"...beh, sinceramente mi servono 3 cose, anzi 4: tu, un divano, casa libera e netflix..."
"...mi sono innamorato di te e mi piaci molto..."
"...tu mi piaci troppo...a me basta che ci sei tu..."
Sabato 27 febbraio 2021
Pensavo sarebbe stato diverso ma in realtà non lo è stato, in realtà è stato peggio delle altre volte. Da quello che mi aveva scritto e dalle aspettative che aveva creato per entrambi credevo che quelle parole avrebbero trovato valore nei gesti ma come sempre mi sono sbagliata. Forse è per questo che ho iniziato ad odiare le aspettative perché mi ricordavano quanto le sue parole riuscissero a vivere così poco morendo nello stesso istante in cui le leggevo.
La luna era alta e le stelle luminose ma il panorama diventava inutile se poi due innamorati non si guardavano negli occhi, non si scambiavano nemmeno una parola, non rimanevano vicini, non sentivano il calore l'uno dell'altra. Speravo solo che dall'altra parte del mondo ma sotto lo stesso cielo ci fossero due innamorati che dessero senso a ciò che provavano, che godessero della luce dei propri sguardi, dell'attenzione posta all'ascolto di qualsiasi parola detta, che stessero talmente vicini da capire che non ci fosse nessun posto uguale a quello. Per due minuti ce l'ho avuto accanto e mi sono sentita quasi importante che lui avesse scelto di camminare accanto a me, di stare accanto a me in mezzo a una decina di persone però è bastato solamente un secondo che il tutto si potesse invertire e che lui potesse camminare 50 passi avanti i miei senza che si girasse nemmeno una volta, senza che cercasse i miei occhi in mezzo a quelli degli altri. Lui camminava troppo avanti rispetto al punto dove io mi trovavo, troppo avanti per due che scrivevano di amarsi e io troppo dietro per due che giuravano di restare. Dal punto dove mi trovavo io lo cercavo, era l'unico che guardavo anche perché non poteva essere altrimenti: era quasi diventato il mio punto debole, un punto che piano piano stava iniziando a distruggermi dentro. Per tutta la serata, e anche ora, ho pensato che fossi io. Che non lo attraessi abbastanza per non dire "per niente", che non fossi abbastanza bella per meritare i suoi occhi addosso almeno per un minuto, che non fossi abbastanza interessante o intelligente come le altre ragazze lì presenti per sentire la sua voce parlarmi, che non fossi abbastanza. Non riuscivo a trovare un senso tra di noi se non un vuoto grande come una casa, non riuscivo a definirci perché non riuscivamo ad avere un qualsiasi rapporto, non riuscivo a trovare il significato e il valore di tutte le parole scritte nei nostri gesti. Mi chiedevo perché tra noi fosse tutto così complicato mentre tra gli altri fosse estremamente facile e naturale stare insieme, stare vicini. Forse se al posto mio ci fosse stata un'altra ragazza, un'altra ragazza diversa da me sarebbe stato molto più facile anche perché vedevo il suo modo di fare con le altre. Con le altre era più sicuro, parlava quasi senza pensarci, stava loro accanto perché voleva stare loro accanto e invece con me era tutto diverso. Con me è stato tutto diverso e fa male pensare che anche le cose più belle con me debbano cambiare corso.