Capitolo 14 - "hai baciato Erwin?"

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T/N's P.O.V.

《Finalmente ti fai vedere》una voce alle mie spalle mi fa voltare all'improvviso: la mia squadra.

《Che intendete?》chiedo, facendo finta di non aver capito.

《Come sarebbe a dire che intendiamo? Sono già due settimane che non ci alleni o ci rivolgi anche solo uno sguardo!》mi accusa Eren ed io non posso fare altro che sbuffare infastidita.

《Erwin mi ha dato degli incarichi importanti, presto tornerò ad allenarvi》cerco di liquidare la folla che si è radunata attorno a me mentre cercavo solamente di prendere il pranzo.

《Sicura di stare bene?》mi chiede a questo punto Mikasa, la voce è più premurosa del solito.

《Ti assicuro che non sono io quella che sta male》metto il cibo su un vassoio e mi faccio spazio tra loro, salutandoli con un veloce gesto del capo a cui loro rispondono con il saluto militare.

Esco dalla mensa e mi dirigo il più velocemente possibile verso la camera di Levi, dove praticamente vivo da due settimane a questa parte.

Non appena arrivo a destinazione, apro la porta e mostro il solito sorriso, trovando con mia grande gioia il corvino seduto sulla poltrona vicino alla finestra intento ad accogliere sulla sua pelle i raggi del sole pomeridiano.

《Ho portato il pranzo》poso il vassoio sulla scrivania e gli vado accanto, inginocchiandomi al suo fianco.

Lui, senza alcun preavviso, tenendo per tutto il tempo lo sguardo rivolto verso l'esterno, mi passa la mano sul viso, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Sta diventando sempre più difficile resistere.

《Sembri agitata, perché non fai un bagno caldo?》mi chiede, finalmente girandosi verso di me.

Sono stata così occupata ad assicurarmi che stesse bene da non dormire la notte, avendo la costante paura che qualcosa possa portarlo via da me.

《Forse più tardi, ora pranziamo》

《È ancora presto, possiamo mangiare più tardi》si alza ed io faccio lo stesso《usa il mio bagno》

Guardo la porta insicura, ma lui tenta un'ultima volta di convincermi.

《Non sono un bambino, starò bene》

Forse le mie paure sono solo mie, non sono reali tanto quanto credo.

Seguo il suo consiglio e vado nella stanza, dove c'è tutto il necessario per fare un bagno rilassante.

Apro il rubinetto e comincio a spogliarmi lentamente, aspettando che la vasca si riempi almeno fino a metà della capienza.

Mi tolgo la giacca e gli stivali, poi passo alla divisa, rimanendo in intimo.

Su un mobile ci sono alcune boccette di legno contenenti vari aromi per profumare l'acqua, prendo quello alla vaniglia e lo verso nella vasca, lasciando che si formi della schiuma.

A quel punto tolgo ciò che rimane dei miei vestiti, chiudo il rubinetto e mi immergo, lasciandomi trasportare dal dolce odore di vaniglia che mi circonda.

Quasi per abitudine, il mio primo pensiero va a Levi: dopo quella volta al cimitero le cose non sembrano migliorate.

Passa intere giornate chiuso in camera a redigere rapporti su neanche io so cosa, dorme poche ore a notte (non che prima dormisse molto, ma ora la cosa è peggiorata) e fa finta che non sia successo niente.

In nome di noi due • LevixReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora