Capitolo 17

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SIDNEY

Metto le mani sui fianchi e mi appoggio con la schiena al mobile. Che stress. Sto pulendo la casa da cima a fondo, ed ho deciso di partire dalla mia camera, il posto dove passo più tempo.

C'era troppa polvere in giro, accumulo dei giorni di nulla facenza per via della guarigione, ed inoltre avevo ancora degli scatoloni da sistemare.

Mi sono data alla pazza gioia ed ho ordinato innumerevoli mobili, e decorazioni per la casa. Il risultato è che ora sono senza un soldo in tasca, ma la colpa non è mia. A mia discolpa posso dire che ero totalmente annoiata e quindi ho trovato qualcosa da fare. Nel complesso sono felice.

Il cellulare vibra nella tasca posteriore dei jeans che indosso e non posso fare a meno che reprimere un urlo di nervosismo.

Ethan McGarret continua a chiamarmi insistentemente per nulla turbato dai miei rifiuti continui. Anzi, in maniera molto imperterrita ha anche iniziato a mandarmi dei messaggi.

Estraggo il cellulare dalla tasca e leggo il contenuto del messaggio.

Direttore McGarret: Sei la nostra unica salvezza!

Cancello la notifica e rimetto il cellulare in tasca. Mi rimetto all'opera. Mi faccio forza e con decisione riesco a spostare il cassettone dalla parete. Ci passo la scopa ed inizio a starnutire quando una nube di polvere mi investe. Mi abbasso e con uno straccio pulisco ancora più minuziosamente. Quando sto per rialzarmi però, noto qualcosa che cattura la mia attenzione. Un orecchio bellissimo con una piuma celeste giace lì sotto. Lo prendo. Lo spolvero e lo osservo meglio.

La vecchia inquilina l'avrà sicuramente fatto scivolare qui per sbaglio. E' un vero peccato, perché sembra anche molto costoso.

Lo poggio sul comò e con calma e forza riesco a rimettere, dopo una serie di tentativi a vuoto, il cassettone attaccato al muro.

Sto per cominciare a pulire uno dei due comodini quando il campanello suona. E' ora di pranzo, ma non aspetto visite. Alan è al lavoro da stamattina e mi ha mandato un messaggio per avvisarmi che sarebbe passato stasera. Christopher non lo sento da ieri.

E' venuto a casa mia e mi ha trovata in una condizione di devastazione totale. Ero da poco tornata a casa dopo lo scontro con Travis e l'unica cosa che volevo fare era dormire. Ma la sua visita mi ha fatto bene. A grandi linee gli ho raccontato l'accaduto e lui ha cercato in tutti i modi di rassicurarmi senza farmi pressione. Non ha voluto sapere altro.

Mi avvicino alla porta, ma prima di aprire guardo dallo spioncino. Ethan McGarret è un uomo particolarmente testardo e sinceramente non rimarrei meravigliata dal trovarlo qui davanti.

Tiro un sospiro di sollievo però quando mi rendo conto che non è lui. Apro la porta di scatto e sorrido al mio ospite.

<<Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere un po' di compagnia per il pranzo.>> Alza la mano giusto per farmi vedere il sacchetto che ha tra le mani.

Giapponese. Adoro quella cucina.

Lo lascio passare e gli faccio strada in cucina. Prendo i piatti, i bicchieri e l'aiuto a svuotare il sacchetto mettendo tutto sul tavolo.

<<Amo questi piatti.>> Dico in estasi quando apro i contenitori e l'odore di zuppa mi investe in pieno.

<<Lo so.>> Mi serve una porzione gigante di sushi e mi ritrovo a guardarla compiaciuta.

Sposto lo sguardo su Christopher ed un sospiro mi esce involontariamente dalle labbra. E' così educato, così gentile così tutto. Tutto quello di cui una donna avrebbe bisogno, tranne io.

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