CAPITOLO 18

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CLARKE POV

Abbiamo preso l'appuntamento per andare a provare l'abito e non vedo l'ora.

Non vedo l'ora di vedermi in un vestito da sposa, già me lo immagino, molto lungo bianco un po' a bomboniera, come quello di una principessa e a Lexa, che qualsiasi vestito sceglierà sarà bellissima.

Ora siamo distese nel letto, ho appoggiato la testa sul suo petto e sto già fantasticando troppo, ma penso anche al fatto che non so nulla di lei.

'ehi piccola ? Ci sei ?' Lexa mi riporta alla realtà.

'si, tranquilla..' Dico non convinta sperando mi richieda cosa succede.

'i tuoi pensieri fanno rumore' mi dice accarezzandomi la schiena.

'Lex, tra poco ci sposiamo e io non so nulla del tuo passato.'

'che vuoi sapere ?' Mi chiede dolcemente.

'tutto' sento che fa un sospiro e inizia a parlare.

'ora ti racconterò tutto, ma non interrompermi' annuisco solamente.

'i miei genitori sono morti in un incidente aereo quando avevo un anno, stavano facendo un viaggio di lavoro, mentre io mi trovavo da Anya.

Non ci sono stata tanto male, ero piccola e non capivo, solamente crescendo e vedendo tutti i miei compagni felici con i loro genitori ho capito quanto fossero importanti, il padre di Anya mi prese in affidamento e sono cresciuta insieme a lei, per questo la vedo come una sorella.

Finito il liceo ho studiato moda e fotografia al college, sono uscita con il massimo dei voti, ho avuto delle relazioni, ma nessuna era quella giusta.

Ero sola, così decisi di aprire l'azienda, è stato difficile all'inizio, lo ammetto, volevo mollare tutto, ma non mi sono mai arresa.

L'unica cosa in cui mi ero arresa era l'amore, in quel periodo ero troppo presa dal lavoro e quando conoscevo qualcuno non andava mai a finire bene, dicevo che l'amore era debolezza e non potevo permettermi di essere debole dopo tutti i sacrifici che avevo fatto.' Capisco che il discorso è finito e inizio a parlare.

'e poi ?'

'poi ho conosciuto te, Clarke, e ho capito, che l'amore non è una debolezza, ma una forza' sorrido involontariamente, mi alzo per guardarla e una lacrima di gioia mi bagna la guancia, ma lei è subito pronta a scacciarla via con le sue lunghe dita.

Inizio a ridere pensando a quelle dita, così fine e lunghe ma così dannatamente perfette.

'perché ridi ?'

'le tue dita..sono così lunghe..e fine..' Dico tra una risata e l'altra.

'però non sono così male quando sono dentro di te' afferma.

'pensi solo a quello Lexa ?' Chiedo, pensando che poco fa anche io l'avevo pensato.

'sta zitta e baciami piccola'

'mi piace piccola' dichiaro dolcemente, lei mi risponde con uno dei suoi più bei sorrisi.

'dormiamo ? Domani sarà una lunga giornata' le dico intrecciando la sua mano con la mia.

'aspetta Clarke'

'mmh dimmi'

'non mi interessa che non ci possiamo vedere, ma la sera prima del matrimonio voglio passarla con te, poi la mattina presto me ne andrò per prepararmi e tu starai qui.'

'te lo volevo proprio chiedere io, non mi dispiacerebbe fare l'amore il giorno prima delle nozze con la mia quasi moglie.'

'oh no, niente sesso, come starai in piedi tutto il giorno ?'

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