Tasche e spumante

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«Ma ne siamo sicuri? È piccino...» piagnucola papà. Sono d'accordissimo. Super d'accordo. Troppo piccolo, non lo voglio con me.

«Non è vero!» sbotta Sal, con le braccia al petto, gonfiando le guance. Dani ridacchia, continuando a masticare la sua radice di liquirizia. O meglio, la sua radice di liquirizia scroccata a questa casa. Sta viziando mio fratello. Troppo. Gli ha regalato il suo vecchio telefono a Natale, questo stupido. Un cellulare a undici anni. Non va bene, poi non posso mica avere sia un fidanzato, sia un fratello ritardati.

«Sei piccolo, Sal, non puoi decidere tutto tu...» ribatte papà.

«Ma è con Adam...» aggiunge mamma.

«Sono con Adam!» ripete Sal. Dani, ti uccido. Tu e le tue stupidissime idee. Cazzo, ma vuole davvero accollarsi il mio fratellino a Capodanno?

«Sì, ma non è solo con Adam. Ci sono anche Danie... Dani e Dario...» continua papà. «Senza offesa» precisa rivolto a Dani, che scrolla le spalle. Almeno è consapevole di essere un completo disastro, immaturo e irresponsabile. «E questo... com'era? Edoardo? E chi è questo Edoardo? No, Salem, sei piccolo. Se vuoi ci puoi andare un pomeriggio. O un sabato sera qualunque. Non a Capodanno»

«Uffa, papà, ma io non voglio stare con voi!»

«E ci starai. Adam ci è stato tutto questo tempo...»

«Ma Adam è uno sfigato!»

«Hey!» sbotto.

«Non chiamare tuo fratello sfigato, Sal...»

«Bhe, ma lo rimane!»

«Non è questo il punto, Sal. Sei piccolo, niente Capodanno fuori con dei... diciottenni spericolati...»

«Dai, c'è Adam, non fare il brontolone» borbotta mamma.

«Ascolta tua moglie, Raja, ce lo prendiamo noi, così voi ve ne state tranquilli l'ultimo dell'anno» s'intromette Dani. Deve smetterla di aprire la bocca e avere pessime idee. Ma come gli viene in mente? Dai, che palle, Sal anche a Capodanno no.

«Siamo tre contro due! Vado con Adam e Dani!» esclama lui con un sorrisone.

«Il voto di Dani non conta» brontolo io.

«Certo che vale!»

«Sal, ragiona, hai undici anni, sei piccolo... Dani ti ha già fatto un regalone a Natale, accontentati»

«Ma non gliel'ho mica chiesto io un telefono! Non sapevo nemmeno mi facesse un regalo per Natale!». Punto per Sal. La colpa non è sua, ma interamente di Dani. «Ti prego, papà, non voglio stare a casa con voi, ci sono i miei amici e, anche se voleste uscire, non posso mica andare con voi due, siete imbarazzanti. Anche Adam è imbarazzante, ma almeno c'è Dani e lo distrae!» guaisce. Guarda tu che piccolo stratega dei miei stivali. Ma poi, imbarazzante io? Quando mai? Ok, abbastanza, ma ha ragione, verrò distratto abbastanza facilmente da Dani, che continua a ridersela, spaparanzato sul mio letto.

«Salem, non stai portando acqua al tuo mulino... e inizio a irritarmi...»

«Mamma è d'accordo, ti prego, papà, ti giuro... ti giuriamo che vengo a casa presto. E faccio tutti i compiti delle vacanze... e non mi lamenterò più se zia mi vuole parlare al telefono, anche se mi tiene quaranta minuti. Promesso. Giurin giurello. Parola di boyscout.» continua, aggrappandosi alla camicia di papà, che ha una faccia abbastanza scocciata. Non ha detto niente, ma non ha apprezzato il regalo di Dani per Sal. E dare il suo piccolo bambino in mano a... questa bolgia di finocchi imbarazzanti non lo entusiasma particolarmente. Ci sono io –ed è ok–, c'è Dani –e iniziamo a calare come qualità­–, c'è Dario –peggioriamo ancora–. Fortuna vuole che non conosca Edo, perché, sebbene io mi ritenga piuttosto omosessuale, Edoardo mi fa mangiare la polvere. Non so se è un comportamento studiato per rispecchiare esattamente lo stereotipo del ragazzo gay un po' effemminato, oppure gli viene istintivo, ma è decisamente il frocio più frocio che conosca.

Corda del SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora