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...

"Io sono Federica" disse con un sorriso.

NO.

NO.

Lei non doveva conoscerli.

Maledizione.

Loro erano la mia famiglia da piccolo, eravamo molto amici, crescendo avevamo preso strade diverse anche se ogni tanto ci vedavamo. Due o tre anni fa ci eravamo divisi , in seguito a una litigata tra Daniele e Dennis, ricordo ancora cos'è successo, in poche parole Dennis aveva scopato con la sorella di Daniele, e per Daniele non c'era problema, in fondo lo faceva anche lui, però ciò che lo infasti e che Dennis usò la sorella, le fece prendere una bella cotta e poi, dopo aver scopato, la lasciòn non si rifìvolsero la parola per un anno e dopo decisero di incontrarsi e risolvere.

"Piacere Dennis" le si scaraventò addoso lui e lei gli strinse la mano.

"e loro Daniele e Luca" continuò Dennis indicandoli.

"Piacere" dissero contemporaneamente gli altri due.

"Dal vivo sei ancora più bella" le sorrise Luca.

Adesso l'ammazzo.

"Grazie" sorride ingenuamente Federica.

"Bene adesso noi andiamo" dissi infastidito dalla situazione.

"Ma no amore, perché non mi fai conoscere i tuoi amici?" Disse Federica.

"Perché abbiamo delle cose da fare" presi per il polso Federica e la trascinai via.
Non parlò per tutta la strada, fino a quando non arrivammo davanti casa mia.

"Non dovevamo fare qualche commissione?" Mi chiese fredda.

"Entra in casa, per favore" dissi con tono stanco ed esausto.

"Okay" entrò in casa e andammo in camera mia e ci sdraiammo nel letto, evidentemente era stanca, perché si addormentò subito.

POV FEDERICA.

"Amore non voglio che quei ragazzi diventano tuoi amici, okay?" Mi chiese Simone

"No." Dissi "chi cazzo credi di essere a trattarmi così? Perché devi essere sempre così? E farmi pure fare la figura della stupida davanti i tuoi amici" continuai alzando la voce.

"Non li devi conoscere, non loro" disse supplicandomi con gli occhi.

"Ah... Quindi io ti faccio conoscere tutti i miei amici e la mia compagnia e io? Chi conosco? Nessuno." Dissk allontanandosi da lui.

"Fede per favo..." Non gli feci finire che parlai io.

"No. Senti vaffanculo. Quando la smetterai cercami." Detto questo me ne e mi avviai verso il parco.

Stavo correndo verso il parco, non volevo andare dagli amici di Simone ma dovevo passare di lì per andare al mio posto speciale.

Appena arrivai li vidi stavano fumando qualcosa che di sicuro non era tabacco, cercai di evitarli e di non farmi vedere, ma loro mi videro.

"Ehi bellezza" disse Luca avvicinandosi a me.
Sorrisi.

"Dove corri?" Continuò, mentre anche Dennis e Daniele erano dietro e di fianco a me.

"Devo andare a casa" quasi sussurrai, avevo paura adesso, erano fatti e non c'era Simone con me.

Daniele mi prese le braccia da dietro, come per tenermi ferma, io provai a liberarmi, ma non ci riuscì.
Allora iniziai ad urlare ma una mano mi tappo la bocca, poi arrivò un pugno e un'altro ancora. Io caddi e qualcuno mi tirò con forza e ci avviammo verso una macchina.
Stavamo entrando in macchina e poi sentì un dolore.
Un dolore insopportabile nella gamba, mi avevano infilato un coltello nella gamba.
Urali.
Urali forte, faceva davvero male.
E poi buoio.
Non vidi più niente.
Solo un senso di vuoto.
Ora stavo bene.
Non provavo più dolore, stavo bene.

....

Sentì delle voci in lontananza, avvicinarsi sempre di più.
Sentivo le voci, ma non vedevo, e capivo di chi erano.

"È svenuta."

"Dovevi proprio accoltellarla?"

"Coglione"

"Dovremmo portarla all'ospedale"

"No. Se lo merita è una stronza"

"Se la portiamo all'ospedale, finiremo nella merda."

"Medichiamola noi"

"Si sta svegliando"

"Mettetevi queste"

Ma cosa sta succedendo?
Ho paura.
Chi sono queste persone?

Quando riuscì ad aprire gli occhi, li vidi, in un altra stanza più illuminata della mia.

C'erano delle persone, erano incappucciati e avevano dei jeans e maglia nera.

Mi guardai attorno, avevo le mani legate ed ero in una specie di sgabuzzino.

La gamba faceva ancora male, ma di meno rispetto a prima.

Alzai lo sguardo dalla gamba e vidi che mi stavano guardando e uno di loro si avvicinò a me, mi tolse la benda che avevo sulle labbra.

"Ti fa male la gamba?" Mi chiese, annuì e lui mi fece alzare, mi porto nella stanza di prima dove c'era luce, mi fece sedere sul divano e si avvicinò agli altri.

C'erano 4 ragazzi che mi guardavano, non riuscì a capire chi fossero.

"Sai..." Parlò uno di loro.
"È colpa tua se ora sei qui, e se ora ti faremo questo" mi arrivò un pugno in faccia e io urlai per la sorpresa. "È solo colpa tua" un altro pugno e io caddi a terra.

"Vacci piano" disse uno di loro vedendo del sangue scendere dal mio labbro.

"Simone era nostro amico, ma da quando ci sei tu, lui non esce più con noi, non spaccia più con noi, ci evita" un calcio "per colpa tua."
Mi prese per la maglia e mi fece alzare.

"Adesso la pagherai" mi ributtò a terra e se ne andò, come tutti gli altri, rimase solo quello che mi aveva tolto la benda dalla bocca.

Venne verso di me e con un gesto veloce mi aiutò ad alzarmi, mi controllò il viso.
"Nulla di grave, senti io sono contrario a tutto questo e ti aiuterò, okay?"
Annui.

Lui mi asciugò le lacrime e mi diede un bacio sulla guancia.

"Vieni" disse prendendomi per un fianco.

"C-come ti chiami?" Chiesi una volta allo sgabuzzino.

"Non mi devi mai chiamare, e se proprio devi... Mi chiamano Sei"
Detto questo se ne andò.

Mi portai le gambe al petto e piansi, piansi per ore, il dolore alla guancia era aumentato.

...

Probabilmente era sera perché Sei venne da me e mi portò un piatto di riso.

"Come stai?"

"Mi fa male la guancia"

"Domani te la medico" disse.

"Adesso mangia e dormi, gli altri domani saranno fuori, resto io con te. Mangia." Continuò.

"Okay... Grazie"

"Prego" disse e se ne andò, ero da sola, al buoio... Di nuovo.

Mangiai il riso e con mia grande sorpresa mi addormentai.

Non smettere di amarmi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora