Capitolo 9 - "andiamo da loro"

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T/N's P.O.V.

Mi siedo sul prato, che col passare dei giorni vedo diventare sempre più verde: la primavera è ormai alle porte.

Fisso le persone davanti a me e sorrido, cominciando a parlare con loro.

《Josh, ieri stavo pensando giusto a te》mi rivolgo al ragazzo《ti ricordi di quella piantina che ti avevo regalato e di cui ti prendevi cura? È da un po' che l'ho piantata sotto un bellissimo albero, pensavo si sentisse sola nella mia stanza》

Volto la testa da una parte all'altra per controllare se ci sia qualcuno nei paraggi e tengo le orecchie ben aperte, non stupendomi quando sento in lontananza il rumore degli zoccoli di un cavallo.

《Ariadna》ricomincio, sapendo di dover fare presto《ti ricordi quando mi accusavi di provare qualcosa per Levi? Era una fissa!》rido, per poi guardare i miei piedi e rifletterci su《forse non avevi proprio tutti i torti》sussurro per poi sospirare.

Il galoppo si fa più insistente, poi si arresta all'improvviso e a prendere il suo posto è il rumore leggero di passi che riconosco subito e che mi fanno voltare verso il disturbatore.

Il corvino si avvicina con aria minacciosa, la divisa e il mantello indosso, pronto a partire.

《Ti sembra il modo di comportarti!?》viene verso di me《sparire all'improvviso a poche ore dalla spedizione!》mi rimprovera.

Io mi rigiro verso le lastre di pietra che ho appena ripulito, per poi alzarmi in piedi.

《Ci vediamo Alexander》poso un fiore sulla sua tomba《ci vediamo Carlton》ripeto lo stesso gesto.

Astrid, Elizabeth, Josh, Ariadna: compio lo stesso rituale per ognuno di loro.

Appena ho finito mi volto verso Levi, il quale mi porge la mano che però io rifiuto, preferendo affiancarlo.

Non voglio più che il contatto della sua pelle con la mia mi faccia provare quelle sensazioni così sconosciute.

《Hai visitato la tua squadra?》gli chiedo subito, sperando in una risposta affermativa che però non arriva.

《Siamo in ritardo, non ho tempo》trova una scusa, incupendosi all'improvviso.

Mi fermo e pianto i piedi sul terreno, incrociando le braccia.

《Io non mi muovo da qui fino a che non vai da loro, a costo di far saltare la spedizione》lo avverto e lui sbuffa.

《Non essere infantile》dice infastidito.

《E tu smettila di comportarti come se non te ne importasse nulla》lo guardo truce.

Non vuole essere soggiogato dalle sue emozioni, ma ignorarle non serve a niente.

È quasi un anno che i suoi compagni non ci sono più.

Prima o poi capirà che l'unico modo per sentire meno la loro mancanza è passare idealmente del tempo con loro.

Alla fine gli sembrerà come se non siano mai andati via.

《Non andrò a visitare una tomba vuota》si aggiusta il mantello, ricordandomi la fine che i corpi di Petra, Erd, Auruo e Gunther hanno fatto, cioè sacrificati in pasto ai giganti per far accelerare il carro《soprattutto prima di una spedizione》

《Perché? Cosa ti spaventa così tanto?》gli chiedo, avvicinandomi.

《Vuoi saperlo davvero?》mi guarda negli occhi, una rabbia improvvisa sembra accecarlo《mi spaventa l'idea di guardare i nomi su quelle lapidi e diventare vittima delle mie emozioni》digrigna i denti《mi spaventa l'idea che il dolore per la loro perdita mi possa portare a compiere un gesto avventato, magari il solo lasciar cadere le lame a terra dopo aver "per sbaglio" premuto il tasto per sganciarle》vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime, come è successo qualche giorno fa《ho paura che vedendo così chiaramente la fine che hanno fatto, mi venga voglia di ricongiungermi a loro》conclude, distrutto.

In nome di noi due • LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora