Capitolo 17

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Pov's Alice

Usciamo dall' edificio del bed and breakfast ed entriamo nel parcheggio. Harry sblocca con il piccolo telecomando la sua auto, andando dalla parte del guidatore, mantre io da quella opposta. Mi appoggio al comodo schienale di pelle, mentre Harry mette in moto, partendo per il luogo a me sconosciuto. Non sò che fare, Fiamma prima mi sembrava davvero molto spaventata e preoccupata mentre parlava, inoltre l'espressione di Azzurra; il modo in cui stringeva i pugni ed era rossa di rabbia mentre urlava contro Harry di lasciarmi andare non fa altro che tormentarmi e più ci penso più sento l'ansia e il nervosismo salire.

Harry: "Rilassati piccola" poggia una mano sulla mia gamba stringendola leggermente mentre con l'altra tiene saldamente il volante. Mi irrigidisco al suo tocco, ma qualcosa mi blocca dallo spistargli la mano, qualcosa che conosco fin troppo bene: paura. Fiamma non ha avuto molto tempo per spiegarmi precisamente il motivo per il quale il ragazzo seduto al mio fianco è così temuto. Perchè succedono tutte a me! Perchè non posso avere una vita normale? Avere amici normali, incontrare ragazzi normali... datori di lavoro normali.

Harry: "Siamo arrivati" alzo lo sguardo dal finestrino e mi guardo intorno. Harry ha parcheggiato di fronte a Starbucks. I muri all'entrata sono di un grigio molto scuro, mentre la famosa scritta verde "Starbucks Coffee" abbellisce la parte superiore. Amo questo bar, ci sono stata tantissime volte, non qui in Australia, ma in moltissime altra parti del mondo. Harry notando il mio sorriso e il luccichio dei miei occhi, mette in mostra un ghigno compiaciuto mentre io continuo a radiografare e ammirare anche i più piccoli dettagli.

Harry: "Allora vogliamo scendere?" mi chiede palesemente divertito. Mi concentro sul suo viso e il mio sorriso diminuisce leggermente quando ricordo il ragazzo che mi fa compagnia. Annuisco lentamente e apro lo sportello della macchina, scendendo. Harry mi imita e mi avvio all' entrata mentre lui chiude la macchina. Faccio forza sulle braccia per aprire le pesanti porte di vetro. Mi incammino a un tavolo a quattro posti al centro del locale, così da essere al centro dell'attenzione... prevenire è meglio che curare. Lo strisciare della porta mi fa alzare lo sguardo. Harry entra a grandi falcate avvicinandosi a me. E' strano come appaia bellissimo anche con addosso un semplice jeans e una maglietta bianca, ma terribilmente inquietante. Mentre Harry si siede di fianco a me, prendo il menu cercando di non guardarlo e assumere un espressione neutrale e tranquilla; spero di riuscirci non sono mai stata una buona attrice. Passano interminabili minuti o secondi di silenzio in cui io faccio finta di leggere il foglio di carta tra le mie mani e guardo con la coda dell'occhio Harry osservarmi divertito, godendo del mio attuale stato di paura.

X: "Cosa posso portarvi?" alzo lo sguardo e vedo la cameriera del negozio. Ha una gonna eccessivamente corta e una maglietta del tutto trasparente che mette in risalto il reggiseno rosso e le sue tette palesemente rifatte; ovviamente è bionda: tinta, e guarda Harry come se fosse un gelato al cioccolato. Sto per scoppiarle a ridere in faccia quando la guardo inumidirsi le labbra coperte da un luminosissimo rossetto fuxia cercando di essere seducende; ma a me sembra più una rana che cerca di mangiare una mosca che gli sta passando d'avanti.

Io: "Prendo un cappuccino e un cornetto alla nutella" informo la ragazza sorridendole sinceramente. E' divertente. Lei annota il mio odine sbuffando scocciata e poi guarda maliziosamente Harry. E' incerdibile il repentino cambiamento nella sua espressione facciale.

X: "A te cosa porto, tesoro?" chiede sorridente al ragazzo al mio fianco.

Harry: "Un caffè, senza zucchero" il suo tono è normale, non degna neanche di uno sguardo la ragazza che se ne va delusa, sculettando al bancone, iniziando a preparare i nostri ordini. Aspetto che sia andata via prima di girarmi verso Harry e iniziare a ridacchiare.

Harry: "E adesso perchè ridi?" chiede sorridendomi.

Io: "Oh dio poverina" riesco a dire..

Harry: "Chi?" rido di più guardando la faccia confusa di Harry.

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