4° Capitolo: Una Tragica Notizia

1.9K 221 298
                                    

Mi svegliai con un forte mal di testa. Erano le sette, stavo male poiché la sera precedente avevo un po' esagerato bevendo qualche goccio in più del solito. Mi alzai e andai in bagno.

Dopo scossi delicatamente Annalisa che sembrava in coma. Trascorso altro tempo anche la mia amica si alzò e poi andò in bagno a sistemarsi. Successivamente mi truccai aspettando con pazienza che Isa fosse pronta, cosa che non tardò ad accadere. Ogni volta che la mia amica entrava in bagno era come assistere alla metamorfosi del bruco sgangherato in una splendida farfalla.

«Finito? Andiamo dai. » sorrisi e aprii la porta tutta contenta.

Arrivate a scuola ed entrate in classe, subito mi accorsi che c'era qualcosa di strano: l'assenza di Alex

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Arrivate a scuola ed entrate in classe, subito mi accorsi che c'era qualcosa di strano: l'assenza di Alex. Faceva strano non vederlo seduto al suo solito banco in fondo all'aula. Non aveva mai saltato un giorno in quattro anni, ormai eravamo abituati a vederlo sempre lì, prima di tutti. Non trovarcelo era destabilizzante.

Ebbi un brutto presentimento, qualcosa non andava, me lo sentivo.
Proprio in quel momento arrivò Daniel e, appena lo vidi, sbiancai.
Aveva gli occhi rossi dal pianto, si vedeva che aveva smesso da poco.
Il mio sesto senso ci aveva visto giusto ancora una volta.
Io e Isa gli corremmo incontro preoccupate.

«Dani, che cosa è successo?» Chiese la mia amica spaventata, posando una mano sulla guancia del suo ragazzo e l'altra all'altezza del cuore.

«A...Alex, la madre di Alex è morta!» Rispose singhiozzando.

«Cosa?» Esclamò Annalisa scioccata. Io invece non riuscii più a parlare. Ero paralizzata.
Daniel scoppiò nuovamente in lacrime.

«Che stupido che sono stato, ieri non dovevo parlare così di lui» si rimproverò sbattendo un pugno sul banco e facendo spaventare i nostri compagni che erano appena entrati in classe. Straniti ci domandarono cosa fosse successo e molto dispiaciuti ci fecero le condoglianze per il nostro amico.
Poi sentendosi di troppo ci lasciarono soli.
Io, Isa e Daniel tornammo al nostro dolore.
Daniel si prese la testa tra le mani sofferente, conosceva molto bene la madre di Alex, le era molto affezionato.
Io e la mia amica ci guardavamo sconvolte, incapaci di dire alcunché. Dopo che calmammo Daniel almeno un po', lui e Annalisa vollero chiamarlo. Io però dissi di non volerlo sentire, ero sicura che se avessi udito la sua voce sarei stata peggio.

Loro mi guardarono malissimo, poi i loro sguardi si ammorbidirono ricordandosi che io e lui non ci sopportavamo molto. Tuttavia quando i miei amici andarono in bagno per chiamarlo andai con loro perché, anche se da un lato non volevo sentirlo, dall'altro morivo dalla voglia di sapere sue notizie.
Dopo due squilli Alex rispose.
La sua voce rotta si sollevò dal telefonino. In viva voce era pure peggio di quanto immaginassi.
Non avevo mai sentito quella voce così spezzata, non sembrava neanche lui. Volevo dimostrargli tutto il mio appoggio e il mio rammarico, ma sapevo che non gli avrebbe fatto piacere e così preferii non dire niente. Mentre mi stavo facendo mille paranoie mentali, sentii Alex dire a Daniel: «Angelica lo sa? Dove si trova? Non è lì con voi?»

«No Alex, Angelica ancora non è arrivata, glielo diremo appena arriva.» Rispose Daniel e io mi sentii in colpa perché non avevo trovato il coraggio di aprire bocca.

I ragazzi restarono a parlare per un po', poi Alex si scusò e chiuse la chiamata.
Ci calmammo, tornammo in classe e Isa chiese a Daniel: «Quando sarà il funerale?»

«Domani» rispose Daniel con voce sottile.

«Come è morta? E quando?» Chiesi sconvolta, appoggiata a un banco qualsiasi.

«È morta ieri sera, per questo Alex non è venuto da noi. Poi sua madre era malata già da molto tempo, era una malattia incurabile.» Ci raccontò con le lacrime agli occhi. Lui era il solo che conosceva bene la madre di Alex e come lui l'amasse. Udendo quelle parole, sentii il mondo crollare. Ero davvero rimasta senza parole: perdere la madre in quell'età così difficile era davvero un duro colpo allo stomaco.

«Che tipo di malattia era?» Chiesi curiosa.

«Aveva un tumore al fegato.» spiegò con la voce spezzata.

"Poverino " pensai fra me e me mentre iniziavo  ad avere pena per lui, sebbene sapessi che non era ciò che voleva. Non riuscivo a pensare ad altro se non come avrebbe fatto da allora in avanti e a come si sentiva in quel momento. Volevo tanto scappare e correre da lui ad abbracciarlo per dirgli che mi dispiaceva tanto e che, se avesse avuto bisogno, non avrebbe dovuto nemmeno chiederlo, perché noi ci saremmo sempre stati per lui. Tuttavia sapevo benissimo di non poterlo fare, non io, non esplicitamente, perciò rimasi al mio posto senza dire più nulla. Dopo aver deciso di andare il giorno successivo al funerale, arrivò la prof di inglese e tornammo ai nostri posti. Per tutta la giornata non parlammo più di quello che era successo ad Alex, anche se sapevo che continuavamo a pensarci tutti. Ero davvero dispiaciuta e allo stesso tempo terrorizzata. Se fosse successo a me, non avrei saputo cosa fare, sarei impazzita davvero perché non ero mai stata coraggiosa, invece Alex per fortuna in queste cose lo era, eccome se lo era...

 Se fosse successo a me, non avrei saputo cosa fare, sarei impazzita davvero perché non ero mai stata coraggiosa, invece Alex per fortuna in queste cose lo era, eccome se lo era

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Dani, ma adesso con chi vivrà?» chiesi all'uscita della scuola.
Feci quella domanda perché mi venne in mente che suo padre era un alcolizzato da far paura.

«Purtroppo starà con suo padre » mi rispose lui molto triste.

«Cosa? Perché? Sappiamo tutti che suo padre non è una persona affidabile. » sbottai indignata.

«Lo so, ma purtroppo è l'unico parente vicino che Alex ha ancora vivo.» quelle parole mi fecero rabbrividire e così non dissi più una parola, li salutai e dopo salii sul mio motorino, ritornando a casa piangendo.
Mi sfogai il più possibile, sapendo di dover essere forte nel caso in cui Alex avesse chiesto il mio sostegno.

Quando l'odio diventa amore (In revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora