10) Il segreto di Stefan

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GIULIA

Passati i giorni di riposo, arriva l'ora di tornare a scuola e, per la prima volta in tutta la mia vita, non vedo l'ora di andarci. Riesco addirittura a svegliarmi in tempo, faccio colazione e mi preparo con comodo.
Arrivo a scuola abbastanza presto, così mi metto a parlare con i miei amici Tyler e Loris.
Suona la campanella e vedo che arriva Stefan, così lo aspetto.
«Hey, come va?» gli chiedo io avvicinandomi.
«Ciao! Bene dai, tu?» mi risponde lui sorridente «vedo che oggi sei riuscita ad arrivare in tempo ahah». Mi metto a ridere:«Ahah già, ho dormito talmente bene stanotte che mi sono svegliata bella riposata e con la giusta voglia di affrontare un altro giorno di scuola. Comunque tutto bene, grazie». Arriviamo in classe di scienze, prendiamo posto in due banchi vicini, e nel giro di pochi minuti, arriva il professor Fell.
Negli ultimi giorni non faccio altro che pensare a Stefan, al suo sorriso e ai suoi occhi verde speranza. Non so il perché, ma penso di essermi presa una bella cotta per lui.
Mentre faccio questi pensieri, sento il prof che ci da i compiti per la prossima volta:«Allora ragazzi, per la prossima lezione voglio che formiate dei gruppi di due persone, ognuno dei quali dovrà fare una ricerca sulle diverse fasi di scissione di un gamete, elencandole e descrivendole...» suona la campanella e il prof raccoglie la sua borsa «allora, ci vediamo la prossima volta con i compiti. Arrivederci!».
«Arrivederci professor Fell!» dice in coro la classe.
Esco velocemente dall'aula , adesso ho l'ora di italiano e non posso tardare, ma mi fermo un attimo con Stefan per chiedergli imbarazzata:«Ti va di venire a casa mia, subito dopo scuola, per fare la ricerca? Così almeno mi aiuti un po', che non sono molto brava in scienze».
Lui mi rivolge il suo inimitabile sorriso e mi risponde:«Per me va bene, e poi mi piace aiutare le persone. Così almeno iniziamo anche a fare il compito di storia».
'Ah già, il compito di storia, me ne ero dimenticata!'.
«Okay, grazie mille, davvero» lo ringrazio io con un sorriso.
«Di niente, per te questo ed altro!».
'Oh mio Dio, che dolce!' penso io.
Mi accorgo di essere in ritardo, e gli dico:«Ora devo andare, ci vediamo all'intervallo. Ciao!».
Ricambia il mio saluto e me ne vado subito, correndo.
Passano anche le altre due ore di lezione, e finalmente suona la campanella e mi ritrovo subito davanti Stefan.
«Hey, andate bene le lezioni? Io sono annoiata a morte» gli dico io.
«Ahah no beh, non più noiose delle altre volte».
Mi metto a ridere della sua risposta e lo porto a parlare fuori dalla scuola, dove c'è meno rumore. Ci appoggiamo al muro laterale della scuola e continuiamo ad argomentare sulle nostre lezioni.
«Ahah poi c'è un professore che quando si arrabbia fa una faccia così...» e imito una smorfia spaventosa che ho visto fare dal mio prof di lettere.
Ci mettiamo entrambi a ridere come matti e appena smettiamo, vedo Stefan che mi si avvicina con uno sguardo dolce.
'Okay...ora vado in iper ventilazione, non può guardarmi in questo modo!' penso io.
Mi appoggia una mano sulla guancia e mi dice dolcemente:«Sai? Sei bellissima quando ridi».
'Oh.my.God'.
Rimango immobile contro il muro, e lui fa per avvicinarsi ancora di più.
Siamo vicinissimi, e sento il battito del mio cuore accelerare velocemente. Manca un millimetro e finalmente potrò sentire le sue labbra sulle mie.
'Ci siamo quasi' penso io.

«Giulia!».

Sento la voce di Sara chiamarmi e Stefan che si allontana da me imbarazzato.
Arriva di fronte a noi e ci guarda, dopo qualche secondo ci dice:«Oddio, scusate, ho interrotto qualcosa?».
«No, figurati, tranquilla!» risponde Stefan velocemente, mentre io guardo la mia amica con grande odio.
«Ehm...sono venuta per dirvi che la campanella è già suonata. E, Giulia, il prof Forbes ti sta cercando!».
A sentire queste parole inizio subito a preoccuparmi:«Oh cavolo, grazie per avermelo detto! Scusate, scappo».
Corro in classe e, come scusa, dico al prof che sono stata male ed ero andata in bagno.
Mi metto seduta al banco e vedo i miei compagni di classe allontanarsi con i banchi, per tenermi in quarantena.
Sbuffo per loro comportamento 'Bei compagni eh!'.
Per tutta la lezione di filosofia e quella successiva non faccio altro che pensare a quel mancato bacio con Stefan.
'Ma che mi succede?' penso mettendo le mani tra i capelli.
Suonata la campanella alla fine della mia ultima lezione, esco da scuola e aspetto il mio amico. Lo vedo arrivare poco dopo, si avvicina a me e io saluto i miei amici con cui mi ero messa a parlare.
Ad un tratto, l'attenzione di Stefan viene attirata da una macchina, e gli va incontro. L'autista apre il finestrino e parla insieme al mio amico, così mi avvicino anche io e vedo che l'autista in questione, è Damon.
Sento la voce di Sara dietro di me che ci saluta e dedica un sorriso dolce a Damon.
«Ciao Damon! Che ci fai qui?» gli chiede lei.
Vedo uno sguardo diverso sul volto del maggiore dei Salvatore mentre guarda la mia amica, e gli risponde:«In teoria, per il mio fratellino, ma a quanto pare non servo più. Perciò se hai bisogno di un passaggio, cogli l'attimo» e gli sorride malizioso.
«Se non ti crea disturbo, va bene!» e sale in macchina.
Mi rassegno, tra quei due sta succedendo qualcosa, e non posso far altro che augurare una grande felicità alla mia amica, e la saluto:«Okay, ciao Saretta!» poi aggiungo sottovoce «mi raccomando, fai la brava eh» e le do un bacio sulla guancia.
«Tranquilla, Giulia ahah».
Partono a tutta velocità e io e Stefan ci incamminiamo verso casa mia.
Entriamo in casa, e vedo subito mia madre insospettirsi per la presenza del ragazzo.
«Mamma, lui è Stefan, un mio compagno di scuola, e l'ho invitato a casa per fare una ricerca di scienze» le spiego io, per evitare possibili domande imbarazzanti.
Lo porto in camera mia e gli faccio appoggiare le sue cose vicino al mio armadio. Decidiamo di andare da qualche parte fuori casa, dato che i miei non avevano preparato niente per pranzo.
Così andiamo al Grill per prendere una pizza accompagnata da un bicchiere di birra, per prepararci psicologicamente ai compiti che ci aspettano a casa.
Troviamo a mangiare qua anche Caroline e Tyler, tra i quali stava nascendo qualcosa, e ci uniamo 10 minuti a loro, e poi torniamo a casa.
Mia mamma è già andata a lavoro e mio fratello è dai nonni, così almeno abbiamo la casa libera e senza distrazioni.
Ci mettiamo subito al lavoro, anche perché Stefan dovrà andare alle selezioni per la squadra di football alle 17:30.
Iniziamo con la ricerca di scienze, nella quale impegniamo tre quarti d'ora. È stata abbastanza facile!
Poi ci mettiamo sotto con storia e riusciamo a finirla per le 16:50.
Mi butto sul letto con un tonfo è chiuso gli occhi per poter riposare la mente e la vista qualche minuto. Dopo poco sento che anche Stefan si mette seduto sul letto, così apro gli occhi e mi metto di fianco a lui.
«Batti il cinque! Siamo riusciti a fare tutti quei cavolo di compiti in un tempo brevissimo» mi dice lui sorridendo.
Io mi metto a ridere e gli batto la mano. Solo che lascio la mia mano sulla sua e sento che all'improvviso si ricrea la tensione che c'era tra di noi stamattina prima che fossimo interrotti da Sara.
Si avvicina a me con un'espressione seria, che traspariva il suo desiderio di baciarmi. Questa volta non ho intenzione di farlo aspettare, con la possibilità che qualcun altro ci interrompa.
Mi avvicino a mia volta, e finalmente le nostre labbra si incontrano.
È un bacio dolce e senza pretese, e mi sento come in paradiso. Sento la sua mano sfiorarmi il fianco, e io metto la mia tra i suoi capelli cercando di approfondire il bacio.
Senza nemmeno accorgermene, mi ritrovo sdraiata sotto di lui, ma non mi interessa, voglio solo continuare a baciarlo.
All'improvviso si allontana da me e mi volta le spalle.
Capisco solo ora che forse stavamo andando un po' troppo di corsa.
«Ehm...scusa Stefan, stavamo esagerando» dico io imbarazzata, con ancora le labbra gonfie.
Vedo che non si rigira verso di me, così provo a chiamarlo e, mettendoli una mano sulla spalla, vedo il suo volto allo specchio sul muro di fronte a noi.
È deformato...gli occhi sono contornati di vene violacee mentre i denti...sono più appuntiti e più lunghi del normale.
'Ma che...?'. Che cavolo gli succede?
Lo vedo sforzarsi per controllare questo cambiamento sul suo viso, e alla fine ci riesce e si rigira verso di me.
Ho uno sguardo incredulo.
«Si, stavamo decisamente andando troppo di corsa, mi dispiace» dice tristemente.
Gli appoggio la mano sulla guancia, vedendo se ci sono ancora segni del viso che avevo visto allo specchio.
È il solito, bellissimo Stefan.
«Giulia, tutto bene?».
Mi risveglio velocemente dal torpore e gli rispondo:«Si si tranquillo!» provo a sorridergli convincente «scusa, è che...il bacio mi ha scombussolata» e faccio una risata di scherno.
Lui mi guarda non molto convinto, ma si gira verso l'orologio e vede che si è fatto tardi:«Oddio, scusa, devo andare! Ho le selezioni!» e corre a prendere le sue cose vicino all'armadio.
«Vuoi che ti accompagni?» gli chiedo io.
Nonostante abbia visto quello ho visto, non voglio stare lontana da lui. Lo voglio accanto, sempre.
Lui mi guarda grato e risponde:«Grazie per l'offerta, ma tranquilla davvero, rimani a casa a riposarti».
«Dai, ti prego!» ribatto io, facendoli gli occhi dolci.
Stefan mi lancia uno sguardo incerto, ma poi risponde:«Ehm...va bene, okay, mi hai convinto».
'Evvai!' penso io.
Prendo i vestiti e vado in bagno a cambiarmi. Esco dopo 2 minuti e, insieme, usciamo di casa.

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