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Ethan pov's
sono passati tre giorni. Io e Damiano stiamo davvero bene insieme, o almeno così è per me. Ora sono nel letto con la sua testa sul mio petto, è semplicemente perfetto.
Inizio ad accarezzarli i capelli morbidi ma lo sveglio. Apre gli occhi e mi sorride
"Ma buongiorno"
"Ciao" e mi dà un bacio.
Stiamo per qualche minuto così a parlare di cose inutili. Ad un tratto mi chiede l'unica cosa che speravo non mi chiedesse mai
"Comunque ieri ho notato delle cicatrici sulle cosce e sulle braccia...vuoi dirmi come te le sei procurate? Se vuoi ovviamente" e mi guarda...e ora posso dire di no a Damiano David? Chiaramente no
"Quando avevo otto anni mia mamma se ne è andata di casa, mio padre non mi ha mai detto il perché, ma credo che avesse un'altro." Inizio a raccontare.
"Lui chi cresceva come poteva, eravamo piccoli, quindi faceva molta fatica. Compiuti 14 anni iniziai a credere che era stata colpa mia, che non la ascoltavo, facevo quello che volevo, che dovevo aiutarla di più, e quindi cercai un modo per punirmi" facevo respiri profondi per trattenere le lacrime, cosa che ho fatto per poco perché appena ho ricominciato a parlare le lacrime iniziarono a scorrere "un giorno non c'era nessuno a casa, le mie sorelle erano da nonna, mio papà quando usciva dal lavoro andava anche lì. Io non ci sono andato, dicendo che dovevo studiare per un esame importante. Quindi per due settimane ero solo a casa. Quella settimana non mangiai nemmeno una frutta. Bevevo appena dell'acqua. Se avevo fame trovavo il modo per vomitare, così da convincermi che era solo un capriccio.
Ma non era abbastanza. " Le lacrime continuavano a scendere ininterrottamente mentre pensavo a quel periodo. Guardai dam negli occhi, e vidi che stava facendo appello a  tutte le sue forze per non piangere, aveva gli occhi rossi, lucidi e gonfi, ma nonostante questo non voleva piangere.
"Avevo una taglierina in camera, doveva servirmi per la scuola, invece la usai per farmi del male. Iniziai dalle cosce, con piccoli tagli, ma più erano profondi, più mi sentivo libero, quindi erano sempre più profondi e così passai alle braccia. Questa storia andò avanti tutte le due settimane che stetti a casa da solo. Però un giorno stavo malissimo, avevo perso più di dieci chili in due settimane, non mi reggevo in piedi. E all'ennesimo taglio, tra il sangue che avevo perso e la mancanza di cibo, svenni. Per fortuna quel giorno venne a casa Thomas perché non rispondevo ne al telefono né hai messaggi. lui ha sempre avuto la chiave di casa mia quindi è entrato. Mi ha trovato sul mio letto, pelle ed ossa, con dei tagli sulle braccia da cui usciva ancora sangue. Mi ha portato in tempo in ospedale, solo grazie a lui sono ancora vivo. Sono riuscito a riprendermi e a non tagliarmi più, mi ha fatto capire che così mi facevo solo del male."
Damiano pov's
Finisce il racconto, io avevo iniziato a piangere da troppo tempo, dovevo essere forte per lui invece sto piangendo come un bambino. Lo abbraccio forte e lui si sfoga, piangendo più di prima.
"Mi dispiace per quello che ti è successo, non voglio nemmeno immaginare quello che hai passato, devi solo sapere che non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno. Sono contento che hai avuto Thomas accanto, sennò a quest'ora non conoscevo il ragazzo più bello di sempre" concludo la frase ridacchiando e lui si mette a ridere.
"Be allora dovrei ringraziarlo anche io" dice ridendo e mi bacia, finalmente.

Boys do cry • ethdamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora