19) Che il piano abbia inizio

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STEFAN

La mattina dopo, io e Giulia decidiamo di andare alla pensione dei Salvatore per decidere insieme a Damon e Sara il piano per impedire ai vampiri di continuare a vivere in città, ma soprattutto di impedirgli di fare ancora del male alle persone a cui teniamo solo per la loro stupida vendetta. Giuro su qualsiasi cosa a me cara, che se provano ancora a fare del male a Giulia strapperò a tutti loro il cuore, a uno ad uno, fino ad ammazzarli tutti, per poi gettare i loro corpi essiccati nell'immondizia.
Formulando questi pensieri, mi giro verso Giulia, mentre stiamo camminando sul marciapiede, e la vedo guardarmi preoccupata, probabilmente per la mia espressione arrabbiata.
«Stefan, tutto bene?» mi chiede apprensiva.
Le rivolgo un sorriso dolce, togliendomi dalla testa quei maledetti vampiri, e cercando di rassicurarla:«Si tutto bene, tranquilla. Stavo solo pensando».
Mi prende la mano, e mi chiede:«A che cosa?»
Penso alla risposta, ma poi decido di dirle la verità, non voglio avere segreti di nessun genere con lei:«Stavo pensando ai vampiri del 1864...penso che potrei non rispondere più delle mie azioni se dovessero riprovare a farti del male, o a fare del male alle persone a cui vuoi bene. Non vedo l'ora che se ne vadano, e spero il prima possibile, perché in caso contrario, non ho intenzione di aspettare i comodi delle famiglie fondatrici».
Le stringo la mano, ma lei la stacca per poggiarmela sulla guancia, e mi dice teneramente:«Sei dolce a preoccuparti per me e a tutte le persone a cui tengo, ma devi mantenere la mente lucida, ok? Farti arrabbiare è proprio quello che vogliono e tu non devi dargli questa soddisfazione».
Le sorrido, e la bacio con passione.
È la ragazza più coraggiosa che io abbia mai incontrato. Sa di essere un'umana, perciò fragile in confronto ai vampiri, ma questo non la spaventa, riesce a sorridere anche quando è spaventata e affronta i pericoli a testa alta. Io sono preoccupato per lei, che le possa succedere qualcosa stando accanto a me, mentre lei si preoccupa, non tanto per se stessa, ma per tutti gli altri, e questo è un aspetto del suo carattere che amo.
In questo momento voglio solo stringere il suo corpo esile tra le braccia, e non lasciarlo mai.
Però, di malavoglia, ci stacchiamo l'uno dall'altra, ci riprendiamo per mano sorridenti e continuiamo la strada verso il pensionato.

Per fortuna, lo troviamo con la porta aperta come sempre, tanto nessun vampiro potrebbe mai entrare, se non con il permesso.
Apriamo lentamente la porta ed entrando ci troviamo davanti una scena inaspettata e abbastanza traumatizzante.
Damon sta scendendo le scale davanti a noi con un asciugamano attorno alla vita e i vestiti di Sara in mano, con il suo sorrisetto beffardo, seguito da una Sara indaffarata ad allacciarsi un asciugamano attorno al corpo, con un turbante in testa che contiene i capelli bagnati.
«Damon, dammi i vestiti!» urla la ragazza a mio fratello, che si mette a ridere, continuando a scendere le scale tranquillo. Arrivato in fondo, Sara lo raggiunge e gli ruba i vestiti dalle mani, e, finalmente, si accorgono entrambi di essere osservati.
Vedo l'espressione della ragazza diventare tra il sorpreso e lo spaventato, e cerco di trattenere le risate, vedendo quella scandalizzata di Giulia.
'Oh già, mi sono completamente dimenticato di raccontarle la storia di Damon e Sara, quando giocavano agli spogliarellisti' penso, maledicendomi mentalmente per essermelo fatto passare di mente.
Metto una mano sulla spalla alla mia ragazza, impedendole di saltare addosso a Damon, dato che so non le è mai andato a genio, meno che mai con la sua migliore amica.
Damon ci guarda inespressivo, e sospira ironico:«Giulia, Stefan. Ciao».
«Giuro, vi posso spiegare tutto!» dice Sara mettendo le mani avanti, rivolgendosi a noi.
Sento la spalla di Giulia irrigidirsi, e subito scatta dicendo:«Ti prego, dimmi che non siete andati a letto insieme!? Si può sapere che succede?».
Okay, è troppo arrabbiata e confusa, così decido di prendere io la parola:«Giulia, calmati, ora ci spiegheranno tutto, non è vero?!» dico rivolgendomi poi ai due.
Lei mi lancia uno sguardo un po' arrabbiato, ma anche curioso di risolvere la questione.
Sara ci guarda intimorita per la reazione della sua amica, e risponde:«Okay, ma non è come pensate! Io e Damon ci siamo solo fatti una doccia, assolutamente separati! Ma lui, essendosi fatto la doccia prima di me, mi ha rubato i vestiti appoggiati sulla maniglia e della porta e io lo stavo rincorrendo per farmeli ridare. E poi, beh, siete arrivati voi» si ferma per riprendere fiato dal lungo discorso fatto senza quasi respirare, e continua rivolgendosi direttamente alla sua amica, con espressione ancora più colpevole «mi dispiace, avrei dovuto dirti ciò che succede con Damon. Ma giuro che ti spiegherò tutto, Giulia, solo che avevo paura che ti arrabbiassi, come infatti è successo ora».
Vedo l'espressione della mia ragazza addolcirsi davanti allo sguardo dispiaciuto della ragazza, così faccio per attirare la sua attenzione e le sorrido teneramente.
«Damon, vieni nel seminterrato con me. Lasciamole parlare da sole».
Dó un bacio sulla guancia a Giulia, lei mi mima un "Grazie" con le labbra e trascino Damon giù per le scale, dopo averlo lasciato salutare Sara.
Nello scendere le scale, Damon prova a convincermi che non c'è da preoccuparsi per questa storia e che si risolverà tutto, ma appena arriviamo in fondo mi sento già stufo di ascoltarlo.
Mi giro di scatto verso di lui, e gli dico con voce dura:«Senti Damon, smettila va bene!? Sara è una brava ragazza, è troppo gentile perché tu possa rovinarle la vita, perciò sta alla larga da lei!».
Lo so che sono duro, ma non permetterò a mio fratello, che è ha sempre distrutto la mia felicità nel corso degli anni in cui abbiamo vissuto da vampiri, di rovinare anche la vita di un'umana che ha ancora tutta la vita davanti.
Lui mi guarda sconcertato, quasi disgustato dalla mia accusa, e mi risponde:«Che cosa credi? Che la farei soffrire e le farei del male? Beh, ti sbagli di grosso Stefan».
«Ah si, e perché mai dovrei sbagliarmi? Non sei mai riuscito ad amare nessuna persona durante tutta la tua vita, anzi hai ucciso ogni ragazza che ha provato ad amarti dopo esserci andato a letto, perché con Sara dovrebbe essere diverso?».
Damon, dopo aver assunto un'espressione sofferente, mi risponde in un sussurro:«Non lo so...so solo che non mi sono mai sentito così bene come quando sto con Sara. Non so perché dovrebbe essere diverso rispetto a tutte le donne con cui sono stato durante questi secoli, ma quando la guardo sento un calore proprio qua» dice indicando il centro del petto «e quando non c'è, sento la sua mancanza e vorrei averla vicina sempre.
Per questo ti dico che non le farei mai del male...perché non ne avrei mai il coraggio».
Stiamo in silenzio per qualche secondo, guardandoci negli occhi a vicenda come facevamo solo da piccoli, e in questo momento mi sembra che sia ritornato lo stesso Damon che mi consolava quando nel bel mezzo della notte facevo incubi sulla mamma.
«Tieni davvero così tanto a lei?» gli chiedo in un soffio.
«Come non ho mai tenuto a una nessuna» mi risponde lui sincero. E gli credo.
Gli sorrido teneramente, facendoli capire il mio assenso per la loro storia, sperando con tutto me stesso che mio fratello non abbia un'altra delusione, dopo Rose, la vampira con cui aveva avuto una storia d'amore dopo essere diventato vampiro.
«Okay, fratello, ti credo. E se davvero per te è così importante, ti aiuterò a conquistarla. Sono con te».
Mi sorride dolcemente. Un sorriso che gli accende il viso, come da bambino, e in un impeto di gioia, mi abbraccia teneramente stringendomi a lui e sussurrandomi:«Grazie, Stefan».
Sorriso e lo abbraccio a mia volta:«Figurati» gli dò una pacca sulla spalla e gli dico «dai, ora fammi parlare con quei vampiri stronzi che abbiamo rinchiuso qui sotto. Ho tante cose da dirgli, ma soprattutto da fargli».
Mi sorride sadico, e mi fa strada verso la prigione sotterranea che la famiglia Salvatore ha voluto costruire per rinchiuderci i vampiri.
Non è un luogo molto ospitale, ma penso che sia una cosa abbastanza normale.
Damon apre la serratura della prima porta del corridoio, a destra, e mi invita con la mano ad entrare. Non sto neanche a pensarci, che mi catapulto subito dentro alla cella, e vedo che mio fratello ha fatto davvero un bel lavoro con loro.
Sono entrambi attaccati al muro con catene molto robuste, in modo che non possano essere spezzate, e sono distanti l'uno dall'altro. Damon ha circondato il loro viso con uno straccio, probabilmente intriso di verbena per le macchie di bruciatura che vi spuntano sotto, perciò i due vampiri non si possono vedere a vicenda.
«Ottimo lavoro Damon» dico rivolgendomi a mio fratello, mentre mi abbasso verso al vampiro davanti a me e gli tolgo la benda dagli occhi.
«E ora veniamo a noi, Kaleb» dico all'uomo che mi ha rovinato le nostre vite «che ne dici di parlarci del nascondiglio della tua combriccola di vampiri?».
Lui sputa la verbena che aveva in bocca sul pavimento di fianco a me, e mi risponde beffardo:«Costringimi».
«Non c'è problema» dico, mentre prendo il pugnale di legno che ho nella tasca dietro dei jeans e gliela conficco nel costato, dicendo:«Questa è per il male che avete fatto a Giulia».
Sfilo il pugnale dal corpo e, con un altro gesto fulmino, glielo conficco poco più sotto del cuore, sfondandogli qualche costola della cassa toracica:«E questa è per Pearl».

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