61° Capitolo: Minacce via telefono

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Alex
«La chitarra che mio padre mi aveva regalato è in mille pezzi, era molto importante per me.» Ci spiegò Angelica disperata, ma io avevo altro per la testa per preoccuparmi di quella sciocchezza.

Presi il cellulare e guardai l'ultimo messaggio che mi era arrivato. Era di Vincent e non era di certo un messaggio che ti aspettavi da un fratello maggiore.

Mi aveva minacciato che poco alla volta, mi avrebbe portato via tutto quello che mi era più caro. Lo lessi come se lui fosse in quella stanza, mi gelò il sangue, ma poi la sensazione di gelo venne cancellata dalla rabbia.
Accecato dall'ira, gli risposi dicendogli che non doveva azzardassi a toccare Angelica e i miei amici. Dopo, posai il telefono nella tasca e mi avvicinai ad Angelica che stava ancora piangendo.

«Dai Angy, non ti preoccupare te ne comprerò un'altra appena posso.»Cercai di confortarla il più possibile.

«Lasciami, non mi toccare, non puoi dirmi che se ne può comprare un'altra, non sono una stupida bambina che fa i capricci. Questa chitarra ha dei ricordi preziosi per me e anche se ne comprerò un'altra, non potrà mai sostituire questa. Sei sempre insensibile Alex, vai al diavolo.»Mi urlò correndo via e sbattendomi in faccia la porta del bagno. Come al solito rovinavo sempre tutto, non ero bravo a capire le donne ma soprattutto Angelica, con lei tutto quello che facevo si rivelava sbagliato, non sapevo più cosa fare.

«Angy perdonami ti prego.» Le dissi da dietro la porta, ma lei non rispondeva.

«Dai amico è una donna dopotutto, lasciala riflettere, ci parlerai quando si sarà calmata.»Mi rispose Daniel facendomi sedere sul divano.

«Accendiamo un po' di TV, ti va? » Mi chiese con un sorriso.

«Sì bro, vai.» Gli sorrisi anch'io.

A un certo punto, mentre stavamo guardando un film, mi arrivò una nuova notifica: era Vincent che mi urlava di avermi sempre odiato e che mi voleva vedere soffrire e adesso che nostro padre era arrabbiato, voleva cogliere l'occasione per farmela p...

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A un certo punto, mentre stavamo guardando un film, mi arrivò una nuova notifica: era Vincent che mi urlava di avermi sempre odiato e che mi voleva vedere soffrire e adesso che nostro padre era arrabbiato, voleva cogliere l'occasione per farmela pagare.

Preso dal timore che potesse fare sul serio, gli risposi che di me poteva fare ciò che voleva, ma che i miei amici non li doveva toccare. Mi minacciò un'altra volta informandomi che era lui che comandava e che presto mi avrebbe fatto abbassare la cresta. Esausto gli chiesi per la centesima volta cosa volesse da me e lui senza giri di parole mi rispose che dovevo unirmi a loro.

Orgoglioso e sicuro di me gli dissi che non l'avrei mai fatto. Lui per tutta risposta scrisse che sperava che dicessi così. Concluse augurandomi una buona notte e di fare sogni d'oro perché sarebbero stati gli ultimi. Non mi fu difficile immaginare il suo ghigno malefico mentre digitava quelle parole. Dopodiché, spensi il telefono e non lo presi più, avevo sbagliato a sfidare mio fratello, ma non mi sarei mai unito a loro, neanche sotto tortura.

«Alex tutto a posto ? »Mi chiese il biondino accanto a me, vedendomi palesemente sbiancato.

«Sì, tranquillo.»Mentii per non farlo preoccupare più del dovuto.

Dopo un po' sentimmo la porta del bagno aprirsi. Era Angelica che con i capelli ancora bagnati venne verso di noi, anzi, verso di me.

«Tesoro, visto che ti piace tanto questo divano, sta sera dormirai qui.»Mi sussurrò sensualmente come se mi avesse detto qualcosa di sporco o provocante. Rimasi palesemente sorpreso e con la bocca aperta, era bella, sensuale, sembrava una donna, non la stupida ragazzina viziata che fino a un attimo prima piangeva per una stupida chitarra. Se ero io a farle quell'effetto, mi piaceva un casino.

«Tesoro, chiudi la tua bella boccuccia o ti entreranno le mosche.»Mi toccò le labbra con un dito, mentre le gocce che scendevano dai suoi capelli bagnavano i miei pantaloni.

«Eh no Angelica, non puoi farmi questo.» Risposi finalmente scosso dalle risate di Daniel.

«E perché mai non posso ? Questa è casa mia e decido io. » Mi precisò staccandosi leggermente da me e mettendo il broncio.

«Angy, io invece dove posso dormire?»Chiese il biondino divertito da quella scena.

«Oh Daniel, tu puoi dormire nella stanza degli ospiti .»Gli sorrise diventando rossa in faccia. Voleva sembrare ai miei occhi una donna e provocarmi, ma davanti a Daniel rimaneva sempre la dolce e ingenua Angelica.

«Ehi! E perché io non posso dormire nella stanza degli ospiti?» Risposi facendo il finto offeso.

«Perché di stanza ne ho solo una in più e poi per quello che hai fatto ti meriti di dormire a terra, altro che divano! »Iniziò ad alzare un po' di più la voce, era ancora infuriata.

«Ok, ok, ho capito, dormirò qui solo soletto, contenta? »Cercai di fare la vittima il più possibile, ma quella ragazza quando si infuriava era peggio di Hitler. Fiera con un sorriso maligno in faccia se ne andò con Daniel al piano superiore.

Dopo alcuni minuti, scese e mi portò una coperta e un cuscino.

«Buona notte tesoro.»Le sorrisi.

«Notte.»Si girò e di tutta fretta se ne andò in camera sua.

"Che bella notte che mi aspetta!" pensai sdraiandomi sul divano nero in pelle della mia ragazza.

Spazio autrice:
Capitolo di passaggio, scusate il ritardo, vi voglio bene alla prossima puntata. Vi raccomando votate e commentate, ciao!

Vi amo anime belle!

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Quando l'odio diventa amore (In revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora