Esse

265 31 0
                                    

«Non lo voglio fare!» sibilo, a bassa voce. Dani sta per rispondere, ma un paio di risolini lo distraggono.

«Tranquillo, Didì, fidati del tuo fidanzatino, il fisting può essere molto stimolante!» commenta Chiara Chicca Giora. Le mostro il medio, ignorando tutte le cose appena dette che mi danno fastidio. Primo fra tutti: Didì. Hanno deciso tutti quanti che Shadid fosse decisamente troppo lungo e non abbastanza omosessuale, quindi evviva i soprannomi! E io che recriminavo Dado... Secondo: fidanzatino? Non ho dodici anni. Terzo: fisting, manco morto. Sebbene sia la punta dell'iceberg delle cose che entrano nell'orifizio anale di determinate persone, tre dita per me vanno più che bene.

«No, no, Didì, quello lo preferisci tu!» incalza la Zorza. Dio, menomale che la scuola è finita. Come avevo previsto, è stato un Inferno. Non avevo calcolato che, essendo passata la moda di tormentare Da ed essendo Dani un genio con le battutine e il sarcasmo –dopo un paio di giorni in cui Dani ha spento tutti quanti, hanno lasciato perdere–, tutta l'ondata di merda avrebbe travolto me. Il modus operandi è diventato quello di ingoiare l'amaro boccone, ignorare il commento e tirare avanti, ma miseria se odio tutti quanti qui dentro.

«Didì, non ti eccitare, devo solo raccogliere la penna!» esclama Pagano, prima di piegarsi a novanta e prendere la sua stupida biro. Lui, lui in particolare. Lo odio da morire, vorrei fare un "colpisci la talpa" con la sua testa. Ronchi? È stupido e violento e mi terrorizza troppo per odiarlo. Pagano? Non mi tirerebbe neanche una schicchera, troppo fighetto per sporcarsi le mani picchiando qualcuno, ma è così lobotomizzato che anche il mio quoziente intellettivo si abbassa quando entra nella mia visuale.

Tamburello con le dita sul banco, molto irritato e infastidito. E sono solo le otto e un quarto. Usciamo a mezzogiorno –grazie, Conta, per avermi risparmiato una sola ora con questo reparto di nati prematuri–, ma, essendo l'ultimo giorno, i prof hanno deciso di lasciarci liberi da lezioni, o spiegazioni, come in tutta la scuola. E questa è stata la più grande ingiustizia di tutti i tempi, nei miei confronti.

«Vuoi?» mi chiede Dani, porgendomi un testicolo al cioccolato. Qualche... ho pure finito le malattie mentali per descriverli. Qualcuno ha portato dei biscotti a forma di pene, con palle annesse, di pasta frolla semplice, o al cioccolato, in modo che fossero bianchi o neri, con la punta ricoperta di glassa bianca. E la scritta sul cartone recitava letteralmente "la più grande passione di Didì".

Lo guardo in tralice. «Nemmeno fosse l'ultima cosa commestibile sulla faccia della Terra» borbotto.

«Peccato, sono molto buoni» bofonchia, continuando a sgranocchiare il biscotto. Ora lo ammazzo.

«Ma da che parte stai?» domando retorico.

«Dalla tua, logicamente, ma i bastardi sanno come fare degli ottimi biscotti» mi risponde. Sospiro e abbandono la fronte sul banco, poi sento Dani ridacchiare e la sua mano poggiarsi sulla mia testa.

«Greco, Shadid, decoro...» brontola svogliato Pavesi, da dietro la sua copia del Corriere della Sera. Ma come ha fatto a vederci, se sta leggendo? Ma poi, uno può portare dei biscotti a forma di cazzo e Dani non mi può appoggiare la mano sulla testa? Menomale che la sua materia non è interna e che questo coglione non farà parte della commissione. Perché abbiamo deciso di baciarci davanti a tutti? Che idea di merda.

«Sì, Didì, non fare l'arrapato, mantieni un po' di pudore!» afferma Arianna. Anche lei, sulla lista delle persone da uccidere. Dopo Dani, i miei, che hanno deciso di mettermi al mondo e me stesso. Incrocio le braccia sul banco e ci infilo la testa in mezzo.

«Hey, hey! Non fatemi piangere Didì!». Sono stati così entusiasti e fieri di loro e del loro soprannome del cazzo, da inserirlo in ogni singola frase che mi riguardi. Ovunque, sempre, in ogni angolo di questo girone infernale, c'è qualcuno che sta dicendo, o scrivendo, Didì, in qualche contesto. Peace and love sto cazzo, vorrei fare un'ecatombe. Ed eliminare per sempre dall'alfabeto le lettere 'D' e 'I'. Mi chiamerei Aam Sha, ma sarebbe fantastico.

Corda del SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora