17) Giornata normale...o quasi

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SARA

La giornata di ieri è passata, fortunatamente. Non possiamo fare altro che sperare che quest'oggi non sia così tragico, perché sarebbe davvero difficile da sopportare.
Damon è rimasto a dormire da me anche stanotte, e gliene sono infinitamente grata. Ormai faccio fatica anche solo ad entrare in una stanza buia da sola, e avrei proprio bisogno che quei vampiri da strapazzo se ne andassero per sempre dalla città, in modo da poter uscire di casa senza dover avere sempre la scorta al mio seguito, in caso qualcuno mi attaccasse.
I miei genitori mi hanno chiamata e mi hanno informata del rinvio del loro ritorno a domani mattina, perciò oggi, che è sabato, ho via libera per fare tutto ciò che voglio.
Ho già organizzato la mia giornata: compiti (sfortunatamente), shopping e poi...ancora shopping!
Da quando sono arrivata a Mystic Falls, non ho ancora avuto il piacere di fare un giro tra i negozi e le bancarelle dei fine settimana, ma oggi posso finalmente farlo.

Digito il numero di Giulia, pensando che un po' di svago le potrebbe fare bene, e dopo pochi squilli, la mia amica risponde con voce assonnata: "Pronto...".
"Ciaoo, sono Sara! Oggi pomeriggio ti va di venire con me e Damon a fare shopping?". Segue un attimo di silenzio e la sento sospirare, così cerco di spronarla a rispondere:"daiii?".
"Come fai ad essere così vivace alla mattina presto?" mi chiede sconcertata.
Mi metto a ridere come una scema e le rispondo:"Presto? Guarda che sono le 11 e mezza, cara mia! Alza il tuo bel sedere da quel letto e alle 14 ti voglio a casa mia pronta con il portafoglio in mano".
Posso immaginare il sorriso che è cresciuto sulle labbra della mia amica, che mi risponde:"Okay okay, ho capito. Però prima avrei bisogno di andare al Grill per parlare con Piero di mio fratello...". Si ferma subito, accorgendosi che non so di cosa stia parlando, così continua dicendo: "vabbè, ti spiego tutto oggi!".
Sono ancora incerta, ma rispondo:"Ehm...va bene" mentre in camera vedo arrivare Damon con un asciugamano attorno alla vita, dopo aver fatto la doccia.
Saluto la mia amica, imbarazzata per l'entrata del ragazzo:"Allora non fare tardi, ok? A dopo!" non aspetto la risposta e interrompo la chiamata.
Mi giro verso Damon e lo vedo guardarmi malizioso, e io mi sento avvampare. Vedo che mette le mani sull'asciugamano, e mi copro subito gli occhi.
"Damon, copriti!" gli urlo lanciandogli i jeans e la maglietta "cretino!".
Ho ancora la mano davanti agli occhi e dopo poco me li scopro per vedere se si è vestito e, vedendolo con i jeans, mi giro e mi metto a sistemare le coperte del letto.
Sento Damon avvicinarsi a me e prendermi per i fianchi, così da farmi girare, e, con il suo solito sorrisetto, mi dice:"Oh ma dai, vuoi dirmi che non avresti voluto vedermi nudo?!".
Faccio un'espressione da finta pensierosa, e poi, mettendomi a ridere, gli rispondo:"Ehm, veramente...no!". Gli faccio la linguaccia e mi rigiro verso il letto, facendo l'indifferente, anche se so bene che la mia vera risposta sarebbe decisamente un'altra. Sento lo sguardo di Damon puntato sulla mia schiena, e mi sento avvampare ancora di più.
"Mhh come sei cattiva!" dice lui offeso, allontanandosi e andato verso il bagno per asciugarsi i capelli ancora umidi.
Mi metto a ridere e, finendo di mettere a posto il letto, inizio a preparare i soldi presi di nascosto dai miei nel portafoglio, mettendolo dentro alla mia borsa di cuoio rosso.

Io e Damon decidiamo di andare a mangiare al Grill, e avverto Giulia di raggiungerci lì, insieme a Marco.
Ci prendiamo un buon piatto di pasta al sugo e una bibita gassata, e finito di mangiare ci mettiamo ad aspettare la ragazza al bancone, insieme a Piero.
Alle 14:30 precise arriva la mia amica, la saluto con un abbraccio e la faccio accomodare vicino a noi.
Saluta calorosamente Piero, e non me ne sorprendo, dopotutto ha salvato la vita sua e di Marco, e lei, soltanto con lo sguardo, riesce a fargli capire tutta la sua gratitudine.
Subito le chiedo perché aveva bisogno di parlare con Piero di suo fratello, dato che da stamattina sono in preda alla curiosità.
Lei mi risponde sospirando, e capisco immediatamente che la faccenda è seria, e io l'ho sicuramente presa sottogamba.
"Allora, che succede?" le richiedo più preoccupata di prima.
Lei mi guarda intensamente e mi risponde:"Ieri sera, Stefan mi ha illuminato sul fatto che...mio fratello è uno stregone e...".
"Aspetta. Che cosa?" chiedo io, quasi urlando, sicura di aver capito male.
Sospira sconsolata, e posso immaginare i pensieri che si stanno creando nella sua testa:"Marco è uno stregone".
Non ho sentito male allora.
'Okay, questa non me l'aspettavo proprio' penso tra me e me confusa.
Da non saperne nemmeno l'esistenza, sono passata ad avere addirittura due stregoni nella mia cerchia di amici a Mystic Falls.
"Ma come è possibile?" le chiedo io.
Sospira di nuovo, si gira verso il nostro amico barista e risponde:"Non lo so. So solo che ora ho bisogno del tuo aiuto, Piero".
Mi giro anch'io verso di lui, aspettandomi di vederlo sorpreso quanto me o di più, ma, inaspettatamente, vedo il suo viso sereno e sorridente, rivolto a Marco e Giulia.
"Certo, non c'è problema, chiedimi pure tutto quello che vuoi. Ti sembrerà strano, ma non vedevo l'ora che capissi i poteri di Marco! Io l'ho capito sin dal primo momento in cui l'ho visto" dice Piero con un aria da superiore.
Guardo Giulia, ed è anche lei estremamente sorpresa, e inizia con le domande a manetta:"Che cosa? Lo sapevi? Come? Perché non me l'hai mai detto?".
Lui si mette a ridere, ma smette subito, capendo che non era il momento adatto per lasciarsi andare all'ilarità:"Ehm, l'ho saputo solo toccandolo. Noi stregoni...capiamo al tatto chi è come noi o chi invece è diverso, come ho scoperto che tu e Stefan siete vampiri" dice girandosi verso Damon.
Guardo il ragazzo e noto dalla sua espressione che nemmeno lui è sorpreso della scoperta, così gli chiedo:"Lo sapevi anche tu?".
Abbassa lo sguardo e mi risponde:"Si, beh, anche noi vampiri abbiamo un certo, diciamo...fiuto per riconoscere le streghe e gli stregoni. Con gli anni ti ci abitui".
Sono sempre più sorpresa. La mia vita sta cambiando irreparabilmente senza che io nemmeno me ne accorga.
Giulia prende la parola, dopo un lungo silenzio:"Comunque, tornando a noi, ho bisogno che tu faccia da insegnante a Marco. Sei uno stregone anche tu, e sai già abbastanza incantesimi contro i vampiri, come quello di ieri. Voglio che non si trovi più in situazioni simili senza sapersi difendere" dice rivolgendosi a Piero.
L'amico la guarda comprensivo, capendo le sue preoccupazioni come se fossero sue, e le risponde:"Certo, per me è un onore! Pensa a quanto è bello per me avere come allievo uno stregone che ha iniziato a mostrare le sue prime doti magiche a soli 11 anni, quando di solito succede a 16!" poi si gira verso Marco, che non ha ancora detto una parola dalla sua entrata nel bar "ti giuro che ti insegnerò tutto ciò che so".
Lui annuisce con un mezzo sorriso, e si gira verso la sorella:"Ora posso a casa? Sono stanco morto".
Lei gli sorride:"Certo, piccolo, vai a riposarti. Damon ti accompagna a casa".
"Voglio andare da solo, non sono un bambino! E ho bisogno di muovermi un po', perciò ci vediamo stasera. Ciao" ribatte lui un po' scontroso, ma con coraggio, e ci saluta con la mano.
Vedo Giulia che prova a ribattere, ma non fa nemmeno in tempo che Marco è già fuori dall'edificio. La sento sospirare e sussurrare:"Bah...bambini".
Le metto una mano sulla schiena e la consolo dicendo:"Dai non pensarci. Ha ragione a voler avere un po' di autonomia. Vedrai che andrà tutto bene. E poi ora dobbiamo andare a fare shopping, perciò ti tiro io su di morale".
Lei incrocia le braccia sul bancone e ci appoggia il mento sopra, borbottando:"Veramente, lo shopping mi ha sempre messo di malumore".
"No non ci credo. Mi rifiuto di crederci! Non ti piace fare shopping?" le chiedo io completamente scandalizzata.
Lei scuote la testa imbronciata.
La guardo come se fosse un alieno e affermo con fermezza:"Tu non sei umana!".
Lei, Damon e Piero si mettono a ridere come dei matti, e io insieme a loro.
"Allora, andiamo? Ho bisogno di distrarmi, in qualunque modo possibile" dice la mia amica supplicante. Così usciamo dal Grill e ci avviamo verso il centro, dove ci sono tutti i negozi di abbigliamento e vari.
"Ah Giulia, Stefan dov'è? Pensavo che sarebbe venuto con noi" chiedo io, accortami solo ora della sua assenza, mentre siamo in macchina diretti al centro commerciale più grande della città.
Lei sembra sorpresa della domanda:"Ehm...è dovuto andare via con urgenza. Non so come mai" risponde vaga con un sorriso tirato.
Non c'è bisogno di conoscerla da tutta la vita per capire che mi sta nascondendo qualcosa, ma decido di non domandarle nient'altro, e le faccio cenno di aver capito.
Arrivati davanti all'edificio, Damon parcheggia la macchina e noi lo precediamo all'interno del negozio, senza aspettare che prenda le borse per metterci dentro le compere.
Trascino Giulia all'interno del primo negozio di abbigliamento che vedo entrando, e noto un sacco di magliette e maglioni carini della stagione invernale. Prendo un po' di cose che mi piacciono, le metto in mano alla mia amica e mi dirigo verso i camerini per provarli, dicendo a Giulia di seguirmi. Mi provo una maglietta bianca con delle scritte strane, in una lingua che non conosco, con sopra una felpa blu notte.
'Sto veramente bene!' penso mirandomi allo specchio.
Apro le tendine e guardo Giulia seduta su uno sgabello, per farmi dire che cosa ne pensa del completo.
La sua risposta vaga fu:"Si si, carino" senza nemmeno guardarmelo addosso.
Le lancio uno sguardo sospettoso, e lei risponde con uno sguardo confuso.
"Che c'è?" mi chiede lei, infastidita.
"Che hai TU?" gli chiedo io quasi urlando "non capisco, è tutto il giorno che non fai un sorriso" dico io un po' frustrata, per non essere riuscita a strappare un sorriso alla mia amica.
Ora vedo che il suo viso è un po' dispiaciuto, e forse riesco a capire cosa le succede.
"È per Marco? Sei preoccupata per lui?".
Prima di rispondermi tentenna un attimo, ma poi si convince:"No, l'ho chiamato prima, e mi ha detto che si è chiuso in casa e starà attento a non fare entrare nessuno".
"Allora cosa ti preoccupa?" le chiedo insistente e preoccupata.
"Niente, davvero..."

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