Era arrivato nel suo ufficio alle cinque, doveva ancora spuntare il sole, ma restare dentro casa lo stava facendo impazzire. Appena aveva varcato la porta i suoi occhi caddero sul divano e ripensò a quello che era successo il pomeriggio precedente, gli montò una rabbia tale che iniziò a buttare all'aria tutto, rovesciò la scrivania, con tutto quello che c'era sopra, buttò i libri per terra, lanciò le sedie dall'altra parte della stanza, che fortunatamente non si ruppero, si fermò solo quando iniziò a sentire il fiato corto, si sdraiò sul pavimento e fissò il soffitto, finché non si calmò e si sentì meglio, certo continuava a pensare di essere uno stronzo, ma stranamente quel caos lo fece sentire bene, anche se in realtà durò solo un attimo, non sopportava il disordine, così si mise subito al lavoro per risistemare tutto come era prima.
Eren si svegliò con il braccio intorpidito, si erano addormentati abbracciati e non si erano più mossi, erano le 5.30 a malapena iniziava ad albeggiare, si stropicciò gli occhi con la mano che ancora funzionava, si voltò verso Amy e la vide dormire, sembrava in pace in quel momento, avrebbe voluto darle un bacio, ma non voleva svegliarla e non sapeva nemmeno se lei avrebbe gradito, dopo tutto quello che era successo il giorno prima, avrebbe dovuto fare i salti mortali per riconquistare la sua fiducia, l'unica certezza che aveva era che appena avrebbe visto Levi non gliel'avrebbe fatta passare liscia, dopo quello che le aveva fatto.
La ragazza si mosse e aprì gli occhi, si stiracchiò come un gatto e si voltò verso di lui: "Buon giorno..." disse con voce rilassata
"Ehi... È un po' presto per svegliarsi, non credi?" le disse con un sorriso
"Perché che ore sono?" chiese cercando il telefono
"Neanche le sei..."
"Da quanto sei sveglio?"
"Poco, ma non volevo svegliarti, però a questo punto posso anche alzarmi, devo per forza passare da casa a prendere il telefono..."
"Vuoi fare prima colazione? Magari anche una doccia?"
"Mmm... Perché no? Così non dovrò farlo dopo, ma prima voglio sapere come stai?" chiese con un accenno di preoccupazione
"Dormire mi ha fatto bene, e grazie per essere rimasto con me..." gli diede un bacio sulle labbra, il castano non se lo aspettava, ma la sorpresa fu gradita e ricambiò, i baci si fecero più appassionati, le infilò una mano sotto la maglietta, ma la rossa lo fermò: "No Eren, per favore..."
"Va bene - le diede un altro bacio - allora io vado a darmi una lavata veloce"
"Io intanto vado a preparare la colazione".
Amy si stava iniziando a preparare, Eren la osservava, lui era già pronto e doveva uscire: "Sei sicura di voler venire? Non è meglio se te ne stai a casa per oggi?"
"Perché?"
"Visto tutto quello che è successo ieri, magari ti farà bene prenderti una giornata di riposo..."
"No, se resto a casa comincerei a pensare e non voglio."
"Ma credi di riuscire a far finta di niente" era davvero preoccupato per lei
"Si. Non gli darò certo la soddisfazione di abbattermi, io ho un sogno da realizzare e non ci rinuncio per nulla al mondo, tanto meno per uno stronzo come lui."
Credeva veramente in quello che diceva, anche se dentro se stessa sapeva che c'era anche paura
" Wow... Brava la mia ragazza che tira fuori le palle" disse il ragazzo con soddisfazione
"La tua ragazza?" chiese la rossa con le sopracciglia alzate e un sorriso sulle labbra che lo osservava riflesso nello specchio
"Beh non vorresti esserlo?"
"Non lo so... Ci devo pensare... Ti farò sapere..." disse in tono serio, per poi sorridere di sottecchi subito dopo, il castano le si avvicinò: "Ma tu guarda questa, che fa la preziosa..." iniziò a farle il solletico
"Ahahah, ti prego Eren basta... Ahahah guarda che farai tardi..."
Si fermò la guardò negli occhi per un attimo e la baciò: "E chissene frega..."
"Dai vai se no fai fare tardi anche a me..."
"Ok, allora ci vediamo dopo..."
"Si, a dopo" si diedero l'ultimo bacio e il ragazzo se ne andò.Lo vide entrare senza proferire una parola, come se la stanza fosse stata vuota: "Hai perso l'uso della parola? O hai dimenticato le buone maniere?" lo osservò, vide che prima di girarsi verso di lui, il moccioso fece un grosso sospiro: "Nessuna delle due e comunque Buon giorno un cazzo ti va bene?" disse con tono di sarcasmo
"Vedo che ci siamo svegliati male stamattina..." si tolse gli occhiali e li poggiò di fronte a se
"In realtà mi sono svegliato benissimo, solo che poi sono arrivato qui e ho trovato uno stronzo, quindi mi è passato il buon umore..." disse in tono sprezzante
"Che problemi hai oggi moccioso?" iniziò ad innervosirsi
"Sei tu il mio problema, come cazzo ti è venuto in mente di dire a Amy quelle cose? Sei proprio una testa di cazzo!" Aveva promesso di rimanere calmo per lei, ma non ci stava riuscendo, Levi sbiancò a quelle parole: "Tu come lo sai?"
"Ieri mi ha chiamato, ha detto che voleva parlarmi, si è incazzata anche con me, è stata di merda tutta la sera per colpa tua, sei stato un vero stronzo!"
L'uomo abbassò lo sguardo
"Allora lo sai... Si ho fatto una cazzata, ma voglio chiederle scusa..."
"Non credo proprio che vorrà più vederti" c'era disprezzo nel suo tono
"Non ha lasciato il corso vero?" chiese in tono preoccupato
"No."
Si sentì sollevato, non avrebbe mai voluto che il suo talento andasse sprecato perché lui si era comportato di merda: "Devi mandarle una mail"
"No"
"Non te lo sto chiedendo, lo fai e basta" ora non era più l'uomo a parlare, ma il professore
"E per dirle cosa?"
"La voglio nel mio ufficio alle 16.30"
"Perché?"
"Devo parlare con lei"
"Non ci verrà sappilo"
"Non mi interessa quello che pensi tu, io sono il professore, tu l'assistente e fai quello che ti dico, punto e basta"."Salve signorina Talbott,
mi dispiace disturbarla, ma il professor Ackerman vuole vederla questo pomeriggio nel suo ufficio alle 16.30.
Cordiali saluti
Eren Jaeger"
Era uno scherzo, non poteva essere vero... Aveva usato la sua autorità di professore per vederla, ma non gliel'avrebbe data vinta: "Buon giorno,
dica al professore che verrò solo se ci sarà anche lei, altrimenti può scordarselo.
Saluti
Amelia Talbott"
Sapeva che non si sarebbe rifiutato, se voleva vederla, doveva farlo alle sue condizioni.Eren mostrò la risposta a Levi, con uno sguardo da "te l'avevo detto", l'uomo lesse la mail: "Dille che va bene, ma dovrà essere puntuale" si aspettava una reazione del genere, aveva tradito la sua fiducia, non poteva certo sperare che non battesse ciglio.
"Salve, il professore ha detto che va bene, basta che sia puntuale.
Saluti."
Sarebbe stata puntualissima, non gli avrebbe dato l'opportunità di ritrattare le condizioni dell'accordo. Era di fronte all'aula e si senti chiamare, era Mikasa da sola: "Ehi ciao, e Armin?"
"Oggi aveva un'altra lezione, quindi non poteva venire... Senti ma ieri ti ho sentita strana, è successo qualcosa?" chiese preoccupata la ragazza
"Si tranquilla ero solo stanca e avevo un forte mal di testa..." mentì, non poteva certo raccontarle la verità.
Entrarono in aula e si sedettero ai soliti posti, poco dopo entrarono anche il professore e il suo fidato assistente, Amy si limitò a tirare fuori il suo quaderno degli appunti e cercando di ignorare l'uomo per quanto poteva. Levi la guardò per un attimo e non poté fare a meno di sentirsi in colpa e cambiò subito direzione iniziando la lezione.

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Lezioni private
FanfictionFan-fiction su Shingeki no kyojin. In un altro mondo e in altro tempo Levi Ackerman è un professore e Eren Jaeger il suo assistente e tra di loro ci sarà una ragazza che sconvolgerà i loro equilibri...