.Capitolo 23
*7 giorni dopo*
E' passata una settimana da quando mi hanno dimesso dal ospedale. Una settimana di fuoco da quando Justin mi ha lasciato sola con i miei pensieri che mi stavano mangiando. Speravo di incontrarlo a scuola per poter parlare e avere almeno una spiegazione, ma per lui non esistevo, ero invisibile. Non ho nemmeno capito se mi ha lasciato oppure non vuole vedermi ma oggi è una settimana, e come mi sono promessa, avrei cambiato pagina e avrei messo fine al capitolo 'Justin' per sempre. In questo secondo semestre ce la metterò tutta per affrontare le mie capacità. Mi dedicherò soprattutto a me stessa e allo studio senza farmi condizionare da nessuno perché, dopo quello sparo, la mia vita è cambiata. Il mio lato tenero, timido e da piagnucolona è diventato determinato, coraggioso e da dura. Nessuno riuscirà a condizionarmi. Camminavo in direzione dei parcheggi della scuola per avvicinarmi alla mia nuova BMV nera che mio padre mi aveva regalato per la mia uscita dall'ospedale. Aveva detto che doveva farsi perdonare, ancora non ho capito per cosa, ma non mi importa più niente di tutto quello che riguardava la mia vecchia vita. Sbloccai con il comando la sicura e aprii la portiera del guidatore per entrarci dentro e posare i miei libri sul sedile del passeggero. Aprii il cruscotto e afferrai i miei occhiali a goccia Armani grigio perlato per accendere la musica e uscire dal parcheggio della scuola per raggiungere casa mia a tutta velocità. Sfioravo sempre i 150 km/h sul tratto breve della litorale però avevo sempre degli ostacoli che sorpassavo facilmente con i riflessi che avevo acquistato in questi ultimi giorni; la mia guida da normale teenager americana era passata ad un'americana spericolata. Viva la vida.
Parcheggiai nel vialetto di casa mia e, chiudendo la macchina, mi avviai verso il piccolo portico per aprire la porta ed entrare dentro.
"Ciao mamma. Tra poco devo andare dal allenatore e dopo vado a fare compere per il compleanno." Entrai in cucina e vidi mia madre che stava preparando il pranzo sui fornelli. Viene sempre un odorino buonissimo quando entro dentro casa.
"Va bene tesoro." Continuai a girare per il bancone in cerca degli ingredienti perfetti per rendere il pasto ottimo, come sempre.
"Mi preparo la borsa e scappo. Ciao." Mi avvicino a lei e le stampo un bacio sulla guancia che la fa sorridere e scappare ai fornelli per controllare come se fosse uno chef di primo ordine.
"Tesoro, non fare tardi che a pranzo ci sono anche ospiti di tuo padre." Mi giro verso di lei e mi metto sul attenti per acconsentire al suo ordine. Scappo di sopra e prendo il borsone che avevo già preparato per uscire di casa ed entrare in macchina per sentire il motore ruggire e la musica elettro entrarmi dentro, dandomi ancora di più energia.
Parcheggiai al mio solito parcheggio ed uscii fuori prendendo con me il borsone e, appena sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla, scattai. Gliela afferrai e mi girai per scaraventare a terra il mio disturbatore. Appoggiai una gamba nel incavo del suo collo e gli tenni fermo il braccio che era pronto per spezzarsi con un movimento che avrei potuto fare. "Lucy, Lucy, Lucy sono Cortin. Abbassa la guardia." Lo vidi con gli occhi così sporgenti che mi sembrava un pallone gonfiato. Stava soffrendo tantissimo in quel momento.
Mollo la presa e mi avvio verso l'entrata della palestra, salutando Alex dell'entrata che prendeva iscrizione e altre scartoffie varie. Appena mi vide entrare non mi prese sul serio ma quando gli raccontai parte della mia storia, come del resto al allenatore, mi presero sul serio anche se sono, per loro, sempre una donna.
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LOCKED
Fanfiction//Prologo// "Sai cosa mi piace delle ragazzine come te?" Girò intorno a me come se trovasse piacere nel vedermi impaurita e in ansia. "Che sono tutta carne e niente arrosto." Prese il mio braccio e lo strinse così forte che non riuscii a mantenermi...