Alex
Dopo tre ore, tutti i miei conoscenti se ne andarono a uno a uno, rimasero solo Daniel e la sua ragazza.
Ero arrabbiato con me stesso e con mio padre perché per colpa sua avevo ferito Angelica, lei che in quell'incubo in cui ormai mi trovavo non c'entrava nulla.Sapevo che non c'era nessuna giustificazione per quel mio gesto infantile e poco maturo, ma cosa ci potevo fare? Le parole di quell'uomo mi avevano tremendamente sconvolto e l'unica cosa a cui avevo pensato in quel momento, era quello di sfogare tutta la mia rabbia e il mio risentimento verso Angelica ottenendo così solo il suo viso pieno di lacrime e di umiliazione.
Per me era stato facile mandarla via da quella casa. Ormai litigare con lei era diventata un'abitudine. Sì, era proprio così, per me era più facile allontanare le persone che tenerle vicine a me, però avevo esagerato, avevo capito che quel gesto, in quel momento così doloroso, era fuori luogo.
La sua voce spezzata e roca me lo aveva confermato, facendomi sentire peggio. Ero un mostro, soprattutto perché l'avevo fatta scappare via in quel modo senza fermarla. Avrei potuto fare altre mille cose, ma come al solito scelsi di fare lo stronzo.
"Oh mamma! Perché mi hai lasciato solo? Se eri con me forse mi sarei comportato diversamente. Mi mancano così tanto i tuoi consigli." Pensai mentre uscivo in balcone. Mi allontanai dai miei amici per un po', non volevo che mi vedessero piangere, soprattutto perché in quel momento, erano sicuramente arrabbiati con me e non potevo biasimarli. Lo sapevo dai discorsi che facevano i due piccioncini alle mie spalle, cercavano di parlare piano e non farmi ascoltare quello che si dicevano, però non ero stupido e avevo intuito tutto.
"Ogni volta che la trattavo di merda tu lo scoprivi sempre e ti arrabbiavi tantissimo con me, mi rimproveravi e mi dicevi di comportarmi in maniera diversa, però io non ti ascoltavo mai. Sono solo uno stupido, non so proprio cosa devo fare, non voglio che lei mi odia ma non faccio niente per cambiare, forse perché mi sta bene così, mi fa comodo, non voglio affezionarmi a lei, non voglio avere un altro cuore spezzato, non voglio più essere abbandonato. Sono davvero senza speranze, vero mamma? Mi manchi così tanto!" Continuai a pensare facendo finta che i loro sguardi incazzati e le loro parole non mi scalfivano minimamente, ma non era così, non ero un robot, sapevo benissimo che avevo sbagliato. Mi asciugai il naso sulla manica della camicia e insistetti a rivolgere il mio sguardo al sole che ormai stava tramontando dietro le montagne di Milano.
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Quando l'odio diventa amore (In revisione)
Storie d'amoreVi è mai capitato di innamorarvi di qualcuno che pensavate di odiare con tutto il vostro cuore? Alex e Angelica non sono mai andati d'accordo. I tentativi di riconciliazione da parte dei loro amici sono sempre stati inutili: erano come un cactus e...