Capitolo 18

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TRAVIS

Sbuffo rumorosamente, per l'ennesima volta, mentre mi becco le occhiatacce degli altri presenti nella stanza.

Ho ricevuto una chiamata circa un'ora fa da parte di Ethan, dove mi avvisava di radunare la mia squadra e di presentarci in dipartimento per una riunione straordinaria. A mezza notte!

Ho radunato la squadra e insieme ci siamo recati nell'aula dedicata. Di certo non ci aspettavamo di trovare qualche detective e qualche ispettore di polizia. In genere le riunioni sono estremamente riservate, almeno che non siano per avvisare di alcune novità su casi di rilievo.

Giro la sedia girevole, aiutandomi senza sforzo, con i piedi ed inizio a guardare la porta. Prima o poi si aprirà. E' quasi un'ora che aspettiamo e la situazione sta diventando insostenibile.

Sono poche le riunioni a cui io e la mia squadra prendiamo parte. Generalmente preferiamo non perderci in chiacchiere e agire direttamente sul campo. Senza parlare del fatto che non siamo visti di buon occhio dagli altri. Il nostro modo di agire non è sempre conforme alla legge, per quanto mi dispiaccia dirlo, a volte ha dato molti più frutti.

<<Salve signori. Grazie per essere venuti qui con così poco preavviso.>> Ethan entra, da solo, e subito si posiziona davanti alla scrivania. Poggia dei fogli sul ripiano e ci guarda attentamente, mettendo le mani in tasca.

Il brusio che c'era fino a qualche secondo prima scompare.

<<Oggi pomeriggio io ed il Procuratore Malcom abbiamo reclutato una persona che ci aiuterà a capire meglio la mente del nostro serial killer. La riunione si è tenuta a quest'ora perché le abbiamo fornito tutto il materiale per realizzare un profilo soltanto nel tardo pomeriggio.>> Si sposta davanti alla scrivania e ci si appoggia accanto.

<<Vi elencherò brevemente le competenze. Dopodiché, dovrebbe arrivare a minuti.>> Guarda l'orologio che ha al polso, si gira a prendere una cartellina e la apre.

<<Laurea in Criminologia con centodieci e lode alla Hastings, con una tesi sulla mente criminale. Due master sullo studio dei Serial Killer. Ed un dottorato riservato.>> Sento vari sospiri nell'aria e mi ritrovo a scuotere il capo divertito.

Chiunque sia ci darà una grossa mano. Ne sono sicuro.

Appena penso a quelle parole, la porta si apre. Alan entra seguito da Sidney. Il mio cuore ha un sussulto alla sua vista. Indossa un completo celeste. Il pantalone è a sigaretta e fascia alla perfezione le sue gambe snelle. Una camicia bianca è disposta all'interno, coperta da un blazer dello stesso colore del pantalone. Ai piedi indossa delle scarpe con il tacco alto viola da cui parte un laccio che ha legato, con un fiocco, intorno alla parte finale dei pantaloni.

E' bellissima. Ed il fatto che non lo pensi solo io, ma anche tutti gli altri uomini presenti nella stanza mi manda in bestia.

<<Ma quella non è Sidney, la babysitter di tua figlia?>> Josh si mette al mio fianco e  chiede conferma. E vorrei dire che non è solo la babysitter di mia figlia, ma è anche qualcosa di più. E non vorrei dirlo a Josh, vorrei urlarlo a tutti in questa stanza, ma reprimo il mio istinto e annuisco.

La fisso insistentemente talmente tanto da far ricadere il suo sguardo su di me molte volte. Mi guarda e mi chiede silenziosamente scusa con gli occhi. Non ne ha bisogno. Tutti diciamo bugie e portiamo dentro segreti. Siamo fatti tutti della stessa pasta. E per quanto Sidney sembri un angelo piombato nella mia vita all'improvviso per migliorarla, anche lei è umana.

<<Salve a tutti, sono Sidney Morris e vi ringrazio per essere accorsi a questa riunione con così poco preavviso. Spero di potervi essere utile in qualche modo.>> Si rivolge a tutti, mentre è poggiata col sedere alla scrivania. Saetta lo sguardo da una persona all'altra senza mai fermarlo su qualcuno più del dovuto. Eccetto su di me.

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