Capitolo 15

73 2 0
                                    

Pov's Fiamma

"Fiamma dove sei?" sento la sua voce sempre più vicina, mi faccio piccola piccola, sotto la scrivania, stringendo sempre di più le gambe con le braccia, poggiando sopra la testa per impedire ai singhiozzi di uscire dalle mie labbra. 

"Andiamo piccola non voglio giocare a nascondino" è quì dentro, è dentro la stanza, sento il rumore dei suoi stivali sulle mattonelle del pavimento, ma a un certo punto si ferma, vicino, troppo vicino. Alzo il viso dalle gambe e lo vedo inginocchiato a pochi centimetri di distanza da me. Inizio ad urlare... cerco di scappare ma mi prende per il braccio e mi trascina accanto a lui.

"Trovata!" afferma con tono vittorioso mentre io continuo a dimenarmi e urlare con tutto il fiato che mi rimane, inizia a portarmi fuori dalla stanza... 

"Fiamma! Fiamma svegliati..."  inizio a piangere rumorosamente, mentre cerco di liberarmi.

"No, lasciami, ti prego" sperando che ascolti la mia supplica. 

Mi sveglio e velocemente chiudo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro e calmarmi, ma qualcosa, o meglio qualcuno mi tocca la gamba. Oh dio. Inizio a urlare e scalciare.

X: "Fiamma, sono Liam ferma!" dice velocemente. Liam? Apro gli occhi e lo trovo difronte a me con un espressione scioccata e... preoccupata? Mi guardo intorno e solo ora ricordo... Il night club. Senza pensarci due volte mi butto su di lui abbracciandolo. Lui rimane sorpreso dal mio gesto ma poi mi circonda con le braccia attirandomi più vicina. Inizio a singhiozzare sul suo petto. Odio quella parte della mia vita, non riesco a togliermi dalla testa quella scena, tutte quelle scene orribili.

Liam: "Basta piangere è finito" mi dice dolcemente cullandomi tra le sue braccia. No Liam non finirà mai, perchè ho visto tutto e mi ricordo tutto quello che è successo. Sono stata punita per la mia vigliaccheria, il mio sonno sarà tormentato da questi orribili ricordi. Il sogno è la realtà che desideriamo, l'incubo è la realtà che temiamo e io temo la realtà che ho vissuto più di qualsiasi altra cosa, mi si presenta davanti ogni singola notte. Le scene sono chiare così come, ogni immagine è stata impressa e archiviata nella mia mente, per tormentarmi e ricordarmi in realtà che razza di persona sono. Io sono una di quelle persone che si nasconde nelle ombre degli altri. Non apro neanche bocca per difendermi. Non parlo e non agisco per questo mi rispecchio perfettamente alla teoria di Shakespeare "I vigliacchi muoiono molte volte innanzi di morire; mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una volta sola". Io muoio ogni volta che sotto il sottile strato di lenzuolo i miei occhi si chiudono contro la mia volontà, trasportandomi in un mondo che per qualsiasi altra persona serve per rigenerarsi per recuperare le energie sprecate duranta il giorno, ma che per me è fare i conti con i mostri del mio passato e dal disgusto che ho per me stessa.

Durante il mio monologo interiore, le lacrime hanno smesso di rigarmi le guance e il mio respiro ormai è tornato regolare. Mi rendo conto di essere ancora tra le braccia di Liam, per terra, seduta sulle sue gambe. Arrossisco e velocemente mi stacco da lui, pulendomi il viso con le maniche del pigiama di Jade che diventano nere a causa del trucco sciolto. Tengo lo sguardo basso e nessuno dei due proferisce parola.

jade: "Buongiorno!" dice assonnata rompendo il nostro imbarazzante silenzio. Sono felice che non si sia svegliata con le mie urla, forse troppo frastornata dalla serata al night club e dalla sbronza, ma non sarei riuscita a subire il suo terzo grado. Tra tutti i pregi di Jade di certo non manca la discrezione.

"Ahi, che dolore!" dice toccandosi la testa non appena cerca di alzarsi. Nel frattempo vedo la mascella di Liam tendersi.

Liam: "Jade, sei in punizione, non uscirai di casa fin quando non te lo dirò io" dice alzandosi e sbattendo la porta furioso.

Three lovesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora