CAPITOLO 6

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CLARKE POV

Sento Lexa che mi tiene la mano e mi parla, le dispiace per il bacio, e mi torna in mente la scena, il mio cuore inizia a battere sempre più forte, così lei chiude ancora più forte la mia mano alla sua e mi da un bacio sulla guancia, il mio battito torna regolare è come se solo con il suo tocco mi tranquillizza, sono arrabbiata, delusa, triste, volevo dirle tutto quello che provo per lei e invece eccomi qua.

Posso svegliarmi, ma non voglio, ma poi penso a Elia.

Lui sa dove sono ? Ci starà male ? immagino di si.

Quando sento dire che mi ama, che mi prega di risvegliarmi, e che mi ha chiamata piccola, il mio holter cardiaco smette di funzionare.

Apro gli occhi con fatica ce una grande luce, quasi mi acceca e vedo mia mamma.

'sono morta' è la prima cosa che mi viene in mente.

Mia mamma mi risponde, come se potesse leggermi nel pensiero.

'no piccola, non sei morta, ma devi svegliarti'

'mamma non ce la faccio più, sto sopravvivendo dal giorno in cui ve ne siete andati, anche Elia lo percepisce'

'non devi dirmi altro, Clarke ?'

'no..'

'lo sai che non sei brava a dire bugie.'

'hai ragione mamma..sono innamorata, di una donna, del mio capo'

'perchè non vai da lei allora?'

'perchè ?! Sono qui per colpa sua, ha spezzato l'ultimo pezzo di cuore che mi era rimasto'

'tutti meritano una seconda possibilità Clarke'

Apro gli occhi di scatto e sono in ospedale.

Inizio a tossire, il tubo che ho in gola mi da fastidio.

'signorina Griffin sta calma, sono il dottor Jackson, ora le sfilerò il tubo, stia ferma'

finalmente.

Cerco di parlare ma mi dice di stare in silenzio, mi avrebbe fatto solo male.

Esce dalla stanza e resto sola.

Fisso il soffitto e penso a mia mamma e a quello che mi ha detto e non so cosa fare, forse ha ragione, posso darle una possibilità, ma magari lei non mi ama.

Questi pensieri mi tormentano finché non mi addormento.

Sento una mano sulla spalla, è Elia.

Sono comunque felicissima, mi salta addosso anche se mi fa male ovunque, inizia a coccolarmi, mi dice cos'ha fatto in questi tre giorni.

'TRE GIORNI ?!' Sussurro sconvolta.

'si zia, hai dormito tre giorni, eri così stanca ?'

Le faccio un gran sorriso e mi da un bacio sulla guancia.

Ci coccoliamo un po' e si addormenta.

Lo guardo dormire, mi era mancato tanto, e vederlo così, mi rendeva felice, ma poi alzo lo sguardo e il mio sorriso si spegne.

È lei.

Mi guarda imbambolata ferma sul ciglio della porta e inizio a sussurrare

'pensi di restare la per sempre ?'

Lentamente si siede sulla sedia e non dice niente.

Rimaniamo a tacere per non so quanto tempo fino al momento in cui Elia si sveglia e rompe il silenzio.

'Lexyyyy' urla.

'shh' gli dico.

'ciao piccolo come stai ?'

'bene Lexa, anche se ero molto preoccupato, non potevo perdere anche lei'

Una lacrima mi bagna il viso e lui mi asciuga.

Arriva Indra, parliamo un po' con essa, ci salutiamo e restiamo sole.

Io e lei.

Nessuna delle due parla, ma io devo urgentemente andare in bagno, cosi cerco di alzarmi ma ho un dolore lancinante al petto.

'ehy Clarke devi stare giù'

'devo andare in bagno Lexa, vattene'

'no, non me ne vado, lascia che ti aiuti'

Mi aiuta ad alzarmi in modo delicato, sembra quasi che abbia paura di rompermi, ma non sa che lo sono già.

Mi accompagna in bagno ed entra con me chiudendo la porta ma non mi guarda, si gira dall'altra parte, la ringrazio.

Mi guardo allo specchio, il camice che indosso è abbastanza scollato e posso notare una grossa cicatrice, ancora fresca, con non so quanti punti proprio in mezzo al petto.

Inizio a piangere perchè ho capito tutto e Lexa si gira di scatto, le ginocchia mi cedono ma riesce a prendermi al volo.

Mi fa sedere per terra e senza dire nulla mi culla.

Dopo cinque minuti decido di farmi alzare perchè me la sto facendo addosso.

Non mi interessa ora, se mi guarda o meno, le chiedo un aiuto per sedermi sul wc.

Quando torno a letto vorrei farle mille domande, ma solo una mi esce dalla bocca.

'cos'è ?' Indicando la cicatrice.

Mi spiega che hanno dovuto farmi un trapianto di cuore.

I dottori hanno detto che non devi fare sforzi per almeno un mese, perciò dovrai stare a casa non lavorare e riposarti. Sottolinea

Sono passati sei giorni e finalmente posso mangiare qualcosa di solido così Lexa ha deciso di portarmi la mia colazione preferita.

Sto ancora dormendo ma mi sveglio subito quando sento il profumo di caffè e briosche al cioccolato che invade la stanza.

Inizio a mangiare tranquillamente, nessuno delle due parla cosi decide di spezzare il silenzio.

'Clarke sai..stav- stavo pensando, v-visto che devi riposare..si..insomma..perchè tu e Elia non v-venite a stare da m-me questo mese ?' Balbetta.

'no Lexa, meglio di no, non vogliamo disturbare' in realtà vorrei tanto passare un mese insieme, ma non me la sento.

'Ti prego, sei sola, qualcuno dovrà prendersi cura di te, di certo non può farlo Eli'

'e quel qualcuno saresti tu ?' Dico alzando un sopracciglio.

'si perchè no ?' Afferma seria.

Cazzo come faccio a dire di no ?

'okay Lexa..'

Fa un sorriso a trentadue denti che contagia anche me.


autore: cosa succederà a casa di Lexa ?

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