Capitolo 23

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Levi iniziò a preoccuparsi, erano quasi le cinque e di Amelia ancora nessuna traccia. Avrebbe voluto scriverle o chiamarla, ma decise che non era il caso, stava guidando quindi era meglio che non avesse distrazioni.
Magari è solo in ritardo, in fondo non ha mai detto a che ora sarebbe partita… E se invece… Devo smetterla… Non devo diventare paranoico! Amelia non è Petra! Non posso proiettare le mie paure su di lei…
Mentre continuava a rimuginare, sentì un'auto imboccare la via e d'istinto alzò lo sguardo e vide che quella nell'abitacolo era proprio la ragazza che stava aspettando. 
Finalmente… si sentì improvvisamente più leggero e allo stesso tempo emozionato. Non riusciva ad ammetterlo, ma quella ragazzina gli aveva fatto cambiare completamente prospettiva. 
La vide parcheggiare davanti al portone del palazzo, così decise di iniziare ad avvicinarsi. Appena lei scese dalla macchina provò a chiamarla, ma anche se si girò nella sua direzione non lo notò. Alla fine le arrivò dietro e pronunciò di nuovo il suo nome. 
Amelia si girò di scatto e si ritrovò due occhi grigio blu puntati nei suoi, il suo cuore perse un battito, ma recuperò velocemente ed iniziò a galoppare.
"Levi? Cosa ci fai qui?" la ragazza non riusciva a credere ai suoi occhi. 
"Ciao ragazzina, volevo farti una sorpresa e, a quanto sembra, mi è riuscita benissimo." rispose l'uomo con un sorriso sghembo, notando le sue guance imporporarsi. 
"Ah…" riusciva sempre a destabilizzarla. 
"Ti ho lasciato senza parole?" le si avvicinò e le cinse la vita con il braccio, stringendola appena. 
"No, s-solo che… Non me lo aspettavo…" Amelia non poté fare a meno di arrossire ancora di più e mordersi un angolo del labbro per l'imbarazzo. 
Levi notò subito quel minuscolo dettaglio e le diede un bacio stringendola ancora di più a sé, adorava quando arrossiva o si imbarazzava, la trovava davvero tenera. 
"Mi eri mancata, lo sai?" le disse dopo essersi staccato da quelle morbide labbra. 
"Davvero?" chiese la ragazza riprendendo aria. 
"Davvero. Dai, ti do una mano a portare su tutta quella roba." le disse lasciando la presa e avvicinandosi al bagagliaio.
"Grazie, ma non c'è bisogno…"
"Non dire sciocchezze, faremo molto prima in due." 
"D'accordo…" Amy non se l'aspettava minimamente, però lui aveva ragione, avrebbero fatto prima insieme. Poi quella sorpresa era stata davvero meravigliosa, oltre che inaspettata. 
Portarono su tutte le scatole in un paio di viaggi e una volta in casa, Amelia mise su il bollitore per il tea, aveva bisogno di rilassarsi o non sarebbe riuscita a combinare niente. La distrazione Levi non doveva cambiare i suoi piani, anche se lo aveva già fatto. 
Si sentì abbracciare da dietro: "Che fai?" chiese l'uomo spostandole i capelli da un lato e lasciandole un bacio sul collo. 
"Metto su l'acqua per il tea, ti va?" sentì un brivido correrle lungo la schiena e un uragano scatenarsi nel suo stomaco. 
"Sì, anche se avrei più voglia di te…" la fece voltare e iniziò a baciarla con trasporto, aveva voglia di stare con lei, di accarezzare la sua pelle nuda, di assaporare ogni centimetro del suo corpo. La ragazza non poté fare a meno di rispondere a quei baci, ma in un attimo di lucidità si staccò, anche se si maledisse in tutti i modi possibili, aveva un programma e non voleva cambiarlo. 
"Levi, perdonami, ma oggi non è il caso…" Perché? Accidenti a me!
"Ok… Nessun problema." poggiò la fronte sulla sua e capì che era meglio non insistere, una parte di lui avrebbe voluto farlo e sapeva esattamente come sarebbe andata a finire: avrebbe ottenuto ciò che voleva, ma non sarebbe stato giusto nei confronti di lei, così mise a tacere i suoi istinti sul nascere. 
"Grazie… Scusa… Ma non voglio rimanere per giorni con gli scatoloni per casa, ho assoluto bisogno di mettere le cose in ordine." cercò di spiegare, si sentì un po' in colpa ad averlo rifiutato, però il pensiero di avere il caos e il non avere tempo per sistemarlo era stato più forte. 
"Ehi, non devi scusarti, ne tanto meno giustificarti, ok?" la rassicurò, non voleva che la sua ragazzina sentisse l'obbligo di dover accondiscendere ai suoi desideri. 
"Ok…" prese delle tazze dalla piccola credenza e le mise sul ripiano della cucina, poi aprì uno sportello dove c'erano diverse scatole di tea e ne tirò fuori qualcuna. 
"Fai la collezione?" chiese l'uomo sorridendo. 
"Mi piace variare, tu quale preferisci?" 
"Tea nero classico." prese la scatola che faceva al caso suo e ne tirò fuori una bustina. 
Amy prese un earl grey e rimise tutte le confezioni al loro posto. Levi portò le due tazze vuote sul tavolo del piccolo salotto e tornò da lei. 
La ragazza preparò un vassoietto, dove mise lo zucchero, del limone appena tagliato a fette e del latte, poi decise di aggiungere anche i biscotti che le aveva fatto sua nonna e si ricordò della borsa termica. 
"Scusa Levi, ti dispiacerebbe prendermi la borsa frigo che ho lasciato di là?" chiese la ragazza. 
"Nessun problema." l'uomo vide una sacca grande e colorata su una delle scatole, così la prese, la portò in cucina e la porse ad Amelia. 
"Grazie." la prese e la poggiò su un ripiano ed iniziò a tirare fuori diversi contenitori. 
"Hanno paura che non mangi abbastanza?" chiese divertito lui. 
"No, solo che mia nonna ha paura che vada a mangiare al fast-food tutti i giorni quando sono qui, allora mi ha fatto rifornimento di cibo sano..." rispose lei poco convinta sull'ultima parola mentre apriva lo sportello del frigo per riversare tutte le vaschette di cibo. 
Il bollitore fischiò, l'acqua era pronta. 
Amelia prese direttamente la brocca elettrica per portarla in tavola, nel frattempo Levi aveva preso il piccolo vassoio e lo aveva messo vicino alle tazze che aspettavano solo di essere riempite.

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