Angelica
«Angelica dove sei?»
Mi chiese Daniel non appena risposi alla chiamata, erano le quattro e mezza del pomeriggio e come al solito ero in ritardo.«Cinque minuti e arrivo da Dolce Vienna un attimo!»
Sbuffai contrariata.
Daniel quando voleva era davvero pesante.«Ok, cinque minuti, mi trovi già là, non tardare!»
Mi rispose euforico e dopo riattaccò il telefono.Indossai dei pantaloni neri, una felpa dell'hard rock, e le mie amate convers.
Dopodiché mi truccai un po' mettendomi una striscia sottile di eyeliner, fondotinta e un rossetto color carne.
Tutto questo per celare le mie occhiaie evitando di far capire a persone indiscrete cose che non dovevano scoprire. Presi il mio cappotto nero e andai da Daniel.Eravamo a fine novembre, dicembre ormai era alle porta, il mese che odiavo di più perché si chiudeva il primo quadrimestre e anche perché nevica in continuazione, facendomi così, morire dal freddo.
Arrivata al bar, vidi Daniel agitare il suo possente braccio indicandomi la sua posizione.
Ero paralizzata dalla paura, non sapevo cosa fare e cosa dire. Andai da lui e non appena mi sedetti al suo tavolo una folata di vento mosse i miei capelli scompigliandoli e facendomi venire un gran nervoso.
Iniziai a tremare, forse per il freddo o forse per l'agitazione non sapevo bene il motivo, ma le mie mani iniziarono muoversi senza darmi un attimo di tregua.
«Va tutto bene Angy tranquilla, ci sono io qui con te»
Mi disse a un tratto Daniel appoggiando la sua mano sulla mia cercando di calmarmi.«Grazie Dani, sei davvero un amico fantastico»
Gli risposi con gli occhi lucidi.«Allora vuoi qualcosa? Offro io dai» Mi chiese gentilmente sorridendomi.
«No grazie sei molto gentile, ma non voglio niente»
Odiavo quando qualcuno per obbligo mi doveva offrire qualcosa, mi sentivo in imbarazzo, se desideravo consumare lo avrei fatto io con i miei soldi, non con il denaro degli altri, era una cosa che mi dava parecchio fastidio.«Va bene.» Mi guardò dritto negli occhi per alcuni minuti e poi si alzò per andare a pagare quello che aveva comprato.
«Perfetto andiamo.» Mi sorrise e mi diede la mano.
Io lo guardai stranita, mi chiedevo cosa avesse in mente, non capivo questa enorme necessità di vederci anche dopo la scuola, così curiosa lo seguii.
Salii sulla sua moto nera, Daniel accese il motore e partimmo. Eravamo in un silenzio imbarazzante come se fosse la prima uscita di due fidanzatini, molto improbabile visto che io e il biondo eravamo come due fratelli.
Dopo alcuni minuti arrivammo a destinazione.Ci sedemmo su una panchina del vecchio parco abbandonato dietro la scuola media, uno dei nostri rifugi quando eravamo ancora liberi e spensierati.
Ci guardavamo in silenzio senza che nessuno dei due proferisse parola.
Lo osservavo mentre giocava con un filo di erba che aveva tra le mani, era vestito semplice ma carino.
Indossava degli jeans strappati sulle ginocchia, una felpa nera, delle scarpe da ginnastica e un giubbotto nero che risaltava molto i suoi bellissimi capelli biondi e i suoi occhi azzurri come il mare.
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Quando l'odio diventa amore (In revisione)
RomanceVi è mai capitato di innamorarvi di qualcuno che pensavate di odiare con tutto il vostro cuore? Alex e Angelica non sono mai andati d'accordo. I tentativi di riconciliazione da parte dei loro amici sono sempre stati inutili: erano come un cactus e...