Capitolo 19

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Amy si svegliò prima del suono della sveglia, sentiva il telefono vibrare sul comodino accanto al letto: qualcuno la stava chiamando.

"Ma chi diavolo mi chiama alle sei di mattina?" vedendo il nome scritto sullo schermo le saltò un battito. Prese l'apparecchio e prima di rispondere si schiarì la voce ancora impastata dal sonno: "Pronto."

"Buongiorno ragazzina, ti ho svegliata, vero?" sentire quella voce dall'altra parte della cornetta la fece sussultare.

"Tra poco avrebbe suonato la sveglia..."

"Quindi non sei arrabbiata con me?" quella domanda fatta con quel tono basso e seducente le provocò sensazioni così forti che si sentì andare in fiamme.

"Non potrei neanche se lo volessi..." forse aveva detto qualcosa di troppo...

"Passi dal mio ufficio all'ora di pranzo? Ho voglia di vederti..."

Le ultime parole le risuonarono nella testa come delle campane e un calore le si espanse dal basso ventre: "Sono con gli altri..."

"Trova una scusa... Digli che devi passare in biblioteca o quello che ti pare."

Ok, era ufficiale, non sarebbe mai riuscita a dirgli di no...

"D'accordo."

"A dopo..." la telefonata si chiuse senza che lei potesse dire altro.

Appena entrò in aula, Amy individuò subito Mikasa e le si sedette accanto: "Buon giorno!"

La ragazza la osservò con curiosità: "Buon giorno, sei di buon umore stamattina, stai iniziando a dormire bene?"

"Si, ho ancora qualche alto e basso, ma in generale mi sto adattando." rispose sorvolando sulla telefonata ricevuta quella mattina.

"Mi ha detto Eren che partirai dopo le lezioni."

"Sì, ho delle cose da fare a casa, a Trost e poi mi porterò dietro la macchina, così potrò spostarmi meglio."

"Peccato, stavamo organizzando un'uscita per domani, ma capisco. Senti, a pranzo stavamo pensando di tornare a quel bistrò dove siamo andati l'altro giorno, che ne pensi?" Chiese la mora.

"Ti ringrazio, ma devo assolutamente andare in biblioteca. Devo prendere dei testi in prestito così potrò portarmeli dietro." Si sentiva un po' in colpa a dirle una bugia, ma non poteva dirle che sarebbe andata nell'ufficio del professor Ackerman... Con quale scusa poi?

"Allora passiamo prima da lì e poi andiamo, no?" la domanda era lecita, ma doveva trovare un modo per liberarsi

"Preferisco andare da sola, ci vorrà un po'... Devo ancora scegliere cosa prendere e con queste cose sono lenta, quindi non preoccuparti. Però, se faccio in tempo, vi raggiungo appena ho finito." riuscì a dire con un sorriso che nascose l'agitazione. Nel frattempo il professore entrò e la lezione ebbe inizio.

Quando Levi si voltò verso gli studenti, i suoi occhi andarono subito verso quelli di una sola persona: Amelia.

Gli tornarono alla mente le parole di Hanji della sera prima.

Veramente pensava che lei fosse perfetta per lui?

In fondo avevano oltre dieci anni di differenza, come poteva andare bene?

Ma poi perché si metteva a pensare certe cose mentre avrebbe dovuto concentrarsi sulla lezione che stava svolgendo?

Decise che non era esattamente il momento giusto per pensare a queste cose e accantonò i suoi pensieri in un angolo della sua mente.

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