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Stava andando tutto bene, la nostra relazione stava andando benissimo.

Quelle sera saremmo dovuti andare a ballare, io e alcune mie amiche.

Simone non voleva, perché non si fidava abbastanza degli altri, o almeno così diceva, quindi volle accompagnarmi.

Chiamai Sofia e le dissi che sarei andata a casa sua per prepararci entro le 18.00, dovevo prima andare a prendere Marina, Simona e Sara.

Che freddo, uffa una sera esco e devo gelare dal freddo.

....

Arrivammo sotto casa di Sofia, e cenammo lì, poi entrammo tutte in bagno per preparci.

Tra le foto, il trucco, il phon, la piastra, i vestiti fummo pronte alle 21.40.

Sotto casa arrivò Simone, con la sua splendente moto, che amavo.

Per fortuna mi sono messa i pantaloni.

Arrivò anche Samuele, e Matteo e un amico che non conoscevo ancora, in una BMW nera.

Salirono nell'auto e io salì nella moto e mi strinsi forte a lui, mettendo le mani nelle tasche delle giacca nera di pelle.

Quando partì, ebbi paura.

Amavo quella moto.
Ma la odiavo quando andavo così veloce.

Per fortuna il viaggio durò poco, ma non mi accorsi nemmeno che eravamo arrivati, avevo paura ed ero stretta a lui.

"Hai intenzione di scendere? Cioè non che io voglio che tu ti stacchi ma se vuoi andare a ballare" mi disse. Lo guardai male e scesi dalla moto.

Era impossibile stare discoteca c'era gente ovunque.

Persone che ballavano, saltavano, si dimenavano sudati e con i capelli attaccati al collo. Fuori faceva freddo, ma dentro faceva caldo, con tutte le persone che si dimenavano, mi arrivarono gomitate dappertutto, mentre cercavo di andare al bancone a prendere un vodka lemon.

"Un vodka lemon, grazie" ordinari, una volta arrivata al bancone. Mi ricordai le avvertenze dei miei genitori:

1 non accettare drink dagli sconosciuti.

2 non bere troppo.

...

Sono troppe da dire tutte.

...

Non smettere di amarmi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora