.Capitolo 22
Era come se il mondo si fosse fermato e la gravità cadesse tutta sulle spalle, schiacciandomi contro il terreno come una formica inutile. Non avevo più niente dentro di me, mi aveva persino abbandonata la mia mente che in questo momento era assente o solamente invisibile. Tutto stava accadendo di fretta e mi sentivo sempre di più debole fino a spegnermi.
Arriverà il punto in cui cadrò a terra e mi scioglierò fra le tenebre misteriose del terreno, magari diventare utile per la fertilizzazione del terreno. Voglio essere qualcuno.
Ad occhi aperti vedo la mia vita cadere a terra con il resto del mio corpo e sentire il terriccio umido sotto di me. Mi fischiavano le orecchie e cominciare a sentire freddo che mi entrava nelle viscere.
Non avevo paura ma volevo sentire per un’ultima volta il suo profumo e le sue morbide labbra sulle mie.
“Lucy!” Justin piombò su di me e mi tenne fra le sue braccia, con una mano bloccare l’emorragia sul mio fianco che ormai era incolmabile.
“Chiamate soccorsi! Subito!” Gridò così forte che avrà perso quasi tutta la voce con solo 3 parole che pronunciò.
“Ehi. Ehi! Tieni gli occhi aperti. Resta con me.” Mi tenne tra le sue gambe perché aveva entrambe le mani occupate. Una era sulla mia guancia e l’altra bloccava l’emorragia.
“Ti-a-mo.” Cercai di restare sveglia solo perché me lo chiedeva lui sennò ero pronta a lasciarmi andare e rendere meno difficile la mia vita.
“Non lasciarmi anche tu.” La sua voce era ormai un sussurro che lasciò il suo posto ad una lacrima che rigò il suo viso fino a cadere sul mio viso impallidito tutto ad un tratto.
Se la asciugò subito quando sentii un elicottero irrompere vicino a noi, a tutta velocità. Passi svelti si avvicinarono verso di me e qualcuno prese il posto, delicatamente, della mano di Justin che la bloccò al posto suo.
“Il proiettile sta perforando l’arteria. Dobbiamo trasportarla d’urgenza sennò morirà.” L’infermiere premette sempre di più sulla ferita bloccando il sangue che continuava a fuoriuscire.
Alzarono con cautela il mio corpo e lo misero su un lettino che fu trascinato fino alla potenza dell’eliche dell’elicottero. Una mano strinse la mia e fu in quel momento che mi lasciai abbandonare.
***“A momenti si dovrà svegliare ma ordino delle visite ridotte e tanto riposo. Sua figlia ha perso tantissimo sangue ed ora è troppo debole.” Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti a me mio padre e mia madre che parlavano con un uomo alto, capelli brizzolati neri e un camice bianco.
Cercai di parlare ma non ci riuscii, forse perché ero troppo debole o forse perché ero ancora sotto shock. Strinsi entrambe le mani e una era bloccata da qualcosa perché non riuscivo a stringerla bene. Mi girai nella sua direzione e trovai ad un Justin appena sveglio che mi stava sorridendo con gli occhi rossi che mi guardavano.
“J-u-s-t-i-n” La mia voce era ancora troppo debole ma il suo nome mi diede la forza di parlare e di sentirlo vicino a me, che vegliava su di me.
Lui non disse niente, si limitò ad accarezzarmi la guancia e sorridermi. Non era il suo solito sorriso, questo sembrava.. sofferente.
“Ti amo e sarà per sempre.” Si avvicinò al mio orecchio e continuò ad accarezzarmi. Sperai in un suo bacio sulle mie labbra ma le mie aspettative furono deluse quando appoggiò le sue labbra sulla mia fronte e allontanarsi, sciogliendo anche il nostro contatto con le nostre mani.
Volevo dire qualcosa per fermarlo e almeno avere una spiegazione di tutto questo ma non riuscivo a parlare, le parole non mi uscirono dalla bocca, ero impedita.
Seguì i suoi movimenti e lo vidi uscire dalla porta a testa alta senza salutare i miei genitori ma soprattutto il suo capo, mio padre.
Non può essere. Mi ha lasciato in una situazione così. Non ci credo.
Cominciai a pensare a qualcosa di sbagliato che avevo fatto, ma non mi veniva in mente niente. Perché l’ha fatto?
Le lacrime uscirono sempre di più ma stavolta non riuscivo a fermarle perché Justin era andato via da me senza un motivo o almeno senza che io lo sapessi.
“Oh, tesoro mio, cosa ti hanno fatto.” Mia madre corse verso di me e si inginocchiò accanto a mio letto per prendere la mia mano e cominciarla a baciarla, per poi portarsela alla guancia, mentre mi guardava con le lacrime agli occhi.
Papà venne verso di me quando strinse la mano al dottore e si avvicinò a mia madre per guardarmi, con le lacrime, trattenute, che minacciavano di scendere da un momento all’altro.
“La pagherà per averti fatto questo.” Non riuscì a trattenersi e anche le sue lacrime scesero per il viso, restando sempre accanto a mia madre che aveva iniziato il suo pianto.
Ed io? Nessuno pensava a me? Ero invisibile o ero soltanto una non-più-moribonda che era stata sparata?
Perché Justin mi ha lasciato così, senza darmi alcuna spiegazione? Ho come la sensazione che sia stato minacciato da qualcuno, credo di avere una mezza idea di chi possa essere il responsabile… MIO PADRE....SPAZIO AUTORE...
E rieccomi qui con un nuovo capito che è mooolto corto dal solito ma penso che stavolta li farò di questa portata perchè non ho molto tempo per scrivere per i miei molteplici impegni, ma vi prometto che scriverò fino alla fine.Cosa ne pensate di questo capitolo? C'è sempre quella suspance di sempre oppure è svanita?
Secondo me nel successivo capitolo succederà la fine del mondo :DBaci e vi lascio con una foto dei nostri Jucy ;D
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A presto!
BUONA LETTURA & RECENSITE
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LOCKED
Fanfiction//Prologo// "Sai cosa mi piace delle ragazzine come te?" Girò intorno a me come se trovasse piacere nel vedermi impaurita e in ansia. "Che sono tutta carne e niente arrosto." Prese il mio braccio e lo strinse così forte che non riuscii a mantenermi...