CAPITOLO 5

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LEXA POV

Clarke mi ha visto baciare una persona, ho visto il suo sguardo, triste, arrabbiato.

Sono stata una stupida, volevo dimenticarla, non posso amarla, potrei solo farle del male, ma sono sicura che ormai è troppo tardi.

Mando via la ragazza di cui non mi ricordo neanche il nome e vado subito a prendere un caffè.

Inizio a camminare avanti e indietro per la sala relax.

'Lexa ?' Sento qualcuno chiamarmi, è Raven, la mia segretaria.

'tutto ok ?' Mi chiede.

lei, oltre ad essere una mia collega da molti anni è anche la mia migliore amica, cosi decido di raccontarle tutto.

'e cosa aspetti allora ? Va da lei'

'no Raven non mi sembr-' non mi fa finire la frase che mi prende la tazza dalle mani.

'muovi il culo Woods'

Mi avvio lentamente verso il suo ufficio, le pareti sono in vetro, vedo la finestra spalancata e stai guardando fuori.

Ha in mano una tazza, presumo sia di caffè, ma nel tavolo ce ne sono altre.

Sarà con qualcuno ?.

Decido di bussare e nulla.

Sono sicura che mi senta, ma sta guardando per terra, vedo che le cade il recipiente pieno di caffè e inizio a preoccuparmi.

Inizio a battere più violentemente perchè la porta è chiusa a chiave e inizia a barcollare, cerca di avvicinarsi per aprire la porta ma non ce la fa, crolla a terra.

Non ci penso due volte e con un po' di fatica butto giù la porta.

'Clarke mi senti ? Clarke!'

Sono in ginocchio che ti tengo la mano ma tu sei ancora svenuta.

Quando arriva l'ambulanza non mi fanno salire insieme a te, così prendo velocemente la macchina e corro verso l'ospedale e in cinque minuti sono li.

Vedo l'autoambulanza arrivare a tutta velocità e tutti i dottori corrono verso di lei.

La vedo di sfuggita, ha gli occhi ancora chiusi e l'hanno intubata.

Mi fiondo verso di lei ma un'infermiera mi ferma e inizio a piangere finché finisco le lacrime.

Vado a sedermi in sala d'aspetto.

Sono passate otto ore e ancora nulla.

Un infermiere mi ha consegnato la borsa di Clarke, cosi prendo coraggio le prendo il telefono e chiamo Indra, le spiego la situazione, e mi dice che resterà con Elia anche la notte, e mi promette che non gli racconterà nulla.

È mezzanotte, sono stanca di aspettare senza sapere niente.

Mi alzo di scatto e chiedo di te, in quel preciso momento arriva un dottore.

'lei chi è?' Non so cosa rispondere e dico la prima cosa che mi viene in mente.

'sono la ragazza di Clarke Griffin.'

'la sua compagna ha assunto troppa caffeina, il suo cuore è impazzito, aveva i battiti quasi a 200, ancora pochi minuti e l'avremmo persa.

Ora è in rianimazione, non siamo sicuri che superi la notte, perciò può andare da lei'.

Il dottore inizia a parlare e mi blocco alla frase 'non siamo sicuri che superi la notte'.

Entro in camera ed ha due flebo, è ancora intubata e ha mille cavi che le escono dal camice.

Ce un silenzio di tomba.

Si sente solo il 'bip' che emette la macchina dove segna i battiti del suo cuore.

Sono lenti, mi mettono paura.

Inizio a piangere e le stringo la mano.

'Clarke, i dottori mi hanno detto che sei in un coma leggero, potresti svegliare, ma sei tu che non vuoi, per paura, rabbia, delusione o chissà cosa, so solo che mi senti, non voglio parlare di quello che hai visto prima..' I battiti aumentano quando dico quelle parole cosi le stringo ancora più forte la mano e le do un bacio sulla guancia e torna come prima.

'mi hai fatto preoccupare Clarke.

È colpa mia, vero ? Io ti amo, da morire, ma volevo dimenticarti, ho paura di farti soffrire, ma vedo che ci sono riuscita comunque.

Forse mi ami anche tu, non lo so, so solo che voglio stare con te, per sempre, e si è ancora presto per dirlo, ma ti amo da quando ho aperto quella porta del tuo ufficio e ho incrociato i tuoi occhi, non credevo al colpo di fulmine se così si dice, fin quando non ho incontrato te..ti prego piccola..'

Non si sente più nulla, alzo lo sguardo e il tuo battito è piatto, entrano subito dei dottori e dicendomi di uscire.

Scappo fuori e vedo che ti stanno portando via correndo.

Ho sempre più paura così chiamo mia sorella Anya che arriva dopo poco insieme a Raven, si tengono per mano, ma sinceramente non ho voglia di fare domande, abbraccio mia sorella e comincio a piangere come non ho mai fatto prima.

Piango, piango per non so quanto tempo.

Ormai è mattina e non mi sono mossa da li.

Sto camminando su e giù per la sala d'aspetto.

'basta non ce la faccio più' vado da una segretaria e le chiedo di te.

Mi dice tutto quello che è successo, mi accascio e piango, troppo, tutti mi stanno guardando, ma sinceramente non me ne frega un cazzo!

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