16) Tempo delle rivelazioni

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GIULIA

Stavo già iniziando a temere per la vita mia e di mio fratello.
Il vampiro che ci ha rapiti, dopo aver ricevuto una chiamata, si è girato verso di noi e le vene attorno ai suoi occhi hanno iniziato a crescere e diventare più viola.
Sta per attaccarci e istintivamente mi stringo al corpo di Marco, cercando di proteggerlo con il mio.
Ma, inaspettatamente, la porta della stanza si apre di scatto e vedo il vampiro stringersi la testa convulsamente, in preda a dolori fortissimi, che gli strappano urli rabbiosi.
Il mio sguardo è fisso sul nostro rapitore, che nel giro di pochi secondi si accascia per terra svenuto, e subito mi giro verso la porta di ingresso per capire cosa è successo.
Non c'è tanta luce e faccio fatica a vedere chi c'è fuori, ma appena vedo comparire Stefan davanti ai miei occhi, traggo un respiro di sollievo e gli salto subito al collo.
Vedo anche Damon, che dopo aver fatto il giro di tutte le stanze, torna fuori dalla porta, portando dentro la mia amica.
Sara corre subito da me e mi abbraccia fortemente, quasi da togliermi il respiro, e glielo faccio subito notare. Con questo abbraccio riesce a trasmettermi tutto quello che ha provato alla mia sparizione e la consolo abbracciandola ancora più forte.
Sono ancora scombussolata e confusa, e appena vedo il sorriso di Stefan gli corro incontro e lo abbraccio, infilando la testa nell'incavo del suo collo. Sento tutta la mia preoccupazione svanire in quel contatto e le lacrime inondarmi gli occhi, in un pianto liberatorio. Ciò di cui ho bisogno in questo momento.
Le sue braccia mi stringono forte, mentre la sua mano mi accarezza piano la schiena consolandomi e dicendomi parole dolci:"Hey, va tutto bene, sei salva. Non hai più nulla da temere, ci sono io qua con te".
"Lo so" dico io continuando a piangere sulla sua maglietta "oddio scusa, non avevo intenzione di piangere, e poi ti ho bagnato tutto".
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente le labbra:"Tranquilla, e poi per te questo ed altro".
È dolcissimo, tanto che le mie lacrime si spengono subito lasciando spazio a un sorriso sincero e luminoso.
Lo bacio di nuovo. Poi lo prendo per mano, portandolo fuori da questa casa maledetta, e fuori troviamo Sara e Damon che parlano con Marco, ancora spaventato.
Vado da mio fratello, lo abbraccio dolcemente e gli dico:"Sei stato coraggiosissimo, lo sai? Sono fiera di te".
Ricambia l'abbraccio e lo sento dire con la voce strozzata dal pianto:"Grazie...".
Sciolgo l'abbraccio per lasciarlo andare alla macchina insieme a Damon e Sara, così Stefan mi circonda la vita con il braccio e ci dirigiamo insieme fuori dal bosco. Per tutta la camminata mi sento come osservata, ma probabilmente è solo la mia immaginazione, e arrivata alla macchina mi metto subito seduta dietro vicino al finestrino. Arrivo a casa nel giro di pochi minuti, grazie alla velocità con cui andava Damon in macchina, scendo insieme a Marco per dirigermi in casa e vedo Stefan raggiungermi con le mani nelle tasche dei jeans.
"Hey, che succede?" gli chiedo io.
"Ehm...ho intenzione di rimanere a casa con te stanotte" mi dice leggermente imbarazzato.
Guardo l'espressione di Marco e mi sento avvampare, solo al pensiero di dormire nello stesso letto con Stefan, e gli rispondo:"Ma non ce n'è bisogno, davvero".
"E invece si, non ho intenzione di provare un'altra volta la paura di perderti. È stato terribile...perció stanotte rimango da te".
Mi lancia uno sguardo pieno di significato e io mi sciolgo, mentre lui mi prende le chiavi e apre la porta al posto mio.
Mio fratello corre subito su in camera, lasciandoci da soli, mentre io sto ancora un attimo davanti alla porta aperta, guardando Stefan che sistema la giacca sul divano.
Mi decido a parlare, un po' titubante, ma sincera:"Mi dispiace che tu abbia dovuto soffrire così tanto a causa mia, anche se per poco tempo. Sarei dovuta stare più attenta".
Si avvicina a me con uno sguardo pieno di risentimento, mi prende il viso tra le mani, in modo che possa guardarlo negli occhi, e mi dice:"Tu non hai nessuna colpa, piuttosto sono quei dannati vampiri del 1864 ad averne. E te lo giuro, se me li trovo davanti gli uccido uno ad uno".
Ora è arrabbiatissimo per quello che è successo, ma cerco di calmarlo:"Stefan, non devi farti prendere dalla rabbia, devi rimanere lucido. Loro vogliono vendetta per ciò che è successo, e noi vogliamo solo salvare la città. Non dobbiamo abbassarci al loro livello, dobbiamo essere superiori e ragionare di conseguenza".
Mi guarda fisso negli occhi e, vedendo tutta la mia sicurezza, si avvicina e mi bacia le labbra, per poi dire divertito:"Da quando sei così saggia, amore?".
Mi metto anche io a ridere, gli circondo il collo con le braccia e gli rispondo autorevole:"Da sempre, tesoro. E tu da quando mi chiami 'amore'?".
Si morde il labbro inferiore, gesto che mi fa rabbrividire di piacere, e risponde imbarazzato:"Non lo so, semplicemente, mi è venuto d'istinto".
Rimango a fissarlo per un attimo, come ipnotizzata, e poi mi riavvicino alle sue labbra, baciandolo con passione. Risponde subito mettendomi le mani sulla vita e approfondendo ancora di più il bacio.
Adoro i baci di Stefan, adoro le sue braccia che mi stringono forte, le sue parole dette con la sua voce intensa.
In pratica, adoro tutto di lui!
Ci stacchiamo per riprendere fiato e, accorgendoci che Marco è sulle scale a guardarci con un grugno schifato sul viso, mi allontano da Stefan tossendo imbarazzata. Che grande fortuna che ho!
Così domando a mio fratello, cercando di usare un tono di voce normale:"Marco, hai bisogno di qualcosa?".
Lui mi guarda prima spaesato, poi sorpreso della mia reazione, e mi risponde, cercando di lasciare da parte ciò che ha visto:"Ehm...in effetti, ho un po' di fame e vorrei fare uno spuntino".
"Non ti sembra un po' tardi per uno spuntino?" ribatto io apprensiva.
Mi guarda supplichevole e incrocia le mani davanti al viso, pregandomi:"Eddai, ti prego, non mangio dall'ora di pranzo e poi è successo tutto quello che è successo e ora ho fame! Me lo devi, Giulia! Non mi hai nemmeno spiegato cosa è successo veramente o chi era quel tizio!".
Non riesco a resistere alle sue preghiere, che mi fanno sentire in colpa e rispondo:"Okay, ho capito, ti faccio un sandwich e ti spieghiamo tutto, sei contento ora?" con tono seccato, per poi girarmi verso Stefan e chiedergli:"vuoi anche tu un panino? È più facile parlare di queste cose con davanti del cibo" cerco di convincerlo io, dandogli una gomitata sul braccio.
Si mette a ridere e mi risponde:"Sempre la solita golosa! Dai, ci sto. E poi voglio assaggiare un tuo panino" e mi fa un occhiolino provocatorio.
Accetto la sfida e rispondo:"Rimarrai sorpreso, signor Salvatore".

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