Capitolo 5

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Non aveva chiuso occhio tutta la notte, si sentiva uno zombie, l'unica consolazione era che almeno la prima relazione l'aveva già finita, arrivò davanti all'aula, era indecisa se entrare o tornarsene a casa, ma qualcosa le diceva che non sarebbe stata una buona idea, così si decise ad entrare e trovò Mikasa e Armin ad aspettarla e le avevano anche tenuto un posto, li raggiunse e si mise seduta: "Buon giorno ragazzi..." disse mettendo la testa sul banco
"Ehi ma cosa ti è successo? Sembra che tu non abbia chiuso occhio tutta la notte..." Chiese il biondo con aria preoccupata
"Esattamente... Però almeno ho già fatto la prima relazione"
"Hai paura che il nanetto ti bocci? - Amelia sussulto al pensiero di Levi e di quello che era successo tra loro - Anzi com'è andato il colloquio?" intervenne la mora
"B-bene... Ha detto che il mio lavoro è stato il migliore di quest'anno..."
"Allora dovresti esserne felice no?" fece il ragazzo sorridendole
"S-si, se non fosse che poi ha aggiunto che per questo mi avrebbe messo maggiormente sotto pressione e la sua sembrava proprio una minaccia..."
"E non hai dormito per questo?" chiese invece la ragazza
"No, veramente è perché abbiamo fatto sesso sul suo divano e ad essere sincera... Beh è stato il migliore della mia vita e non ho fatto altro che pensare a lui così dannatamente affascinante e sexy completamente nudo di fronte a me e non so come reagirò oggi appena lo vedrò..." questo era quello che avrebbe voluto rispondere, ma non poteva: "In realtà mi ha chiesto tutti gli articoli che ho scritto ai tempi del liceo e anche altri racconti che ho scritto in passato, quindi mi sono messa a cercarli nel PC e alla fine mi era passato il sonno..."
Nel frattempo il professor Ackerman e il suo assistente non si fecero attendere ed entrarono in aula, Amelia lo vide in tutto il suo splendore e il suo cuore iniziò a batterle all'impazzata nel petto, lui non la degnò di uno sguardo, si limitò a sistemare le sue cose e a cominciare la lezione, così le tornarono in mente le sue parole "Dovrai fare come se nulla fosse successo", ora capì il vero significato di quella frase e un po' le fece male, ma non poteva fare altrimenti, allora decise di concentrarsi e prese appunti come "se nulla fosse successo".

Aveva pensato tutta la notte a quella ragazzina, e non era riuscito a concedersi nemmeno quel poco di sonno che riusciva fare ogni tanto, fortunatamente era abituato a soffrire di insonnia, le cose che gli vennero in mente erano tutte legate al tempo passato in sua compagnia e a quanto lei assomogliasse alla sua Petra, dopo tanto tempo ne sentiva la mancanza, ma era diverso perché la verità era che Amelia era riuscita a smuovere veramente qualcosa dentro di lui e forse Erwin non c'era andato poi così lontano, ma non lo avrebbe mai ammesso. Entrato nel l'aula decise che non l'avrebbe degnata nemmeno di uno sguardo perché, anche se era come non poter reapirare, sapeva che se avesse incrociato quegli occhi non sarebbe più riuscito a guardare da nessun altra parte, così iniziò subito la lezione: "Buon giorno ragazzi, cominciamo senza perdere tempo".

"E anche oggi è finita..." Mikasa buttò la sua borsa accanto a uno dei tavolini del bar dell'università, avevano deciso di concedersi una piccola pausa caffè visto che alla prossima lezione mancava un'ora.
"Oddio mi fa male la mano per quanto ho scritto... Ma sono sempre così le lezione del prof?" chiese Amelia agitando la mano per farle passare il crampo che le era venuto
"Si più o meno è sempre così..." rispose Armin mettendosi seduto e poggiando il vassoio con le loro consumazioni sopra al ripiano, la mora aveva preso un caffè nero, la rossa un Tea, visto che avevano tempo e il biondo optò per un succo di frutta. Per un po' avrebbero potuto rilassarsi, ma una voce lì ridestò: "Ehi ciao dolcezza..." il misterioso ragazzo diede una bacio sulla guancia di Mikasa: "Ciao Jean, anche tu in pausa?"
"In realtà ho saltato la lezione, perché devo andare in biblioteca, ma poi ti ho vista e non ho saputo resistere, ciao Armin e ciao..."
"Amelia, piacere" la ragazza allungo la mano per presentarsi
"Piacere mio..." Jean fece il suo sorriso da conquista, ma l'unica cosa che ottenne fu un calcio sullo stinco dalla sua ragazza "Ahio..."
"Possibile che devi fare sempre il cascamorto con le matricole?" gli chiese la mora con voce atona
"Ma lo sai che per me esisti solo tu..." disse il ragazzo con gli occhi a cuoricino "Ma allora ci siete stasera?"
"Certo, vuoi unirti a noi Amy?" chiese Armin rivolgendosi alla ragazza alla sua destra
"Per cosa?"
"Ci vediamo per andare a bere qualcosa tutti insieme, così potrai conoscere anche gli altri del gruppo, se non hai altri programmi ovviamente" disse Mikasa "Non faremo troppo tardi"
"D'accordo, vengo volentieri" accettò la rossa sorridendo
"Allora è deciso! Tu hai la macchina Amelia?" chiese l'ultimo arrivato
"Veramente no.."
"Ti passiamo a prendere noi, non c'è problema. Io vado se no non faccio in tempo, ciao ragazzi, ciao dolcezza, fatti lasciare l'indirizzo altrimenti non sappiamo dove dobbiamo andare"
"Ciao" risposero in coro.

Era nel suo ufficio che preparava la prossima lezione e metteva ordine tra i vari fogli che aveva sulla sua scrivania, in realtà avrebbe voluto fare altro, ancora stava pensando ad Amelia, l'aveva vista uscire dall'aula, avrebbe voluto fermarla e dirle di passare lì da lui quel pomeriggio, era strano, ma le mancava, avrebbe voluto averla con lui... Senti bussare alla porta e sussultò pensando che potesse essere la ragazza, magari anche a lei mancava e aveva preso l' iniziativa, si ricompose e disse: "Avanti" la porta si aprì, ma era solo Eren che lo guardò con sguardo perplesso entrò e chiuse la porta dietro di se: "Sbaglio o sei arrosito?"
L'uomo abbassò lo sguardo: "Non dire cazzate moccioso"
Il ragazzo capì di aver colpito nel segno: "Non dirle tu le cazzate, è da stamattina quando ti ho trovato già qui che sei strano"
"Non ho dormito e sono stanco" cercò di sviarlo il professore
"Vorrei farti notare che tu non dormi praticamente mai..."
"Senti se sei venuto per psicanalizzarmi puoi anche andartene a fanculo..."
"Nervosetto... Allora ho fatto centro..." commentò l'assistente sollevando un sopracciglio e sorridendo, la reazione di Levi non si fece attendere gli tirò la penna che aveva in mano, tanto arrivati a quel punto era inutile continuare a negare: "Ascolta moccioso, non sono affari tuoi, quindi smettila. Devi mandare una mail ad Amelia Talbott e chiedergli se ha trovato gli articoli e gli altri scritti che gli ho chiesto ieri durante il colloquio e mandarteli e poi fammeli avere. E ridammi la penna." Quando disse il suo nome ebbe un sussulto quasi impercettibile... Quasi...
Il giovane si avvicinò alla scrivania riportandogli quello che gli aveva lanciato: "Allora si chiama Amelia, devo dire che stavolta l'hai scelta proprio carina, peccato volevo provarci io visto che stasera usciremo insieme..." lo guardò di sottecchi con un sorrisetto beffardo
"Non mi interessa, fai come ti pare" disse senza guardarlo, ma la verità era che avrebbe voluto dirgli di starle lontano, ma sapeva che tanto non c'era futuro per loro, quindi era meglio se si trovasse qualcun'altro.
"Bene allora io vado prof. ci vediamo domani" uscì e Levi rimase di nuovo solo con i suoi pensieri.

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