«Wow che bel casino!» mormora Filo. Gli rispondo con un sospiro.
«Tuo padre è il primo pezzo di merda, Dani viene dopo e, infine, ci sei tu! Tre pezzi di merda! Anzi tre merde complete!» esclama Da, gesticolando. Mi nascondo nelle braccia, incrociate sul tavolo un po' appiccicoso di questo bar. Ha ragione, completamente ragione. Poi, chiama la cameriera e ordina tre Long Island. Lo guardo stupito. «Guarda che non me ne frega proprio un cazzo di quello che pensa Allah o Maometto dell'alcol, tu stasera ti bevi sto drink e non scassi la minchia» mi dice, puntandomi un dito contro. Marina è rimasta immobilizzata dal mio racconto. Poverina, non volevo traumatizzarla. Io e Dani non ci siamo più parlati e penso che il motivo per cui ci abbia paccato stasera sia proprio io. Sospiro, non ci siamo neanche lasciati in modo decente.
All'improvviso mi appare davanti un bicchiere. So che bere è haram, ma forse stasera ci vuole. Anche solo per fare un torto a papà. Non dovrei pensarla così e prendere un sorso di questa accozzaglia di alcolici vari è totalmente sbagliato. Sento un calore inquietante scendermi per la gola e penso di fare una faccia un po' schifata, perché gli altri ridacchiano.
«Ma cosa c'è qui dentro?» mormoro guardato il colore marroncino di questo cocktail, pieno di ghiaccio e con una fettina di limone misera a fare da decorazione.
«Bha, un po' di robetta: vodka, rum, triple sec e gin, poi delle schifezze analcoliche» borbotta Da. Guardo ancora il bicchiere. Forse non è una cattiva idea bere questa roba, Dio mi perdonerà, visti tutti i casini in cui sono impicciato. Ne bevo un altro sorso, un po' più sostanzioso del primo. Stavolta mi scivola nell'esofago con meno resistenza.
Ok, dovrei fermare Mari che ha appena ordinato tre tequila, sale e limone, ma questo leggero cerchio alla testa mi fa desistere. Forse è per questo che la gente beve, questo senso di leggerezza non è affatto male. Sono persino riuscito a blaterare qualcosa sui sentimenti, sul rispetto reciproco e sull'amore.
Questo bicchierino così piccolo è quasi carino da guardare, quella fetta di limone, invece, sembra di due settimane fa. Probabilmente lo è. Bhe, comunque, se si chiama "tequila, sale e limone" ci sarà un motivo, la tequila sarà da bere con il sale e con il limone.
Facciamo un mini-brindisi, Filo con il suo bicchiere di tè freddo. Povero, fa da tassista a noi tre. Ha una bella auto, più nuova di quella di Daniele. Lui e suo padre sono appassionati e hanno un'officina, quindi nonostante sia usata, hanno saputo mettere quella Polo a nuovo.
Seguo gli altri nell'ingoiare tutto di botto questo liquido trasparente e subito mi dà una bella botta in testa.
«Wow» esalo, sbattendo un po' le palpebre. Chi se lo sarebbe mai aspettato che una bevanda così simile all'acqua potesse avere una gradazione alcolica così alta? Mari mi posa la sua testa sulla spalla e questo gesto amichevole sazia un minimo la mia carenza d'affetto. Non sono, in generale, un tipo affettuoso o che cerca continuamente contatto fisico. Anzi, tutto il contrario, ma Dani un po' mi ha cambiato, in questo.
«Andiamo da Dani! Subito!» esclama Da, battendo un pugno sul tavolo. Inizio a negare, non saprei cosa dirgli e in questo stato semi-brillo non mi faccio vedere. Dani mi manca, ma non posso di certo strisciare ai suoi piedi, implorando perdono. O forse potrei? Anzi, forse dovrei, sono io in torto. No, no, anche lui è in torto. Non posso essere io quello che fa il primo passo. Devo essere un po' orgoglioso. Ma così non è che peggioro la situazione? Bhe, più tragica di così. No, potremmo litigare ancora di più e lasciarci definitivamente.
«Sì, sì, Dado, lo riconquisti!» squittisce Mari, in un'improvvisa botta di vita. Riconquistare Dani. No, no. Niente esseri umani striscianti che implorano perdono.
«Non mi sembra un'ottima idea...» borbotta Filo.
«Mi trovo d'accordo» sbiascico. Il cocktail era un goccio pesantino, considerando che comunque è stata la prima cosa alcolica che ho assunto in tutta la mia vita, lo shottino ha dato quel tocco finale di semi-sbronza, che proprio non ci vuole se voglio far pace con Dani. Dario non sembra della stessa opinione, infatti mi prende le guance in una sola mano, facendomi fare una faccia da pesce.
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Corda del Sol
Roman d'amour"Questo quarto anno si sta rivelando più noioso del previsto, decisamente meno "nuovo" del primo e del terzo, più difficile del secondo. In più, in questa classe di cerebrolesi, mi sono scelto come compagna di banco un fantasma assenteista. Non pret...