Capitolo 12 - Quel giorno (parte 3)

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Il corvino si svegliò di colpo a causa di urla strazianti e si affrettò a raggiungere la fonte di esse.

Andò verso il letto, dove T/N era seduta con le mani sul petto, come se il cuore avesse perso dei battiti e non riuscisse più a respirare.

T/N, sono Levi!le si sedette accanto e prese il suo viso fra le mani, spostandole alcuni capelli che le erano finiti sulla boccaci sono io con te, va bene?la fece lentamente stendere di nuovo.

Rimani qui, o il gigante mangerà anche mesussurrò lei con voce spezzata, tenendo il corvino per i polsi.

Nessun gigante ti può mangiare, sei al quartier generaletentò di spiegarle lui mentre si coricava al suo fianco, continuando ad accarezzarle i capelli C/C.

Lei ricominciò a piangere appoggiata al petto di Levi, che la teneva stretta come se da un momento all'altro la vita avesse potuto scivolare via da lei.

Io non voglio più vivereammise infine, quando per un attimo le lacrime si furono arrestate.

Quelle parole furono per il corvino come venti coltellate nel cuore, come se un gigante gli avesse strappato quest'ultimo e poi lo avesse lanciato lontano da lui.

Tu devi viverele disse a quel punto, con voce ferma, così seria da incutere timore.

Non ne ho più ragione

Perché? Perché sono morti i tuoi compagni di squadra? È il nostro compito morire per la libertà

Sapevo che prima o poi tutti saremmo morti in battagliaammise la C/Cma non credevo in una sola spedizione

Sono cose che possono capitare, che sono già capitatele ricordò le innumerevoli spedizioni nell'arco della storia in cui intere squadre erano state annientate.

Erano così giovaniricominciò a piangereCarlton aveva a malapena diciassette anni, aveva tutta la vita davanti

Anche tu sei giovane e anche tu hai tutta la vita davanti. Non puoi passarla così, piangendo per ciò che sapevi sarebbe accaduto comunquesi sentiva così cattivo a dire quelle cose, ma era l'unico modo per farle capire che doveva andare avanti.

Erano passate solo due settimane, ma di questo passo ci sarebbero voluti mesi affinché lei riuscisse a riprendersi, mesi in cui lui non avrebbe sopportato la vista della persona a cui più teneva ridotta in quello stato.

E comunque non hai perso tutte le persone che ti volevano benecontinuò, facendo scontrare le loro frontici sono io qui con tefece una pausae ci sarò per sempre

T/N ricacciò le lacrime, abbracciando più forte l'uomo.

Grazie di esistere, Levi

Grazie a te di esistere, T/Ndisse luiperché se tu non mi avessi aiutato quando ho perso Isabel e Farlan, adesso io non sarei qui a fare lo stesso con te

Chiusero gli occhi, addormentandosi insieme, abbracciati, l'uno l'ancora di salvezza dell'altro.

Era la perdita che li aveva legati, la solitudine, la paura di rimanere soli per sempre, l'angoscia di non poter più essere realmente felici o di vivere una vita non più degna di essere vissuta.

Ma ci sarebbero stati sempre, nel bene e nel male, in salute e in malattia, finché la morte non avrebbe separato anche loro, perché quel legame che avevano era più forte di qualunque etichetta, più forte dell'amore di un amico, più forte di un amore fraterno, più forte anche dell'amore di due innamorati.

In nome di noi due • LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora