Vino rosso

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Chi mi ha convinto a venire qui? Io lo sapevo, lo sapevo e io l'ho detto, che sarebbe stato un incubo, ma nessuno ha voluto ascoltarmi, come al solito. Ah, che palle, che palle.

Io avevo già dato buca, me n'ero già tirato fuori. Dario aveva voluto defilarsi per evitarsi le solite battute omofobe. Dani era rimasto da solo, quindi aveva deciso di abbandonare la nave. Ma noi tre abbiamo sottovalutato l'enorme potere femminile, la forza d'animo, la perseveranza nel rompere i coglioni. Abbiamo sottovalutato Marina, che ci è stata fatale.

Mari non voleva assolutamente mancare, per provarci col suo principe azzurro, Luca, di una bellezza prorompente e un'intelligenza singolare, a detta sua, ma non voleva rimanere da sola, nelle grinfie del nemico. Aveva bisogno di alleati, potenti, forti e temerari uomini, che le si schierassero a fianco. Quindi ha corrotto per primo l'unico single del gruppo, col suo charme, i suoi modi delicati e la sua innata sensualità. Dario è caduto ed è passato al lato nemico, convincendo successivamente il suo braccio destro, il suo fido amico, il suo Lancillotto. Daniele è stato tratto con l'inganno nell'Alleanza Oscura. Infine, gli sono bastate due moine, un po' di coccole, qualche bacio soffice e un bel po' di fusa, per fare breccia nel mio debole cuoricino e trascinarmi a questo disastro di serata.

Voglio piangere. È tutto un disastro, perché sono venuto? Ah, che merda. Questa enorme trappola chiamata con il nome in codice "Cena di classe" è una tortura. Ci sono tre –e dico tre– persone nella mia classe che sopporto. Daniele, Dario e Marina. Lei ormai è persa, con le sue continue occhiatine a Luca. Da e Dani credo stiano facendo a gara a chi beve più vino rosso. Poi ci sono io in questa bolgia di persone orrende, che sproloquiano tranquille, come se fossero amici.

Mi siedo accanto a Dani, emettendo un sospiro. Qui non c'è niente che va bene. Dani non beve tanto spesso, ma quando lo fa, rischia il coma etilico. E diventa tremendamente sdolcinato, amorevole e appiccicoso. Di conseguenza, diventa pericoloso. Manca ancora un mese alla fine della scuola, un mese e non vedrò mai più quel posto tremendo, luogo di torture fisiche e psicologiche chiamato liceo, un mese e sarò libero di essere chi voglio, sempre.

Cambierà tutto. Dani inizierà a lavorare a tempo pieno nello studio di tatuaggi, Dario andrà a vivere a Genova per l'università, dritto dritto come matricola di architettura, io farò il pendolare tra la scuola Mohole e la nostra casa col brutto divano e le pareti ottanio.

«Vuoi un po' di vino, Dam?» mi chiede Dani.

«La macchina di mia madre non ha la guida automatica, già siete fuori voi tre, in qualche modo a casa ci dobbiamo arrivare» borbotto. «Poi è...»

«...haram. Ci provo sempre, ma non ci caschi mai.» ribatte lui.

«Non mi faccio tentare da un po' di vino...»

«Ma non sono haram anche i rapporti anali?» sbiascica Da, prendendo un sorso dal suo bicchiere.

«Appunto. Già pecco abbastanza così, perché aggravare la situazione per un po' di vino?»

«Intanto, all'Inferno ci andiamo tutti e tre.» si lamenta Dani. «Noi due non abbiamo avuto la rivelazione e non siamo musulmani. Tu... rapporti anali, sesso prematrimoniale. Una volta ti sei ubriacato. A Pasquetta hai fatto qualche tiro di quello spinello di Lollo. Tanti peccati e un solo peccatore»

«Sembra il titolo di un porno...» borbotta Da.

«Bhe, ma non mi posso neanche sposare, io...» ribatto. «Poi, per la mia situazione, o anale o niente» continuo, cercando di non gridare a tutti quanti "hey, sono gay, viva il testosterone in eccesso!".

«Appunto, peccheresti lo stesso, quindi, ormai, dacci di vino. È molto buono. E ti serve. Per scioglierti, sembri un ceppo di pino, rigido e indistruttibile»

Corda del SolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora