28° capitolo: la gara di canto

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Il 10 novembre...

E così il giorno tanto atteso era arrivato.
A scuola parlai del più e del meno con in miei amici: Annalisa mi disse che sarebbe venuta con degli striscioni e io le risposi che se lo avesse fatto, non le avrei più parlato.
Daniel non sapeva se poteva esserci quel giorno perché forse era impegnato con suo padre, però mi promise che se ce l'avrebbe fatta in tempo, sarebbe venuto.

Alex invece: «Certo che verrò Miss ingenuità, non posso mancare alla brutta figura che farai davanti a tutti »rise maliziosamente.

Io lo volevo picchiare, sapeva che se avessi perso suo padre sarebbe morto, ma in quel momento sembrava che quella idea nemmeno lo sfiorasse.

Successivamente ritornammo ai nostri posti e non parlammo più di quello che mi sarebbe successo quel pomeriggio.

Dopo tre ore suonò la ricreazione e io scesi giù alle macchinette. Stavo letteralmente morendo di fame.
Presi i miei adorati Oreo e mentre stavo salendo le scale, uno splendido ragazzo mi salutò.

«Ciao Angelica! Ho saputo che parteciperai alla gara di canto, brava faccio il tifo per te!»
mi appoggiò una mano sulla mia spalla destra.

Quel ragazzo era Giorgio, un mio ex compagno di classe che dopo aver litigato misteriosamente un giorno con Alex, decise di cambiare classe. Ci rimasi davvero male, era un bravo ragazzo e come sempre quel deficiente di Alex lo aveva fatto scappare.

«Davvero? Che bello allora verrai a vedermi?» risi nervosamente.
L'idea di vedere altre persone che mi conoscevano, oltre ai miei amici, mi mise un tantino in ansia.

«Sì certo che vengo! Sarà un bello spettacolo, non vedo l'ora»
Mi sfoggiò il suo sorriso più bello e io rimasi paralizzata a guardarlo.
Era davvero carino: gli occhi color cioccolato lasciavano un po' di mistero che non mi dispiaceva affatto, i suoi morbidi capelli neri erano tenuti fermi dal gel ed era vestito semplice ma bene.

Dopodiché suonò quella maledetta campanella e ci salutammo. Ma la cosa che mi colpii di più di quel ragazzo fu quella di lasciarmi un caloroso bacio sulla guancia che mi fece salire i brividi.

"Oh mio Dio se tutti i ragazzi mi fanno sentire così, dopo avermi baciata, vuol dire che io non sono normale, mi sa che mi devono ricoverare" pensai dopo che se ne era andato in classe, anche io rientrai nella mia, ma stranamente ci fecero uscire prima e io colsi l'occasione per andarmene a casa a provare la mia nuova canzone che avevo scritto proprio per quella gara.

"Oh mio Dio se tutti i ragazzi mi fanno sentire così, dopo avermi baciata, vuol dire che io non sono normale, mi sa che mi devono ricoverare" pensai dopo che se ne era andato in classe, anche io rientrai nella mia, ma stranamente ci fecero uscire ...

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Arrivai a casa e iniziai a cantare:

1° strofa:
Qui, tutto mi ricorda te, Le parole no non servono, Non hanno senso ormai... Nel tuo sguardo vedo chi sei, Parla anche a me, lo sai... Riflesso negli occhi miei.

Quando l'odio diventa amore (In revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora