Fisica? Mai stata la mia materia preferita. E, ora, con tutta sta storia di correnti elettriche e campi magnetici, ne capisco ancora meno. Sono qui da un'ora e mezza e tutto ciò che sono riuscito a ottenere è uno schema molto confuso e confusionario, il libro colorato di arancione e un gran mal di testa.
Ho sbirciato anche il capitolo successivo e sapere che dopo questa verifica, ci attende l'elettromagnetismo, mi ha fatto venire voglia di prendere "F come fisica" e lanciarlo giù dalla finestra. Come se elettricità e magnetismo non fossero già abbastanza difficili da soli, adesso si devono pure mettere insieme. Sospiro e guardo i miei appunti. No, non ci capisco niente. Fisica maledetta. Perché in questo stupido universo, i processi naturali devono essere dettati da lunghissime leggi matematiche incomprensibili ai più? E soprattutto, perché l'uomo non si è accontentato di sapere che la corrente viaggia e ha voluto capire anche come viaggia? I pinguini non si pongono di certo questi problemi.
Poi, mamma bussa alla porta.
«Entra» borbotto. La porta si apre e mamma fa il suo ingresso in camera, mentre io continuo a osservare il teorema di Gauss con astio. Dannato Gauss. Spero sia finito all'Inferno per aver dimostrato questa sua teoria sui flussi.
«Cosa fai di bello?» mi chiede mamma. Cerco di capire anche solo mezza parola di queste quaranta pagine. Vorrei poter dire che per me questa roba è arabo, ma il fatto è che l'arabo lo capisco. Gauss no.
«Studio fisica.» le rispondo. Si mette dietro di me, appoggia un piatto con sopra un panino sulla scrivania e curiosa ciò che sto facendo.
«Interessante, no?»
«Incomprensibile» ribatto, poi sospiro. «Cos'è quello?» domando, indicando il sandwich nel piatto.
«La merenda. Tacchino e pomodoro» spiega, con un sorriso. Ricambio, mentre ne prendo un morso. Buono.
«Grazie» borbotto, con la bocca piena.
«Adam... non parlare con la bocca piena... non fare l'incivile» mi rimbrotta, scuotendo la testa e sedendosi sul letto di Sal.
«Scusa» dico, mesto, ancora masticando il boccone. Lei mi lancia un'occhiata abbastanza eloquente e io ridacchio, mentre sospira.
«Come devo fare con voi?» chiede, retorica, con gli occhi chiusi. «Tu e tuo fratello... due bestie» continua, sarcastica. Rido ancora e lei mi sorride, per poi fare un'espressione un po' più seria. «Ho chiamato Dani» afferma. Panico. Totale. Perché mai avrebbe dovuto chiamare Dani? Ok, lo posso intuire. Ma perché l'ha fatto?
«E... perché?» domando, spaventato, appoggiando il panino nel piatto.
«Perché, siccome a me non dici mai niente, ho cercato di... estorcere informazioni al tuo ragazzo» risponde, pacata. Che disastro. Chissà cosa le ha detto. Ma poi, si è fatto corrompere così facilmente? Stupido. Stupido-stupido-stupido. «Ho scoperto che posso avere molta più autorità su di lui che su voi due. È bastato un goccio di terrorismo psicologico e si è sciolto come neve a luglio» sogghigna, malefica.
«È scorretto colpire l'anello debole della coppia...» brontolo.
«In amore e in guerra, tutto è concesso»
«Sei tremenda». Ridacchia e fa spallucce, come se non le interessasse, poi torna seria.
«Tesoro... sono preoccupata... anche Dani lo è... lo siamo tutti». Lo so, che lo sono perché non mangio tanto come prima. Di tre pasti che facevo di solito, ne faccio solo due, incompleti e nemmeno tutti i giorni. Se ci sono più portate, mi limito a mangiarne una, se, invece, sono piatti unici, è davvero ardua che io riesca a finire tutto quanto. Credo di aver perso qualche chilogrammo, ma sono assolutamente certo che tutta questa storia sia riconducibile a un disagio psicologico, piuttosto che a uno fisico. Mangio tanto e volentieri solo quando non sono in casa, o quando, per qualche assurdo motivo, non c'è papà. Il che è un problema, perché non posso avere una nutrizione troppo squilibrata. L'ultima volta che non c'era nessuno a casa mia a pranzo mi sono fatto praticamente mezzo chilo di pasta, più il secondo e tutto ciò non va per nulla bene. Dani ha perfettamente ragione, non mi fa affatto bene alternare digiuno parziale con abbuffate saltuarie. Credo che nella testa di mamma si siano affollate immagini di me, anoressico o bulimico, in un letto d'ospedale, che vengo nutrito tramite sonde gastriche, o altri strani aggeggi. Di base, è papà quello paranoico, ma lei è riuscita abbastanza bene a rimpiazzarlo, con consigli e raccomandazioni di ogni genere. Anche quando esco, mi si accolla sempre, chiedendomi ogni singolo dettaglio dei miei piani. Sicuramente, lo sta facendo per rendermi meno traumatico questo periodo, non perché sia veramente così apprensiva, non lo è mai stata.
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Corda del Sol
Romance"Questo quarto anno si sta rivelando più noioso del previsto, decisamente meno "nuovo" del primo e del terzo, più difficile del secondo. In più, in questa classe di cerebrolesi, mi sono scelto come compagna di banco un fantasma assenteista. Non pret...