-Capitolo 7-

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Levi's pov nel passato

Vivevo da ormai moltissimo tempo con mia madre, andavamo d'accordo, io mi prendevo cura di lei.

Era molto debole, e da sola non ce l'avrebbe mai potuta fare.

Vivevamo da soli, mio padre era un uomo famoso, il senatore, che si era sposato con una donna più giovane, ed aveva avuto un figlio.

Facevo così pena, riuscivo a venir picchiato pure da dei ragazzini di merda una volta.

Il motivo?

Lavoravo in un'azienda di clown, dove avevo due amici in particolare, Reiner e Bertholdt, ma parlerò di loro più tardi.

Rischiavo di venir licenziato per aver perso un cartellone che serviva a fare pubblicità agli sponsor dell'azienda, ma non l'avevo perso, me l'avevano rubato.

Nonostante la mia vita così noiosa e angosciante, avevo un idolo.

Kenny.

Dio quanto lo adoravo, era un comico sempre in onda, ed era fantastico, il mio sogno era incontrarlo.

Come dicevo prima, potevo contare solo su Reiner e Bertholdt, in particolare su Reiner, che un giorno mi diede la pistola per auto-difesa.

Con quella stessa pistola feci i primi omicidi.

Erano quattro ragazzini del liceo, i soliti idioti, disprezzati dal "marcio" della società e amati dai ricchi.

Li ammazzai perché stavano prendendo in giro una ragazza.

In realtà, non mi interessava molto, io mi facevo i cazzi miei, finché non risi.

Risi perché ero malato, avevo una malattia che mi faceva ridere in momenti a caso, e mia madre mi aveva detto che ce l'avevo dalla nascita.

Per questo andavo dalla psichiatra, ma la storia la sai.

Dopo aver ucciso quei ratti di fogna, iniziò una rivolta.

Clown contro la polizia.

La gente si travestita da clown e protestava, e i sensi di colpa non mi arrivavano mai.

Quasi dimenticavo, avevo fatto uno spettacolo dove mi esibivo raccontando battute, ma rovinai tutto a causa della mia malattia.

Un giorno mia madre si ammaló gravemente, e intanto alla TV, il mio idolo Kenny, rideva di me.

Ormai è passato tempo da quel giorno, ma mi ricordo che riuscì a mettere mano sui suoi esami medici.

Appena mio padre ci lasciò, impazzì completamente.

Mi legó ad un termosifone per molto tempo, facendomi dimagrire molto, e raggiunti i sei anni iniziò ad abusare sessualmente di me.

Io non mi ricordavo nulla, avevo un tale trauma che il mio cervello lo aveva praticamente rimosso, ed era questo il motivo per cui sviluppai la malattia, per un cazzo di trauma.

"Si chiama Happy, perché è sempre felice" aveva detto al medico.

Era pazza, non mi aveva detto nulla, mai chiesto scusa.

Quando la andai a trovare in ospedale feci finta di nulla, ma appena mi assicurai che non ci fosse nessuno decisi di ucciderla.

Mi avvicinai a lei, mentre stava praticamente morendo.

Le sottrassi il cuscino dalla nuca e glielo misi in faccia.

<<Ho sempre creduto che la mia vita fosse una tragedia>> dissi mentre si dimenava e io ero impassibile.

Mi riporti alle mie origini ❤︎Levi x Reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora