
"Eppure sembri così estroverso." gli riferii.
"C'è molto di me che ancora non sai." mi informò. Passo le dita fra una ciocca dei miei capelli scuri e ricci, spense la sigaretta ed anche la luce. Tirò le coperte fino a coprirsi il collo e mi circondò le gambe con un braccio - io non ero completamente distesa, avevo la schiena appoggiata alla testa del letto -.
"Mi dispiace disturbarti, ma non riesco a tornarmene a letto se mi stringi le gambe in questo modo!"
"Non ci vai infatti." disse in modo ovvio, "Semplice."
Mi morsi il labbro inferiore e non protestai ulteriormente. Dire che questa situazione mi dispiacesse sarebbe stato come mentire a me stessa. Questa notte era davvero riuscito a farmi stare bene.
Alleggerì la sua presa in modo da farmi distendere completamente, dipoi si girò dalla parte opposta, lasciandomi lo spazio necessario per poter dormire. Questa fu la volta in cui mi addormentai davvero.

RMS Titanic - un viaggio da non dimenticareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora