Piccolo avviso prima di cominciare: Questo capitolo e i prossimi due saranno dedicati singolarmente a ognuno dei protagonisti, quindi a differenza degli altri avranno un "titolo".
Perché? Lo capirete leggendo e anche perché non mi sembrava il caso di fare un capitolo di oltre 12k parole...
Dal capitolo 23 tornerà tutto come sempreAMELIA
Era finalmente arrivata a Trost, con tutto quello che aveva da fare, sarebbe riuscita a non pensare, cosa che non aveva potuto evitare durante il viaggio.
Non era poi così lungo il tragitto, erano un paio d'ore, ma quando hai mille pensieri che ti vorticano nella testa, sembrano una vera eternità.
Appena scesa, si avviò verso casa, che fortunatamente non era troppo lontana, circa un dieci minuti a piedi e, con le cuffie nelle orecchie, non se ne sarebbe nemmeno accorta.
Non aveva le chiavi, così suonò il citofono e come sentì la voce squillante di sua zia, capì che non era cambiato niente, da quando era andata via, quasi due settimane prima.
Quando varcò la porta, il primo ad accoglierla fu il gatto, il caro vecchio Rod, 10 chili di grasso e pelo nero stagionati 17 anni. Sua zia glielo aveva regalato il primo natale che passarono insieme, dopo la morte dei suoi genitori e avevano legato subito. Avrebbe voluto portarlo con sé a Shiganshina, ma era troppo vecchio e non voleva stressarlo con un trasferimento.
"Bentornata!" sua zia si affacciò dalla cucina, aveva la faccia sporca di farina e gli occhiali storti sul naso.
"Grazie. Non dirmi che ti sei messa a fare la pizza…" la guardò sollevando un sopracciglio.
"Certo, oggi è un giorno speciale!"
"Non era meglio ordinarla?" chiese la ragazza con espressione scherzosamente derisoria.
"Oh… Non essere sciocca. Vai a posare le tue cose. Se volessi darti una ripulita, ti ho lasciato già gli asciugamani puliti in bagno. Tra poco è pronta la cena."
Non che sua zia Lucrezia non sapesse cucinare, anzi, solo che quando lo faceva, dopo ci volevano due giorni per risistemare la cucina.
Amy entrò nella sua camera per posare la borsa e vedeva che non era stato toccato nulla, dall'ultima volta che era stata in quella stanza. Le sembrava passato un secolo e in realtà erano solo "pochi" giorni.
Tornò da sua zia che stava sfornando la pizza appena fatta, la posò sulla tavola già apparecchiata, il profumo invase le narici della ragazza che iniziò a sentire un certo appetito.
"Come si chiama?" Lucrezia le fece la domanda a bruciapelo.
Ormai conosceva sua nipote, sapeva quando il suo umore era dominato dalla presenza di un ragazzo.
"Eh?" Amelia non capì.
"Come si chiama?"
"Chi?"
"Il ragazzo che ti fa avere quell'espressione."
"Nessuno…"
Sua zia alzò un sopracciglio e la guardò di sottecchi: "Allora perché sei arrossita?"
"Fa troppo caldo in questa cucina…" la ragazza cercò di sviare il discorso, ma non servì a nulla.
"Amelia, Cassandra Talbott, chi pensi di prendere in giro? Dai su, si vede che hai bisogno di parlarne. Dimmi tutto, bella de zia tua" la donna aveva un'espressione buffa e sorridente.
"Ok, ok… Non è un ragazzo…" alzò le mani in segno di resa, sapeva che la donna non avrebbe mollato così facilmente.
"Una ragazza, allora. Non credevo ti interessasero, ma non importa, tanto è comunque una gran rottura, fidati…"
"No, non è nemmeno una ragazza…"
Lucrezia la guardò con sguardo perplesso, non capiva, allora.
"Non so da dove cominciare…"
"Prova dall'inizio."
"Ti ricordi qual era uno dei motivi per cui volevo andare in quella università?" Amelia, più che dall'inizio, partì dal prologo.
"Sì, perché ha il corso migliore"
"Quello era il più importante, ma ce n'era anche un altro…"
La donna ci pensò un attimo: "Ah sì, il professore, che dicevi che era bellissimo, oltre che adoravi i suoi libri."
"Ok, sì, diciamo che, il suddetto professore, ha fatto dei colloqui a tutti i nuovi del suo corso, quindi anche a me, ovviamente. Soltanto che non è stato solo un colloquio…" Amy abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Ti ha fatto fare un esame a sorpresa?"
"No… Certo zia che a volte non ti capisco… come fai ad essere così ingenua alla tua età?"
"Non sono ingenua… E poi, alla mia età, cosa? Oh… Aspetta, vuoi dire che…"
"Siamo finiti a letto insieme… nel suo ufficio…" Amy non poté fare a meno di arrossire.
"Ah… Questa non me l'aspettavo proprio… Quindi è per lui che stai così? Ti ha sedotta e abbandonata?"
"Non esattamente…"
"Allora? Vai avanti, non tenermi sulle spine…"
"Il giorno dopo ho conosciuto Eren, il fratello di una ragazza che fa il corso con me, lui è anche l'assistente del professor Ackerman. Sono uscita con loro e i loro amici, quella sera, e poi lui mi ha riportata a casa e… È successo quello che è successo…"
"Sei stata anche con lui?"
"Ehm… Sì, ma Levi mi aveva detto che tra noi non poteva esserci nulla di concreto. Le relazioni studenti/professori sono vietate dal regolamento dell'università, quindi immaginavo che tra noi non ci sarebbe stato più nulla."
"Beh, allora hai fatto bene, ma c'è dell'altro, vero?"
Amy fece di sì con la testa e proseguì il suo racconto, fin quasi nei minimi dettagli. Nel farlo si rese conto che si sentiva sempre più leggera, il poterne parlare con qualcuno rendeva tutto più semplice e le fece vedere le cose da più prospettive.
Sua zia le diede qualche consiglio e rimase colpita dalla disinvoltura con la quale la nipote fosse riuscita ad avere un rapporto a tre: era proprio figlia di sua sorella.
"Sai? Mi ricordi tua madre. È sempre stata molto libertina, fino a quando non ha conosciuto tuo padre e ha perso totalmente la testa. A lei non era mai interessato cosa pensassero gli altri di lei o di quello che faceva. Tu le somigli sempre di più, anche in questo. Io l'ho sempre invidiata, non riuscivo ad essere come lei, avevo paura del giudizio altrui, con gli anni però, ho imparato."
"Davvero? Solo che io, ora, mi trovo in una situazione in cui dovrò scegliere, non potrò continuare così in eterno, non che ne avessi l'intenzione, soprattutto dopo quello che mi ha detto Eren prima che partissi…"
"Tu, cosa provi per lui?"
"Non lo so…" aveva ancora troppa confusione in testa.
"Sai che anche tuo padre ci ha messo un po' a scegliere fra tua madre e un'altra ragazza con cui stava prima di lei. Questo, però, dovresti fartelo raccontare da tua nonna, lei conosce i dettagli molto meglio di me.
Mi ha chiamato pochi giorni fa per chiedere tue notizie, le ho detto che saresti venuta e, allora, abbiamo deciso che domani andremo da loro per pranzo. Tanto, molte delle cose che devi portare via, le ho già preparate io, così avremo un po' di tempo."
"Grazie zia, allora io vado a dormire, si è fatto tardi con tutte queste chiacchiere, comincio ad avere sonno."
"Vai, tanto alla cucina ci penseremo domani, i piatti sono nel lavello, va bene così per stasera. Buonanotte."
"Buona notte."
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Lezioni private
FanficFan-fiction su Shingeki no kyojin. In un altro mondo e in altro tempo Levi Ackerman è un professore e Eren Jaeger il suo assistente e tra di loro ci sarà una ragazza che sconvolgerà i loro equilibri...