.Capitolo 17

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Capitolo 17

Justin POV
Mi svegliai di colpo nel letto ospedaliero, saltando dallo spavento. Avevo la testa che mi scoppiava e come se qualcosa mi martellasse all’interno.
“Cazzo.” Mormorai toccandomela e sentendo un qualcosa intorno ad essa. Cosa diavolo era successo?
Mi guardai intorno cercando di riconoscere un qualcosa che mi appartenesse e quando sposto il mio sguardo verso la mia destra trovai una folta chioma di capelli appoggiata accanto a me con il viso schiacciato contro le lenzuola. Avevo capito chi era.
Capelli lunghi e castani scuro, occhi da cerbiatto e color miele, fisico perfetto e labbra da paradiso che quando si adagiavano sulle mie diventavo un dio.
Scrollai la mia testa togliendomi questo pensieri, osceni, dalla mia mente perché non avevo bisogno di pensare a queste smancerie per una ragazza qualsiasi che mi piaceva. Tutte le ragazze mi piacevano però lei era più importante perché è la figlia del mio capo e perché potrei provare qualcosa di serio per lei ma non voglio essere un fricchettone come il resto degli innamorati. Io sono diverso e potrei danneggiarla, non voglio questo perché è troppo preziosa. Lei mi cambia.
Mi allontano dai miei pensieri e mi viene in mente l’incubo che avevo appena fatto. Lei che sveniva ed aveva un’emorragia, lei sopra di me, sua madre che ci scopriva, lei che andava in crisi, io che mi dimettevo e andavo a fare il mio lavoro, l’omicidio, e la quasi morte di Lucy. Avevo avuto una paura pazzesca. Stavo per perderla ma per fortuna era solo un fottuto sogno.
Quando cerco di staccarmi dal cuscino perché sembra che ci sia attaccato da anni, sento qualcosa che si muove e una presenza che si muove. Mi giro verso di lei e la sua espressione sembra spaesata. Com’è carina. Cazzo Justin! Ma cosa dico!
Quando si strofina gli occhi e si stiracchia la sua espressione cambia diventando piena di amore e… triste?
“Oh mio Dio!” Si porta entrambe le mani alla bocca e inizia a piangere come se avesse appena visto un angelo.
“Justin? I medici.. Avevano detto che non c’era più niente da fare.” Comincia a singhiozzare e, alzandosi dalla sedia si fionda su di me abbracciandomi e piangendo sulla mia spalla.
“Non potevo lasciarti.” E’ cambiata perfino la mia voce rendendola da un perfetto idiota. Rivoglio la mia voce! Ma prima, cosa diavolo è successo?
“Mi racconti tutto?” Il mio tono è sempre quello di prima e solo a sentirla vorrei sputtanarla.
“Dopo che mi hai accompagnata a casa, dopo 5 minuti vedo la tua auto in movimento esplodere in mille pezzettini. Mi fiondo sul posto dell’incidente e i vicini chiamano l’ambulanza con la polizia. Quando arrivano lì non trovavano più il tuo corpo nella macchina, dicevano che eri morto nell’incendio ma io ho continuato a insistere fino a quando un paramedico trova il tuo corpo dall’altra parte della strada in un cespuglio. Hanno detto che ti eri lanciato tu lì perché avevi capito della bomba. Quando ti misero sulla barella capirono subito che se non sarebbero corsi in ospedali eri già morto. Il tuo cuore non batteva più.” Ricomincia a piangere lasciandomi sempre con la stessa espressione di prima. Con una stretta della mia mano contro la sua la incoraggiai a continuare. “Ti hanno portato in ospedale e ti hanno operato con urgenza perché avevi un’emorragia interna ai polmoni e alla testa. Non davano nessuna possibilità che ne saresti uscito vivo dall’operazione però dopo 6 ore di operazione quando sono usciti dalla sala con il sorriso sapevo che avevi una speranza però quando dissero che eri in coma farmacologico e che se passati 4 giorni non ti saresti svegliato dovevano staccare la spina. Loro sapevano che non ti saresti ripreso e che saresti morto ma io ho continuato a crederci e non ho mollato. Ti ho incoraggiato a combattere come ho fatto io negli ultimi 2 anni contro il bullismo ed ora ce l’hai fatta perché sei qui.” La vedo che mentre sorride continua a piangere facendomi stare male. Volevo vederla felice e non con le lacrime che le rigano il viso, il dolore che la sta distruggendo.
Avvicino la mia mano alla sua guancia e gliela accarezzo lentamente per poterla guardare negli occhi e rassicurarla promettendole qualcosa che le posso dare, non sono ancora sicuro di cosa le posso assicurarle. Sono stato fregato una volta e adesso non ci voglio ricapitare. Le avevo dato il mio cuore e lei l’ha frantumato in mille pezzi. Mi ha devastato e non voglio ritornare a quei giorni.
Mi concentro su di lei e mi avvicino lentamente sentendo il suo respiro caldo su di me che mi spinge a farlo ancora di più. Mi avvicino di più fino a quando le nostre labbra si incontrano e si muovono all’unisono. Sono calde e morbide che mi verrebbe voglia di incastrarle il labbro inferiore fra i miei denti e sentirla gemere per questo mio gesto rude e inaspettato.
Mentre stavo pensando di farlo, la porta della stanza si apre e un dottore irrompe nella stanza con insieme due infermiere che si avvicinano al mio letto e controllano le macchine che mi avevano attaccato. Battito cardiaco, pressione, quantità di ossigeno, respirazione e circolazione del sangue.
“Signor Bieber, ha avuto un brutto incidente che le ha fatto quasi perdere la vita.” Non mi guarda ma continua a scrivere sulla cartellina tutto quello che le dicevano le infermiere ed io non ci capivo niente Tutti questi termini specifici mi fanno solo girare la testa tanto sono inutili.
“Sta bene ed è fuori pericolo.” Si rivolge alla mia ragaz-, Lucy, e con un sorriso se ne va insieme alle infermiere, posando la mia cartella nel contenitore a fianco alla porta.
“Wow, non hanno detto niente che si sbagliavano o qualcos’altro solo ‘sta bene ed è fuori pericolo” Lucy cercava di imitare la voce di quel dottore e, visto che era stata un disastro, scoppio a ridere, offendendola, in modo scherzoso. E’ fantastica e ancora non riesco a capire perché le hanno rovinato la vita, non merita tutto quel male.
“Non meriti tutto questo.” Le mie parole vengono fuori sicure e spontanee. Volevo solo dirglielo perché vedo quanto dolore ha dovuto sopportare sulla sua pelle.
“Cosa?” Sa di cosa sto parlando e vuole farmi credere che lei ha dimenticato ma in realtà tutto questo non succederà mai. Lo ricorderà sempre, purtroppo.
“Tutto il male che ti hanno fatto. Non lo meriti. Meriti solo amore.” Non sono mai stato così sincero e calmo in tutta la mia vita. Sono uno di quei tipi che si arrabbia subito e che dice bugie pur di pararsi il culo ma ora sta cambiando qualcosa, lei mi sta cambiando.
“Grazie.” Non se lo aspettava che questo argomento usciva dalla mia bocca, me ne accorgo dalla sua espressione sorpresa e malinconica tutto ad un tratto.
“So che questo argomento ti fa stare male ma volevo solo dirtelo. Ti proteggerò sempre!” Mi alzo con la schiena dal materasso e le cingo attorno alle sue spalle le mie braccia per farle sprofondare la testa nel mio petto pieno di fili. Le stampo un bacio sulla fronte e la stringo a me come se non ci fosse un domani, come se ora la lasciassi andare via senza di me. La volevo tutta per me ma dovevo valutare ancora una volta quello che stavo per fare.
Sciolgo l’abbraccio e sorridendole vedo di nuovo la porta che si apre e un gruppo di maschiacci con la giacca in pelle nera, t-shirt di vario tipo e pantaloni con il cavallo basso, avanzare verso il mio letto con aria scherzosa. Se fanno così non ci prenderanno mai sul serio i nostri nemici. Che stronzi!
“Yo brò!” Fredo viene verso di me e ci scambiamo il nostro saluto speciale che non cambiamo da anni. Pugno e due colpetti al petto, l’avevo inventato io visto che ero quello più intelligente.
“Come stai?” Vennero intorno a me a Lucy per guardarci con aria scherzosa e da stronzi che non si fanno i cazzi loro.
“Aspettate! Abbiamo rovinato qualcosa?” Cody era quello più simpatico del gruppo e la sua ironia a volte mi faceva incazzare come una bestia. Mi sta sul cazzo quando fa lo spiritoso.
“Suppongo di sì.” Marcus intervenne con quella sua faccia di un fottuto coglione che mi verrebbe voglia di spaccargliela ma avrei dovuto contenermi perché c’era Lucy.
“Fatevi i cazzi vostri.” Non esitai nemmeno un attimo nell’alzare la voce contro di loro. Sono dei perfetti idioti.
“Come stai?” Chad si riprese dalla sua risata isterica per rivolgere l’attenzione su di me. Erano tutti preoccupati della mia salute perché avevano bisogno di un capo ed io non c’ero.
“Meglio, molto meglio. Mi sto riprendendo velocemente.” Mi girai verso Lucy e mi lanciò un’occhiataccia che stava a significare perché stavo dicendo quelle stronzate.
“Scusatemi, ma l’orario di visita è finito.” Ci girammo tutti verso l’infermiera che apparve sulla soglia lasciandoci tutti di stucco. Dall’espressione che i ragazzi avevano sul viso erano incantati dalla sua bellezza ma io mi girai verso Lucy ed incontrai il suo sguardo. Le lancia un occhiolino e lei arrossì per questo mio gesto che ovviamente la fece diventare timida sotto i miei occhi.
“Tutti fuori.” L’infermiera non si accorse che aveva l’attenzione tutta su di lei e, con tono severo, gli indicò l’uscita. Per mia sorpresa loro eseguirono l’ordine e si allontanarono salutandomi con un ‘Ciao, brò’. Avevo trovato qualcun altro che riusciva a farli camminare a testa bassa senza ribattere.
Scoppiai a ridere e Lucy fece lo stesso però quando l’infermiera si avvicinò al letto ci zittiamo entrambi.
“Signor Bieber, devo tirarle del sangue per delle analisi.” Con tono freddo, mi legò attorno al braccio il laccio emostatico e, con un ago infilzato nella vena, mi tirò tre campioni di sangue.
“Dovrebbe riposare ora.” Quando finii, se ne andò senza dire niente posando la cartellina clinica al suo posto.
“Vieni qui.” Le feci posto nel letto e Lucy si sdraiò accanto a me con la testa appoggiata sulla spalla e crollando su di me.
La guardai mentre dormiva, sentii il suo cuore battere all’impazzata, le sue labbra socchiuse, le sue ciglia nere adagiate una sull’altra e i capelli che le andavano davanti al viso. Cercai di scostarglieli così che potesse dormire meglio, presumo che non abbia dormito molto negli ultimi giorni. E’ stata sempre qui, con me.
Le accarezzai la guancia arrossita e piena di calore per poterla scrutare meglio e capire perché lei avesse scelto me per provare qualcosa. Si merita una persona migliore di me perché io le potrò solo sconvolgere la vita e farle del male. Far parte della mia vita significherebbe essere coinvolta nel mio lavoro ed io non voglio perderla per sempre, perché credo diessermi innamorato di lei.

SPAZIO AUTORE
Bè che dire.. Ho postato il capitolo prima per la gioia vostra :D 
Scherzo! L'ho postato perchè ho avuto tempo e non voglio farvi sempre aspettare. 
Vi voglio bene a tutte! 

Che dire di questo capitolo... Si è scoperto che era tutto un'incubo di Justin e che non era vero niente :D Vi gioco brutti scherzi. Scusate. Giustino non me la racconti giusta con i tuoi sentimenti e con quel tuo 'credo di essermi innamorato di lei', perchè non dirlo senza crearti problemi? E' proprio stupido vero? Poi vedrete cosa succederà..

Vi amo. 
Baci  

                                        BUONA LETTURA & RECENSITE 

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