TRAVIS
Guido, superando di molto i limiti di velocità, per riuscire ad arrivare a casa di mia sorella Abigail nel minor tempo possibile.
Sono stato a San Francisco da mio padre e mia sorella per meno di una settimana e per quanto stare in famiglia, nella mia vera famiglia, mi abbia allargato il cuore, non riuscivo a non pensare al piccolo batuffolo che da qualche mese a questa parte ha reso piena la mia vita.
Avere un figlio a trentatré anni, con il lavoro che faccio, non è mai stata una mia prerogativa, più che altro per la paura che possa succedermi qualcosa che mi costringa a lasciarlo solo. Non lo è stata nemmeno quando Tiffany è entrata nella mia vita. Una sola volta abbiamo aperto l'argomento bambini, ma è stato subito chiuso malamente. Tiffany non vuole figli. Solo che non riesco a capire. Non capisco se non li voglia in generale o non li voglia dal sottoscritto.
Scaccio via il pensiero della mia fidanzata, sostituendolo con quello di mia figlia. La mia piccola e bellissima Hope. Ricordo come se fosse ieri quando sua madre l'ha lasciata da sola come un pacco, davanti casa mia.
Matilde Ross è stata per più di tre anni la mia amante. Ancora prima di esserlo però, era una mia collega all'FBI. Tra noi è sempre stato solo sesso occasionale. Quando io non avevo una partner e lei un partner ci facevamo compagnia per dare libero sfogo ai nostri istinti. Quando tra me ed Abigail è finita, anche se in realtà non è mai veramente iniziata, lei ha cercato di colmare quel vuoto che mi porto dentro da tempo, ma ovviamente non ci è riuscita.
Voleva conoscere la mia storia Matilde. Voleva sapere tutto. Ha cercato di insinuarsi nelle piccole crepe del mio cuore, ma come tutte le altre ha fallito.
Non sapevo nemmeno che fosse incinta. Ha mantenuto il segreto per ben tre anni. Credeva di riuscire a fare la madre, ma poi ha capito che non era la sua vocazione.
Hope, con la sua vocina dolce, mi ha raccontato che non ha una mamma. Quando me lo ha detto, mi si è stretto il cuore.
Matilde non ha voluto neanche che Hope sapesse. Le ha raccontato che sua madre e suo padre erano partiti per un lungo viaggio, e che lei l'avrebbe tenuta con sé fino a quando non fossero tornati. Ha sempre avuto l'intenzione di lasciarla a me, ma non ne ha mai trovato il coraggio, almeno fino a quando la piccola non ha iniziato a chiedere insistentemente dei suoi genitori.
Matilde non le ha concesso di chiamarla mamma ed adesso mia figlia è alla disperata ricerca di una figura femminile da poter considerare tale.
Mi ci è voluta tutta la buona volontà del mondo per non andare da Matilde a cantargliene quattro, quando Hope mi ha raccontato che non è mai andata a nessuna delle sue recite dell'asilo.
Non è compito mio.
Queste sono state le parole che ha usato con la bambina.
Parcheggio fuori casa di mia sorella e suono il citofono. Ad aprirmi è Alan. Lo saluto con un cenno del capo ed entro in casa.
<Sono uscite a prendere un gelato insieme ad Adam e Alexandra. Avevo del lavoro da fare per cui sono rimasto qui.> Spiega brevemente.
Il rapporto tra di noi è normale. Sicuramente è migliorato rispetto a prima, adesso se siamo nella stessa stanza riusciamo a reprimere o almeno a controllare il desiderio di ucciderci a vicenda.
<Hope ama il gelato.> Ed è vero. Non è una bambina pretenziosa, mangia di tutto. Non fa mai i capricci. Ma se c'è una cosa su cui si impunta è il gelato che deve essere rigorosamente al cioccolato.
<Travis so che tra noi le cose non sono e non saranno mai rose e fiori, ma devo parlarti seriamente. Si tratta di Hope.> Con un cenno del capo mi indica la poltrona davanti al divano, su cui è seduto.
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Sii la mia luce
Literatura FemininaTravis McGregor non ha affrontato nulla di semplice nella sua vita. Vittima del traffico di minori quando era solo un neonato, ritrova la sua famiglia dopo ben trentuno anni. Quando tutto sembra andare per il meglio però, un evento improvviso cam...