.Capitolo 12

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.Capitolo 12

"Rispondi alla domanda. Dove sei stata?" Mio padre dalla espressione sembrava davvero arrabbiato e deluso. Non sapevo cosa inventarmi quindi optai per dire una piccola verità, per migliorare la situazione. 
"Sono stata coinvolta in una rissa a scuola però non mi è successo niente. La preside dopo mi ha convocata per sapere la versione dei fatti. Tutto qui." Cercai di guardarlo negli occhi ma ad un tratto cedetti e lo abbassai perchè non riuscivo a sostenerlo. 
"Va bene... Ma la prossima volta avvertici." Mio padre venne verso di me e mi abbraccio forte come se fosse un ultimo abbraccio. Sapevo cosa stava per succedere...
"Papà, devi andare di già?" Le lacrime riempirono i miei occhi, scendendo con cautela fino a raggiungere la cavità del mio collo. 
"Tesoro mio, torno tra 3 mesi. Non preoccuparti. Prenditi cura di te stessa che io veglierò su di te." Mi abbracciò di nuovo e stavolta mi baciò la fronte amorevolmente. 
"Ti voglio tanto bene, papà." Mi appoggiai sul suo petto, singhiozzando. Non durò per molto perchè lui mi allontanò asciugando tutte le mie lacrime. Avevo rovinato con le mie maledette lacrime la sua polo nera di Ambercrombie che gli aveva regalato mia madre quando era arrivato 2 giorni fa. 
"Anche io." Mi baciò nuovamente la fronte e dopo si avvicinò verso mia madre stampando un lungo bacio sulle sue labbra che mi fece venire in mente il bacio mio e di Justin nella macchina. Lui sì, che mi rendeva felice.
I miei pensieri furono scossi da due poliziotti, che con atteggiamento altezzoso, entrarono in casa, guidati dalla porta aperta da mia madre, e, girando mio padre, gli ammanettarono le mani per portarlo fuori con forza senza che lui si girasse per salutarci di nuovo. STRONZI. 
Andai con passo svelto fuori per osservare un furgone nero e blindato, con dentro mio padre, che partì accendendo un lampeggiante nero. 
Le lacrime iniziarono a rigare il viso e la frustazione prese il sopravvento facendomi scaraventare sulle ginocchie colpendo il suolo. Unì le mani per coprirmi il viso e continuare a singhiozzare fino a quando mia madre si abbassò alla mia stessa altezza e appoggiò la mia testa sulla sua spalla continuando a piangere incessantemente. Era un colpo duro per me perchè mio padre rappresentava la mia forza. 
"Tesoro mio, non abbatterti. Lui è sempre con noi anche se è in..." 
"In carcere..." La interruppi continuando a singhiozzare ma stavolta mi alzai e, salendo le scale, mi diressi verso la mia camera per gettarmi sul letto e continuare il mio pianto ma stavolta soffocante. 
Cercai di calmarmi prendendo respiri profondi e piano piano ci riuscii. Sentii il cellulare vibrare dentro la mia borsa e subito pensai a chi potesse essere. I miei pensieri subito andarono verso Justin ma la mia espressione felice si fermò quando sullo schermo apparve il nome di 'amore'. Avrei dovuto cancellare il suo numero perchè ormai lui non faceva parte più della mia vita ed ora nemmeno della mia rubrica. 
Non sapevo cosa fare.. Rispondere o no? 
'Rispondi! Vedi cos'ha da dire!' La mia coscienza stavolta aveva ragione e decisi di scorrere il pollice sullo schermo per rispondere alla sua chiamata. 
"Pronto?" Feci finta di non sapere chi era il mittente per fargli capire che avevo eliminato il suo numero. 
"Wow, già avevi cancellato il mio numero!" La sua esclamazione mi fece capire che ciò che avevo pensato era giusto. Stronzo.
"Che cosa vuoi Jace?" Il mio tono si trasformò da pensieroso a scocciato. Non avevo la più pallida idea di cosa volesse da me in quel momento. Voleva ricattarmi forse? 
"Vado dritto al punto senza girarci intorno.. Tu hai una cosa che mi appartiene e non mi fermerò fino a quando non la otterrò." Sembrava un enigma quando pronunciò quelle parole con quel suo tono grave che mi fece accapponare la pelle. Quando eravamo insieme mi piaceva ma ora lo trovavo rivoltante. 
"Cosa?" Si capiva che non volevo più averci a che fare con lui ma lui insisteva e questo mi fecava irritare ancora di più. 
"La tua verginità è mia! So che lo sei ancora ma presto sarà mia." Al solo pensiero delle sue mani sul mio corpo mi faceva pensare a John che mi stava per violentare. 
Per istinto gli chiusi la chiamata in faccia immaginandomi la sua serie di bestemmie che disse dopo questo mio colpo basso che non avevo mai avuto  il coraggio di fare. 
Gettai di nuovo la testa sul cuscino e sentii di nuovo il cellulare vibrare. Un'altra chiamata.
"Senti Jace mi devi lasciare in pace! Non voglio più sentir parlare di te, ok?" Risposi alla chiamata senza guardare perchè sapevo che era lui invece..
"Cosa è successo Luc?" Quando sentii la sua voce il mio cuore fece un balzo. Lui mi rendeva felice e in quel momento ci voleva la sua voce sensuale. 
"S-scusami." In quel momento mi sentivo un pò stupida perchè gli avevo risposto in quel modo, potevo anche guardare lo schermo.. Un momento! Come faceva ad avere il mio numero se non glielo avevo dato?
"Come hai il mio numero?" Ero proprio curiosa di sapere la sua risposta alla mia domanda. Volevo sapere chi aveva avuto la geniale idea di darglielo visto che io mi ero dimenticata. 
"Ho le mie fonti." Potevo immaginare il suo sorrisetto quando inizia a mentire. Avrei voluto baciarlo in quel momento ma doveva fare il primo passo lui stavolta. Avrei anche aspettato se lui mi lancia qualche possibilità.
"Perchè mi hai chiamata?" Dissi ridendo per la risposta ricevuta. Ero curiosa di cosa si sarebbe inventato. 
"Perchè fai tutte queste domande?" Anche lui si mise a ridere alla fine segno che non sapeva cosa inventarsi per la chiamata. Lo sapevo. 
"Rispondi alla domanda!" la mia esclamazione di divertimento lo fece arrabbiare ma positivamente perchè ora doveva inventarsi qualcosa. 
"Come stai?" Capivo che non stava più scherzando perchè il suo tono divenne serio come se si riferisse a qualcosa che era appena successo. 
Merda. Mia madre gli aveva parlato. 
"Bene." Le parole scivolarono subito dalla mia bocca senza controllare cosa avessi detto e, soprattutto, come le avevo detto.
"Non sembra, però." Era sicuro di ciò che stava dicendo; so che non vuole farmi soffrire ma in questo momento tutto il dolore è ritornato. 
"Devo andare." L'ultima parola venne fuori con un singhiozzo segno che stavo per piangere. 
Sentii la sua voce parlare ma chiusi la chiamata subito perchè non volevo che mi sentiva piangere. Mi vergognavo a piangere davanti a lui anche se una volta era successo ma non sapevo che lui era dentro la mia camera. 
Misi il cellulare sul comodino vicino al mio letto e continuai a piangere e singhiozzare contro il cuscino. Ad un tratto sentii la porta aprirsi e dei leggeri passi venire verso il mio letto, la sua mano accarezzò lentamente la mia schiena cercando di confortarmi ma nemmeno mia madre ci sarebbe riuscita. Voleva solo farmi capire che lei c'era sempre. 
Perse le speranze e si allontanò verso la porta, uscendo, anch'essa cominciando a singhiozzare per lo stato in cui ero. Ogni mamma non vorrebbe vedere una figlia soffrire come stava succedendo a me. 
                                                             
                                                                            ***

Erano passati circa 7 minuti da quando avevo iniziato a piangere e ancora ero scossa continuando a singhiozzare ma non uscivano più lacrime perchè ormai si erano prosciugate. Il dolore mi avrebbe invaso sempre. 
Sentii delle voci chee provenivano da sotto ma non mi interessava di niente. In quella stanza eravamo solo io, il dolore e le mie unghie che avevano graffiato la mia pelle del braccio, uscendo del sangue. 
Quei passi pesanti e veloci aumentarono sempre di più fino a quando lo sconosciuto non aprì la porta e corse verso di me vedendo i graffi e il sangue che aveva macchiato la mia felpa. 
"Ehi Luc, ci sono io con te." Justin mi prese fra le sue braccia e mi strinse a sè, cullandomi come un neonato quando doveva essere tranquilizzato. 
Mi baciò la fronte e continuò la sua 'ninna nanna' fino a quando non mi calmai e smisi di singhiozzare per guardarlo negli occhi. 
"Grazie." Il mio sguardo era caritatevole e di ringraziamento perchè era venuto per me e per aiutarmi. 
A quel punto lo vidi sorridere e mi strinse di nuovo a sè,ma stavolta appoggiò le labbra sulla mia fronte a lungo, sussurrando silenziosamente un 'ti amo'.

SPAZIO AUTORE
Ecco, come promesso ho postato il capitolo prima :D
Scusate se ci sono errore di ortografia o di sintassi ma non ho potuto ricontrollare perchè ho avuto degli impegni. In questi giorni non so se postò qualcosa perchè c'è una fiera e sono quasi sempre lì. VI HO AVVISATE! ;)

che ne pensate? Vi piace?
Jace finalmente è fuori dai giochi ma non per molto.. I Jucy sono alla riscossa e chissà cosa succede nel prossimo capitolo... D: 

A presto! 
                                            BUONA LETTURA & RECENSITE

 

LOCKEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora