SARA
Mi lascio convincere da Giulia, mio malgrado, ad andare a casa di Stefan, almeno così ho la possibilità di vedere Damon.
Il tempo di vestirsi e prepararsi che Giulia mi ha già buttata fuori di casa, per incamminarci verso la pensione Salvatore.
Non è molto lontana da quella della mia amica, ma arrivate là, ci sorprendiamo della sua maestosità. È una casa grandissima, molto rustica e antica, con tutte le finestre e le persiane di legno. Avrà avuto almeno 3 piani, compresa la soffitta con le finestrelle circolari.
Rimango qualche momento ferma, guardando l'edificio a bocca aperta, fino a che non vedo Giulia guardarmi divertita e precedermi, dirigendosi verso l'ingresso.
Ci mettiamo davanti alla porta e cerchiamo il tastino per suonare il campanello, ma non c'è.
«Ehm, forse devi sbattere quella specie di maniglia sulla porta» propongo io.
Lei segue il mio consiglio e prova a sbatterla prima dolcemente, poi, sentendo che non sortisce il rumore sperato, prova un po' più forte. Non apre nessuno, così Giulia prova a bussare con la mano, e vediamo che la porta è già aperta.
Lei si gira verso di me e mi fa segno di entrare, così mi precede e io la seguo.
Vediamo la pavimentazione in parquet e, davanti a noi, un'entrata a volta per la gigantesca sala da pranzo.
Sono spaesata, e questa casa mi intimorisce!
Mi giro verso l'uscita, ma vado a sbattere contro dei pettorali. E non dei comuni pettorali, ma quelli di Damon Salvatore.
'Cuore, calmati!'.
Mi impallo davanti a lui, perdendomi nei suoi occhi , finché Giulia non si schiarisce la gola e mi distrae dalla persona che ho di fronte.
Mi stacco da lui e la mia amica gli chiede annoiata:«Ehm...siamo venite per Stefan, sai per caso dove possa essere?». Non sembra che Damon le vada molto a genio.
Il ragazzo, sorridendo malizioso, le risponde:«Oh beh, potrei. Cosa mi dareste in cambio?».
'Tutto ciò che vuoi!' penso io guardandolo con indosso quella sua maglietta attillata.
«Un bel niente!» risponde Giulia «gentilmente, puoi dirci dov'è?».
«Non è in casa in questo momento, ma potete riferire a me» risponde, ancora con quell'irresistibile sorriso.
«Ehm...no grazie, siamo venute solo per ridare il cellulare a Stefan, che ieri ha dimenticato a casa mia. Se lui ora non c'è, vorrà dire che passeremo in un altro momento».
Si dirige verso la porta e io, di malavoglia, la seguo.
Prima di uscire, Damon prende il braccio di Giulia, fermandola, e dicendo:«Ciao Stefan».
Alzo lo sguardo e vedo l'altro fratello entrare in casa. La mia amica si scrolla di dosso la mano di Damon e corre incontro a Stefan sorridente.
«Ciao! Scusa se abbiamo fatto irruzione in casa tua, ma pensavo che rivolessi indietro il tuo cellulare» dice lei al suo amico.
«Grazie, ma la prossima volta avvisa, okay?» dice tranquillamente lui, passando lo sguardo da Giulia a Damon. Ha un espressione un po' preoccupata, e sembra che se ne sia accorta anche la mia amica.
«Stefan, tutto bene?» chiede lei.
Lui cambia subito espressione e le sorride dolcemente:«Si tranquilla, va tutto bene!».
«Okay, ora che abbiamo compiuto il nostro dovere, possiamo anche tornare a casa. Sara, vieni?» dice Giulia, rivolgendosi a me.
Io le rispondo non molto convinta:«Ehm, va bene, vengo».
Ancora una volta, prima di uscire, la voce di Damon ci ferma:«Ehy, se volete potete rimanere ancora un po', sono sicuro che a Stefan farebbe piacere. Che ne dite?» chiede lui malizioso.
«Per me va bene!»mi giro verso Giulia «intendo, tanto non abbiamo altro di meglio da fare, perché no?» le dico supplicante.
«Ehm, okay, va bene. Stefan?»dice la mia amica.
'Evvai' penso compiaciuta.
Stefan sembra un po' scettico all'idea, ma alla fine, facendoli gli occhi dolci, riusciamo a convincerlo.
Damon sorride, mi porge il braccio e mi dice:«Bene, allora, signorina Donovan, mi consente di farle fare il giro della casa?». Rimango sorpresa della sua offerta, ma non sto a pensarci neanche 2 secondi, e gli afferro il braccio che mi ha porto.
Vedo Stefan dissentire del gesto di suo fratello, ma lui lo ferma e gli dice:«Tranquillo fratello, non la mordo mica!» per poi fargli un occhiolino divertito. E così mi trascina nella stanza di fianco alla sala da pranzo. Scendiamo le scale e capisco che questa è la stanza con tutti i libri della famiglia Salvatore e tutte le bottiglie di alcolici conservate negli anni.
Poi mi porta al piano di sopra in cui ci sono 6 camere da letto, una di Damon, una di loro zio, Zack, e le altre per eventuali ospiti, due bagni più uno in camera di Damon, e un'altra stanza che usano come magazzino.
Passiamo davanti alla camera di Damon e, senza farmi vedere, ci sguscio dentro. È una stanza molto ampia, con un bellissimo letto a baldacchino e, con mia grandissima sorpresa, è molto in ordine.
Sento Damon che mi arriva dietro e così mi giro per dirgli:«Wow, mai vista una camera così ordinata! I miei complimenti». Gli do una pacca sulla spalla e ritorno in corridoio compiaciuta.
Continuiamo il giro a casa, e adesso è il momento di visitare la soffitta. Qui ci sono solo 2 stanze, cioè un bagno e una camera da letto, quella di Stefan. Noto che anche la stanza del fratello minore, nonostante sia più piccola, è molto in ordine.
'Che ragazzi prodigio! Nemmeno la mia camera è così ordinata' penso io.
Guardo fuori dalla finestrella circolare e vedo che Stefan e Giulia stanno rientrando in casa, così torniamo di sotto, facciamo un ultimo giro delle stanze, ma non il seminterrato, per la mancanza di tempo, e ci riuniamo con gli altri due.
Oggi ho capito che Damon non è solo il solito bad boy barboso, ma sa essere simpatico, con le sue battute maliziose, e anche un degno gentiluomo.
'Mi piace!'.GIULIA
Non mi fido a lasciare da sola Sara con Damon, dai racconti di Stefan non mi sembra una persona di cui avere fiducia. Ma ho fiducia nella mia amica e so che non farebbe mai niente di stupido. Vedo che nemmeno Stefan è molto convinto a lasciarli da soli, ma riesco a convincerlo a seguirmi fuori per parlare un po'.
«Dimmi Stefan, pensi che tra quei due possa nascere mai qualcosa?".
Lui mi guarda tristemente:«Damon non è capace di amare davvero, e, da quel che ho conosciuto di Sara, posso intuire che lei abbia bisogno di un amore vero, e non so se Damon possa darglielo«.
Sento che Stefan con suo fratello si è arreso, perciò non riesco proprio a non dissentire:«Tutti cambiano davanti all'amore, anche Damon, serve solo la persona giusta che gli faccia provare le emozioni giuste».
«Già, lo spero tanto per Damon, davvero» dice lui «cambiando discorso: dopo domani ci sono le selezioni per la squadra di football, e volevo chiederti se per te è il caso che io mi iscriva o no».
Sono felice che Stefan chieda consiglio a me, mi fa sentire importante.
«Secondo me, è giusto che tu faccia quello che ti senti di fare, senza preoccuparti del giudizio degli altri! Sono sicura che andrai alla grande, e se vuoi posso mettere una buona parola per te con Tyler, che è il capo della squadra e mio grande amico» gli dico facendoli l'occhiolino.
«Ahah no tranquilla, voglio farcela con le mie sole forze, ma grazie comunque! E grazie per il consiglio, sei unica» mi dice sincero, dandomi un dolce bacio sulla guancia.
Sento il cuore che inizia a battere come un tamburo, e cerco di non farlo a vedere troppo. Sorrido dolcemente a Stefan, e ci incamminiamo verso casa. Ci ricongiungiamo con Sara e Damon. Lei sembra molto felice di aver passato il pomeriggio con il fratello di Stefan, e non so se è una cosa positiva o negativa. Prima di uscire lo vedo salutare Sara con il baciamano, e lei diventa subito rossa, ma si è messa a ridere di gusto, e io cerco di trattenere un sorriso divertito.
Torniamo ognuna a casa propria, augurandoci una buona domenica e un buon ritorno a scuola il lunedì.
Passo il resto della giornata a fare i compiti e a messaggiare con Stefan sul cellulare, con cui avevo scambiato il numero di telefono la sera del giorno prima, e poi vado a letto.
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L'inizio della nostra nuova vita...
FanficQuesta è la storia di due ragazze, Giulia e Sara, che si conoscono per caso nella scuola di Mystic Falls e diventano subito amiche. Giulia vive in questa città fin da piccola e per lei sarà ancora più difficile affrontare i segreti che cela, ma gra...