Capitolo 24

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Amy dopo qualche minuto di pianto si riprese e rialzandosi andò verso lo specchio per vedere il suo stato. Il trucco le era tutto colato, cercò di darsi una sistemata, ma non poteva fare nulla per gli occhi rossi e la rabbia che ancora le scorreva dentro. Non le importava.
Prese le sue cose e uscì di casa avviandosi a lezione, vista l'ora sarebbe arrivata in ritardo. Non le importava. 
Appena prese il telefono, vide che c'era un messaggio di Mikasa che le chiedeva dove fosse e che le aveva tenuto un posto, lei si limitò a rispondergli che stava arrivando.

La porta dell'aula si aprì facendo parecchio rumore, sia Levi che Eren si voltarono e videro Amelia entrare. Anche tutto il resto delle persone in quella stanza si voltò nella sua direzione. 
"Perdoni il ritardo, professore…" La ragazza si avviò nel posto che l'amica le aveva tenuto, le ci mancava essere anche al centro dell'attenzione. 
"Signorina Talbot, non sopporto i ritardi, dovrebbe saperlo bene. Ormai ha interrotto la lezione, ma che non accada un'altra volta. Al prossimo ritardo non la farò nemmeno entrare in aula." Levi ne immaginava il motivo, vide che la ragazza aveva l'espressione ancora turbata, anche se cercava di nasconderlo tenendo lo sguardo abbassato, nell'attimo in cui i loro occhi si incontrarono notò che i suoi erano rossi, sinonimo del fatto che avesse pianto. Sarebbe voluto andare da lei per chiederle come stava, ma non poteva farlo di fronte ad una folla curiosa di studenti. 
Eren dal canto suo si limitò ad abbassare lo sguardo, non riusciva a non sentirsi una merda per quello che le aveva detto e il modo in cui si era comportato nei suoi confronti. 
Avrebbe voluto prendersi a schiaffi. 
Amy si limitò a mettersi al suo posto e a tirare fuori il blocco per prendere appunti, anche se probabilmente non avrebbe scritto granché. La sua testa era da tutt'altra parte e la ramanzina del professore non le ci voleva proprio. Avrebbe voluto urlare e mandare tutti a quel paese compreso Levi che l'aveva ripresa per il ritardo, non poteva credere che non sapesse niente.
"Ehi, come mai sei arrivata in ritardo?" le chiese Mikasa a bassa voce. 
"Niente, solo che tuo fratello è un grandissimo stronzo." rispose secca lei. 
"Non è una novità… Che ha combinato?" 
"Lascia stare… Non voglio parlarne ora." agitò la mano davanti a sé come se avesse qualcosa di fastidioso di fronte. 
"Ok…" La ragazza decise di non insistere visto l'atteggiamento dell'amica. 
"Ackerman e Talbot, vorrei silenzio." Levi riprese le due ragazze, per quanto fosse preoccupato, non poteva dimenticare il suo ruolo.
Amelia lo guardò per un attimo con uno sguardo che mostrava fastidio, non capiva perché si accanisse tanto con lei, proprio in quel momento poi, era davvero tentata di alzarsi e andarsene, ma lo trovò troppo melodrammatico, oltre che estremamente infantile. Soprattutto agli occhi di chi non immaginava minimamente la verità. 

Erano arrivate al bar per prendere un caffè e fare una pausa prima della prossima lezione. Amelia non aveva preso un appunto, si era limitata a scarabocchiare sul foglio cercando di distrarsi e rilassarsi. Aveva guardato la lavagna piena di scritte, ma senza vederla realmente. I suoi pensieri erano altrove, stava pensando che doveva trovare un modo per uscire da quella situazione prima che diventasse insostenibile. Già lo era in verità, però era ancora in tempo. 
Prima di uscire dall'aula Levi l'aveva fermata, per una volta non aveva voglia di andare da lui, immaginava che le avrebbe fatto una ramanzina sul ritardo e invece la stupì, l'uomo aspettò che tutti fossero usciti prima di parlarle. 
"Ehi ragazzina, non preoccuparti per il ritardo, so cosa ha combinato quel moccioso di merda…  Ma non potevo mostrare un comportamento diverso nei tuoi confronti, lo capisci vero?" 
"Si…" si sentì sollevata per non doversi giustificare, e lo sguardo di comprensione da parte di lui le trasmise una certa tranquillità. 
"Ti aspetto dopo le lezioni, vieni? Se vuoi parliamo un po'." il tono premuroso le fece saltare un battito e in quel momento dimenticò la sensazione sgradevole che aveva provato quando lui l'aveva ripresa più volte, quella mattina. 
"Va bene…  Scusa, ora vado che mi aspettano fuori…" sentiva che gli occhi ricominciavano a bruciare per la tensione che le si allentava dentro, ma che avrebbe liberato anche la rabbia che ancora sentiva per le parole che Eren le aveva rivolto e non voleva che lui se ne accorgesse. 
"Tranquilla, vai pure" le disse accarezzandole il viso. 
"Amy? Ci sei?" la voce di Mikasa la risvegliò dai suoi pensieri. 
"Eh? Ah sì, scusa…" 
"Va tutto bene?" chiese preoccupata la ragazza. 
"Si… No, col cazzo che va tutto bene… Tuo fratello è un grandissimo stronzo… Stamattina non si è regolato…" non riuscì a nascondere la collera che provava nei confronti del ragazzo. Se lo avesse avuto davanti lo avrebbe preso ancora a schiaffi, anche se non era da lei fare una cosa del genere, ma a tutto c'era un limite. 
"Vuoi parlarne?" Sapeva per esperienza quanto suo fratello riuscisse a rovinare tutto quando ci si metteva. 
"Scusa Mikasa, ma preferirei di no…  Non prendertela, però sei comunque sua sorella e mi fa strano parlare con te di lui… - Non poteva dirgli tutto quello che era successo, tanto meno di Levi… - perdonami, ma stavo ripensando che tu hai lo stesso cognome del prof, com'è possibile? Non dovresti chiamarti Jeager?" Cercò di sviare l'argomento il più velocemente possibile. Si sentì in colpa, in fondo l'amica si era semplicemente preoccupata per lei. 
"Io e il nanetto siamo parenti, mio padre e sua madre erano cugini, ecco perché abbiamo lo stesso cognome." la ragazza cercò di tagliare corto. 
"Ah… Posso chiederti come mai allora non stai con lui?" la curiosità di Amy prese il sopravvento. 
"Quando doveva essere deciso a chi potevo essere affidata, lui non volle prendermi con sé e lasciò campo libero alla famiglia di Eren. Non gliene faccio una colpa, in fondo era un ragazzo all'epoca e se devo essere sincera è stato anche meglio così." Mikasa distolse lo sguardo per non mostrare emozioni. 
"Scusa se mi sono impicciata…" La ragazza capì di essere andata oltre e aver chiesto cose delle quali all'amica non piaceva parlare. 
"Tranquilla Amy, non amo parlarne, ma ho capito che la tua era semplice curiosità." le disse sinceramente. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 17, 2021 ⏰

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