-Capitolo 4-

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Levi's pov

Nessun ragazzo o ragazza mi ha mai rifiutato, perché con lei dovrebbe essere diverso?

<<vado a consegnare ad Erwin questo, tu resta qui. Non che possa andare da qualche altra parte>> disse rifiutandomi e in più prendendomi per il culo.

<<Ma io mi annoio qui tutto il giorno da solo e al buio, almeno mi dia qualcosa da fare >>

<<Sentiamo, cosa vorresti?>> chiese lei ascoltandomi.

<<Ho sempre avuto la passione per il disegno, mi porti carta e matita>>

<<Non intendo portarti una matita, prima con una penna volevi ammazzarmi>> mi ricordó.

<<Siamo sicuri tu non abbia vent'anni?>> chiesi.

<<No tranquillo, ne ho ventisette>> affermó scocciata.

<<Mi sarei aspettato un "non si chiede l'età ad una signora" >> domandai ironico.

<<Non ho problemi a dire la mia età al contrario di qualcun' altro, cioè seriamente! Anche se mi dicessi la tua età cosa cambierebbe?>> chiese nervosa.

<<Nulla a dire il vero, mi scoccia darti questa soddisfazione>> affermai.

<<Tanto non uscirai da qui, è l'ospedale più sicuro di tutto il mondo, ci sono i pazienti più pericolosi>>

Mi si stampó un sorriso in volto sentendo quelle parole.

<<I più pericolosi dici... Potrebbe davvero tornarmi utile>>

<<come dovrebbe tornarti utile?>> mi chiese.

<<Ho bisogno di un pó di fortuna, e che salti la corrente, mentre mi portavano qui, ho notato che davanti alle celle dei prigionieri c'erano sbarre al contrario mio, così potrebbero venire a prendermi>> le comunicai io.

<<Hah non capiterà >> disse sicura.

Questo si vedrà dottoressa, si vedrà.

<<Ma quindi tenete anche Harley Quinn? >> chiesi curioso.

<<Non hai sentito la notizia di un anno fa? È stata arrestata per poi venir uccisa>> disse guardandomi.

<<le somiglia sai?>> chiesi e lei si bloccó di botto.

Bingo.

<<Ma non dire cose del genere, Harley Quinn era una pazza esaltata, probabilmente una criminale con il solito passato, e che si crede chissà chi>> disse lei vaga.

<<Se lo dice lei non posso fare altro che crederle >> dissi alzando le mani in segno di resa.

<<Bene, ora me ne vado se non ti dispiace>> disse allontanandosi.

Io la presi per mano avvicinandola a me.

<<Non mi lasci da solo, questa stanza è insonorizzata no? >> le chiesi accarezzandole la guancia.

<<Sì lo è, ma comunque non ho il minimo interesse in te, anzi mi disgusti e parecchio>> disse respingendomi.

<<ouch così mi ferisce! >> dissi sorridendo.

<<Meglio>> rispose dandomi le spalle.

<<volevo solo evitare che facesse la fine della mia ex psichiatra!>> le dissi ridendo.

Lei si fermó.

<<Era così dolce e così tenera, a dire il vero faceva tirocinio, e visto che all'epoca non ero così grave mi hanno affidato a lei... Aveva solo diciannove anni, quando l'ho ammazzata. >> dissi sorridendo ricordandomi il macabro spettacolo.

<<Diciannove colpi di pistola e trentasette coltellate, me lo ricordo benissimo. >> continuai mentre lei era come paralizzata.

<<Era così eccitante sentire il sangue sul mio corpo, e le sue urla di dolore, perché ovviamente non ho colpito organi vitali, volevo che morisse lentamente>> continuai ridendo.

Lei mi spinse contro il tavolo, facendomi aderire la schiena sulla parte superiore mentre lei era sistemata tra le mie gambe.

<<Dottoressa le giuro che non la facevo dominante>> dissi ironico.

Lei tiró fuori una pistola dalla tasca del camice, mettendomela in bocca.

Non credevo ce l' avesse.

<<Voglio toglierti quel sorriso da ebete dalla faccia, diciannove colpi e trentasette coltellate? Io farò molto meglio con te, e mi assicureró che sarà molto eccitante, soprattutto per me, forse per te un pó meno>> disse lei guardandomi negli occhi.

Avrei potuto facilmente togliermela di dosso nonostante la pistola, questo lo sapeva bene, ma io non avrei opposto resistenza.

<<Ti eccita così tanto il sangue e le urla? Vediamo se riusciranno ad "eccitarti" sufficientemente non appena ti sparo in un polmone, oppure ti castro direttamente, secondo te quanti proiettili ci vogliono? Uno, due? Scommettiamo>> disse lei mentre i capelli le ricadevano sul viso.

Dopo qualche secondo, probabilmente dopo essersi sfogata, mi tolse la pistola di bocca e dopo averla pulita la mise in tasca.

Mi asciugai il mento e sorrisi sadicamente di nuovo.

<<È stato particolarmente emozionante dottoressa>> commentai guardandola.

<<Punti di vista Mr. J, punti di vista>> disse ricambiando il sorriso.

Una cosa era certa, che non mi sarei di sicuro annoiato con lei, anzi, è la prima persona, che osa sfidarmi così, come se fossi un semplice criminale.

<<Ora che abbiamo parlato, forse anche troppo direi che sia il momento che me ne vada>>

<<Ma certo dottoressa, mi sto divertendo parecchio con lei, e arriverà presto il momento in cui pregherai per un mio sguardo>>

<<Non credo proprio, ti conviene cambiare obiettivo se è così, ci vediamo oggi pomeriggio>> disse avvicinandosi alla porta.

<<Aspetterò quel momento con ansia dottoressa, ci si vede>> dissi sorridendo mentre assottigliavo lo sguardo.

Lei non rispose, e uscì semplicemente dalla stanza.

Sarà facile.

Angolo atroce

BENE AMISHI, ALTRA SEXUAL TENSION CHE CONTINUERÀ FINO ALLA FINE DELLA STORIA PRIMA CHE FINISCA MALE!-

VOGLIO DIRE BENE!

Mi riporti alle mie origini ❤︎Levi x Reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora