TRAVIS
<<Come cazzo è potuto succedere?>> Alan urla talmente forte che la vena sul collo inizia a pulsare in maniera violenta.
Sono arrivato in centrale da almeno una ventina di minuti e la situazione non è delle migliori. C'è scompiglio generale, telefoni che squillano di continuo e un nervosismo che si può tagliare con un coltello.
<<Signo...>> Uno degli uomini che si occupano della sicurezza dell'edificio controllando tutte le persone che entrano ed escono dalla sede centrale dell'FBI cerca di parlare, ma il vice procuratore lo interrompe nuovamente.
<<Sidney è stata rapita all'ingresso di questo posto. Uno dei posti più sicuri che possano esserci in questo momento e voi mi state dicendo che non vi siete accorti di niente.>> Il palmo della mano batte talmente forte sulla scrivania di legno che per un attimo ho paura che possa cadere.
Il mio cellulare squilla ancora una volta. Stacco nuovamente la chiamata.
Non posso perdere tempo, non adesso che Sidney è lì fuori da qualche parte, sola e spaventata.
Mi porto una mano sugli occhi e cerco invano di calmarmi, la verità è che se dovesse succederle qualcosa non me lo perdonerei mai.
La pacca sulla spalla di Josh mi riporta alla realtà mentre con un cenno della testa mi indica il lato opposto della stanza dove Anastasia, seduta su una grande poltrona che sembra risucchiarla per quanto è piccola, sta mettendo a disposizione tutti i suoi ricordi per realizzare un identikit dei due serial killer.
Noi invece, con l'aiuto di Ethan e di alcuni detective della zona, stiamo ispezionando tutte le planimetrie della città. Cerchiamo un posto isolato che sia collegato a tutti i quartieri residenziali dove i corpi delle vittime sono stati lasciati.
<<Signore.>> Un agente arriva correndo verso Alan e lo sovrasta con la sua voce.
<<Cosa c'è ancora?>> Urla talmente forte che molte persone si guardano perplesse e spaventante.
Alan è sempre stato calmo e placato, questo comportamento non è da lui. Lo so io e lo sanno anche tutti gli uomini e le donne presenti in questa stanza.
<<Sua moglie è qui.>> L'agente indica, con un cenno della testa, la porta e proprio in quel momento Abigail appare in tutto il suo splendore mentre stringe tra le mani una cartella piana zeppa.
Il mio cuore sussulta quando la vedo e l'unica cosa che riesco a pensare è: grazie a Dio.
<< Buongiorno signori, avete cinque minuti per sgombrare la zona. Voglio tutti fuori di qui tranne la squadra uno, la squadra zero e i due detective della omicidi. Grazie.>> Cammina a passo sicuro sulle sue scarpe alte e si avvicina ad Alan, che la stringe possessivo al suo corpo.
La abbraccia forte posizionando la testa tra l'incavo del suo collo e aspirando il suo profumo. Le massaggia le spalle e le sussurra qualcosa all'orecchio. Poco dopo la sua mano le sta asciugando una lacrima. E il mio cuore ha un sussulto.
Prima pensavo di essere io ad avere quel compito, ma ero talmente accecato dai miei problemi e dal mio dolore da non rendermi conto che a causare quelle lacrime e a far riempire quegli occhi di dolore ero proprio io.
Scuoto forte la testa e mi ritrovo a stringere forte i pugni.
<<Travis.>> Il mio nome viene fuori in un sussurro dalle labbra di Abigail che, dopo essersi staccata da Alan, corre nella mia direzione e mi travolge.
Le mie braccia l'avvolgono immediatamente ed indietreggiamo di qualche metro prima che riesca a riacquistare stabilità.
Annuso il suo profumo proprio come suo marito aveva fatto un attimo prima, e subito mi calmo.
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Sii la mia luce
Chick-LitTravis McGregor non ha affrontato nulla di semplice nella sua vita. Vittima del traffico di minori quando era solo un neonato, ritrova la sua famiglia dopo ben trentuno anni. Quando tutto sembra andare per il meglio però, un evento improvviso cam...