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"...tu mi piaci. Per me non ho fatto un'errore o qualcosa, per me ho preso una scelta fantastica che mi rende felice perciò non lo considero un'errore ma la considero una delle scelte migliori della mia vita e una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita..."

Sabato 21 febbraio 2021

Lo vidi in mezzo agli altri con lo stesso fascino della prima volta ma lo scrutai meglio delle altre volte però. Cercavo di camminare il più lentamente possibile per averlo accanto, per poter guardare il suo viso e per un momento è successo, era accanto a me. Sentivo i suoi occhi addosso e probabilmente è per questo motivo che non lo guardai anche se quando spostava il suo sguardo lo ammiravo come se non avessi mai visto bellezza maschile. I capelli ricadevano sui suoi occhi che non riuscivo a scorgere o forse ero io a non volermici perdere dentro perché poi non ne sarei riuscita a farne a meno. Si avvicinò molto lentamente a fine serata per il solito saluto e mi imposi di guardarlo, di godere della luce dei suoi occhi prima di vederne altra. Mi risultava così difficile guardarlo quando si trovava di fronte a me. Non sapevo come comportarmi, cosa fare e forse dovrebbero scrivere un manuale d'istruzione appositamente per me: salutava tutti con due baci sulla guancia ma io non volevo che facesse la stessa cosa anche con me e oltretutto sotto lo sguardo di chi non perdeva un movimento. Mi porse la mano come di consueto e come se non ci conoscessimo, come se non ci fossimo mai visti sebbene sapessi il suo nome a memoria, e io la strinsi imbarazzata, era più che evidente il mio imbarazzo. Non staccai la mia mano dalla sua per niente al mondo, la mia mano fredda dalla sua mano calda. E chissà se lo abbia sentito quel freddo, se lo ricorda. Non la staccò nemmeno lui e io volevo fargli capire che avevo bisogno di lui e che sarei rimasta in eterno così se solamente il tempo si fosse bloccato per una volta, solamente per una volta. Avevamo gli occhi di tutti addosso, non c'era persona lì presente che in quel momento non ci guardasse. Portò la mia mano verso le sue labbra coperte dalla mascherina ma io la ritrassi, lo sguardo degli altri era diventato più pesante ed io desideravo solo sparire. Io non mi vergognavo di lui, non avrei mai potuto farlo. Mi vergognava ciò che provavo perché mi stava rendendo debole e io non volevo cedere davanti a coloro a cui avevo mostrato la mia corazza. Non volevo creare aspettative in nessuna persona lì presente e nemmeno in me, non volevo essere nelle loro bocche, nei loro racconti raccontati a chissà chi, nei loro sguardi colmi di impazienza. Io non volevo farne parte, volevo qualcosa di mio, che fosse solo mio. Volevo che fosse un mio ricordo, mie aspettative, mie parole in miei racconti e che ci fossero solo i nostri sguardi. Mi resi conto di come non riuscissi a respirare, di quanto le mie gambe tremassero e del cuore che sembrava non facesse più parte di me per quanto battesse. Continuai a fissare la mano che lui aveva lasciato sentendone già la mancanza, sentendo già la sua mancanza anche se era lì di fronte a me.
Quella sera stessa mi sentì dire due volte la stessa cosa ma in maniera diversa: sono una persona inaffettiva e una persona poco sentimentale. Alla prima, detta da Leonardo, non ci diedi tanto peso e anzi ci scherzi anche perché sapevo di dare quella impressione ed evidentemente le persone sapevano fermarsi solo all'impressione senza andare oltre perché se lo avessero fatto forse qualcos'altro ci sarebbe stato. La seconda, detta da Enula, ha fatto più male ma non perché non ne fossi consapevole di darne l'impressione ma perché quelle parole uscivano dalla bocca di chi pensavo mi conoscesse ed evidentemente mi sbagliavo e quello era il suo modo di farmelo capire, facevano male per il tono di disprezzo con il quale quelle parole erano state dette. Ricordo quanto mi desse fastidio e se ci penso ancora oggi succede, il fatto che parlasse dei miei pochi sentimenti come se sapesse cosa io provassi realmente. Non sapeva quanto facesse male, ad una persona che non ha sentimenti, allontanare la persona che credeva di amare. Per lei sarebbe stato facile salvargli addosso, abbracciarlo, riempirlo di parole dolci e recitare la parte della principessa ma per me non lo era e il ruolo da principessa non mi si addice. Forse sarà anche vero però sicuramente è meglio non avere sentimenti che dimostrarli a persone come lei, persone che peccano di poca sensibilità, che si circondano innumerevole gente senza saper scavare affondo, che indossano innumerevoli maschere senza sapere realmente chi siano. Io non negarò mai come sono perché da una parte ne vado anche fiera ed è per questo che saprò sempre chi sono anche quando lui si nasconderà dietro ad una nuova maschera, anche quando utilizzerà parole che non conosce e quando offenderà, da buona amica quale pensa che sia, senza ritornare sui proprio passi e chiedere scusa. Io non voglio che lo faccia per ciò che ha detto, perché magari lo pensa davvero, però mi dà fastidio il suo atteggiarsi da finta amica dopo averti aperto la ferita. Io volevo soltanto che qualunque cosa accadesse tra me e lui rimanesse solo nostro, che nessuno potesse posare il suo sguardo su di noi per guardarci e godere della luce che forse trasmettevamo, volevo che rimanesse solo la nostra piccola bolla che riusciva a sopravvivere per pochi secondi ogni volta che lo vedevo.

NON SENTO PIÙ FREDDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora