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Sabato 06 febbraio 2021

Anche in preda a quei momenti di confusione uscì da casa per rigenerare i polmoni con aria nuova ma soprattutto per svuotare la testa anche se sapevo che avrei provato a farlo tante volte ma non sarebbe successo, quello rimaneva il mio punto fisso: capire cosa io provassi. Non volevo continuare a stare con una persona senza sapere di preciso cosa provassi e già il fatto di avere un dubbio dovrebbe essere una risposta più che sufficiente. Trascorsi del tempo con le mie amiche ma io non riuscivo a concentrarmi su niente all'infuori delle domande che mi ponevo. Mi fermai e chiesi loro cosa fosse realmente l'amore, cosa avessero provato con i loro ex ragazzi per capire che fossero innamorate. Mi parlarono di sintomi simili ai miei: pensarlo tutto il giorno, rivederlo in ogni canzone che passasse per la radio, immaginarlo accanto prima di chiudere gli occhi e abbandonare la vita a Morfeo solo per tutta la notte, girare film nella testa dove potevano accadere tutte quelle cose che nella realtà accadevano raramente. Mi sentivo così stupida e non so se per il non aver capito prima cosa provassi o perché camminavo per le strade buie illuminate dai lampioni sorridendo sentendo il cuore caldo. Iniziarono a ripetermi che io fossi innamorata e io ne ero felice, molto. Però non riuscivo a capire se fossi felice  perché ero davvero innamorata o felice per la parola, per l'immagine di me innamorata e che non doveva per forza combaciare con la realtà che poteva anche essere ben diversa. Lui mi aveva aspettata quando io non rispondevo ai suoi messaggi e molto probabilmente al suo posto nessuno lo avrebbe fatto e nemmeno io, erano 3 mesi che continuava a ripetermi quello che provava per me nonostante io non fossi mai stata chiara nei suoi confronti, lui c'era sempre stato in qualche modo. In quel momento avrei voluto essere con lui, sentirlo vicino, avrei voluto vederlo e forse un pò lo cercavo nello stesso posto dove lui non c'era. Capì una cosa, anche se non so bene se gli abbia dato davvero senso e valore, capì che la vita è una e che non potevo non rischiare solo perché la paura aveva preso il sopravvento su di me chiudendo i miei occhi troppe volte, la paura di sbagliare. Ho una vita e non so quanto durerà, potrebbe finire da un momento all'altro senza che io me ne renda conto e allora vale davvero la pena non vivere ? Credo di no. Avevo capito in quel momento di voler provare, provare a sentirmi viva perché non ci poteva essere solo una vita o un tempo in cui si soffre ma anche uno in cui si dà senso a tutto quello che c'è stato riuscendo anche ad ascoltare il cuore. La sicurezza per me non è mai esistita ma è stata sempre quella che io ho cercato, in quel momento però capì che l'unica cosa certa nella mia vita era lui, ciò che diceva di provare per me e anche quello che io provavo per lui.

NON SENTO PIÙ FREDDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora