Capitolo 18

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"L'ho vista, Erwin! L'ho vista!" Hanji era piombata nell'ufficio del compagno, urlando e correndo come una furia.

"Cosa hai visto, tesoro?" gli chiese l'uomo accogliendola con un sorriso.

"Non cosa, ma CHI!" rispose con un sorriso smagliante a pochi centimetri da lui. "E' perfetta Erwin. È assolutamente perfetta per lui!"

"Oh... parli della studentessa che ha conosciuto Levi? E sei ancora viva?"

"Si, ma solo perché lui non sa che l'ho vista... Non glielo dirai, vero?" cercò di mostrargli gli occhioni da gatto con gli stivali per convincerlo.

"Non ce ne sarà bisogno, tanto lo farai tu - le disse sorridendo - lo sappiamo entrambi che non sarai in grado di far finta di niente, quando lo vedrai."

"Oh merda... - disse in tono di sconfitta - hai ragione, me lo leggerebbe in faccia... Vorrà dire che mi toglierò subito il pensiero..."

I ragazzi erano ancora seduti ai tavolini del bar, finché non li raggiunse anche Eren: "Ciao ragazzi!" salutò tutti con la mano. Si avvicinò subito ad Amy e le diede un bacio sulle labbra. Lei non se lo aspettava, ma rispose dandogliene un altro e sorridendogli.

Eren le si avvicinò all'orecchio e parlò a bassa voce: "Levi mi ha detto della sua idea..."La ragazza ebbe un brivido che le corse lungo la schiena. Pensò che fosse dovuto al respiro del ragazzo vicino al suo collo, ma il suo cuore iniziò a palpitarle nel petto ed ebbe la piena certezza che fosse stato il nome pronunciato a provocarle quell'effetto.

"Ehi Amy, sei diventata rossa, tutto bene?" le chiese Armin che era esattamente di fronte a lei.

"S-si, ho solo caldo, oggi è veramente insopportabile..." rispose lei cercando di nascondere l'imbarazzo. Eren se la rideva sotto i baffi, ma smise appena la ragazza gli rivolse uno sguardo assassino.

"Io purtroppo non ci sarò quel weekend, ma io e te potremmo vederci questo e stare un po' insieme, che ne dici?" continuò il ragazzo

"Mi dispiace, ma non ci sono. Vado a casa da mia zia, così poi torno con la mia macchina e porto altre cose..." rispose voltandosi verso di lui e mostrandosi triste.

"Ah... Ok... Con cosa vai?" chiese, non riuscendo a nascondere la delusione, anche se capiva l'esigenza di quel viaggio.

"Con il treno, parto domani pomeriggio, dopo le lezioni"

"Che ne pensi se ti accompagnassi alla stazione?" non poté non cogliere l'occasione al volo, almeno sarebbero stati insieme per un po'.

"D'accordo, però devo prima passare da casa, se non ti crea problemi".

"Piccioncini non isolatevi, di cosa parlate?" Chiese Jean che era arrivato da un po', ma i due non se ne erano accorti.

Eren si voltò verso l'ultimo arrivato: "Perché non ti fai gli affari tuoi, testa da cavallo?" gli domandò in tono di sfida.

"Come mi hai chiamato, scusa?"

"Hai sentito benissimo" rispose il ragazzo con un sorrisetto beffardo e le sopracciglia alzate.

"Eccoli che ricominciano... Ti prego Mikasa, fermali..." disse Armin guardando l'amica con sguardo implorante.

"No, dovranno imparare a smetterla da soli, io mi sono stufata di mettermi in mezzo" rispose la ragazza con voce atona.

Amy rimase scioccata dal comportamento dei due amici, aveva capito che stavano solo facendo gli stupidi, ma dopo un po' la cosa la infastidì, così sbattè i pugni sul tavolo e si alzò di scatto dalla sedia: "Armin? Mikasa? Vogliamo andare? La prossima lezione sta per cominciare. Ciao Marco, è sempre un piacere incontrarti, spero ci rivedremo presto." disse in tono infastidito e si avviò verso l'aula senza controllare se i suoi compagni la stessero seguendo. Rimasero tutti pietrificati, compresi Eren e Jean che la guardarono allontanarsi in fretta.

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