46 Supermercato

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T/n pov
"AAAAAAAAAAAAA"
Non so se si trattasse di un urlo di terrore, triste o di shock, ma poco importa. Mi svegliai di soprassalto, alzandomi stando seduta sul letto. Gocce di sudore scivolavano lungo il mio viso per poi, essendo arrivati al mento, cadermi sulle cosce. La mia mano destra era poggiata dietro di me sul letto, mentre con la sinistra mi strofinavo gli occhi come per svegliarmi veramente da quell'incubo. Solo una cosa voleva dire: il mio compleanno si stava avvicinando.
Era ormai da un po' di giorni che lo pensavo, ma molto probabilmente sarei rimasta a casa come sempre. Durante i miei pensieri, Hawks già sveglio venne a consolarmi.
"Hey T/n, tutto ok?"
"Sisi, non ti preoccupare"
In realtà stavo tremando, però feci di tutto per non farlo notare ad Hawks. Non volevo mettergli peso, non volevo essergli un peso. Volevo solo fargli passare una bella vita senza intoppi come me, però lo amavo allo stesso tempo quindi non volevo e non potevo andarmene da lui.
"Sei sicura? Hai bisogno di qualcosa?"
"Si"
"T/n stai tremando..."
Mi voltai verso di lui e i nostri nasi quasi si toccarono.
"Sto bene, ho solo fatto un incubo"
"Stai piangendo T/n, non te ne eri accorta vero?"
Già, non me ne ero accorta. Stavo piangendo lacrimoni, ininterrottamente. Appena me ne resi conto, mi lasciai andare sulla spalla di Hawks. Non urlavo e non facevo scenate, semplicemente stavo lì ferma ad osservare la sua mano stretta saldamente sulla mia. Mi cadevano le lacrime, ma non emettevo alcun suono, c'erano solo gli sbalzi che di tanto in tanto faceva la mia schiena a causa dei singhiozzi che stavo trattenendo. Lui ogni tanto mi sussurrava un "va tutto bene" o "ci sono io amore" ma la paura e la tristezza che avevo dentro di me era troppa. Non facevo altro che pensare a quell'incubo e mi ricordai che mio padre era ancora vivo da qualche parte.
"Ti va di parlarne?"
Lo osservai nei suoi occhi tristi, forse al vedermi così. Spostai lo sguardo in basso. Non volevo dirglielo, non volevo parlargliene. Perché? Non era il momento. Per quanto lo potevo amare, il mio passato non molto lontano è una cosa che non ho mai detto a nessuno. Mi ci voleva tempo, cosa semplice ma difficile da dire alla persona che ami. Soprattutto se ha aspettato mesi per saperlo, se ha fatto tutto per te in modo che stessi bene e se cerca comunque di aiutarti nei momenti no, nonostante tu ogni volta gli dica "non sono ancora pronta"
Feci per parlare, ma lui mi fermò.
"Lo so, non vuoi parlarne e ti serve tempo"
"Scusa...so che vorresti saperlo e non ti biasimo, ma...è una cosa difficile da dire per me soprattutto perché è finita neanche 6 mesi fa. Però ti prometto che un giorno te lo dirò, te lo prometto"
Ci demmo un piccolo bacio.
"T/n torniamo a dormire, te la senti?"
"Si"
Ci rimettemmo nel letto e lui mi abbracciò molto forte per poi darmi un bacio sulla fronte.
"Che ore sono?"
Dissi biascicando le parole, siccome ero stanca. Stranamente.
"Le 6, verso le 8 e qualcosa ti sveglio"
"Perché? Oh..."
"Dobbiamo andarci per forza, che tu voglia o no. So che non sei in un bel momento oggi, ma ti farà bene uscire"
"Si come no, con i bambini che piangono, la gente che urla, tutta la massa di persone sudate che cercano di comprare i prodotti in offerta prima di te"
"Beh si non hai tutti i torti"
Sogghignavamo entrambi.
Ero a pancia in giù che cercavo di dormire, ma con scarsi risultati. Volevo un abbraccio, ma il mio orgoglio non mi permetteva di chiederlo al mio ragazzo. Ero fatta così, quando stavo male volevo affetto; anzi volevo affetto sempre e basta. Però non lo davo mai a vedere per paura di annoiare quella persona. A forza di rifletterci, pensai: la vita è una, meglio farlo adesso che magari poi pentirsene.
"Keigooooo"
"Ancora sveglia sei? Ahahah"
"Mi dai un abbracciooo?"
"Speravo me lo chiedessi"
Mi misi a pancia in su e lui si buttò immediatamente tra le mie braccia, appoggiando la testa sulla mia spalla.

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T/n pov
Com'è che qualche ora fa mi trovavo nel letto con il mio ragazzo a fare le coccole e ora mi trovavo in un supermercato. Come ho fatto ad arrivarci li, non lo sapevo. Tutto quello che mi ricordavo era quell'incubo che non lasciava la mia testa.
Sentivo qualcuno che mi chiamava in lontananza, ma ero troppo concentrata a pensare ad altro.
"T/N!"
Mi voltai di scatto e vidi Hawks in piedi davanti a me abbastanza disagiato e incredulo.
"Oggi sei proprio con la testa tra nuvole eh?"
"Si, scusa. Ho altro per la testa"
"No, è colpa mia. Pensavo che uscire ti avrebbe fatto bene e ti avrebbe fatto dimenticare almeno un po'"
Mi abbracciò da dietro poggiando il suo mento sulla mia spalla, mentre io ero davanti al carrello di fronte agli scaffali.
"C'è qualcosa che può aiutarti?"
"Ad esempio?"
"Bo qualsiasi cosa...anche un animale domestico"
I miei occhi si illuminarono e mi voltai immediatamente verso Hawks.
"Qualcosa mi dice che ho fatto centro. Comunque si va bene, ma non possiamo andarci oggi"
"Va bene, non c'è problema"
"Mi vai a prendere il latte per favore? Io devo andare a prendere il pollo"
"Oooooh, cannibale"
"Aaargh, basta non sono un pollo"
"Si invece che lo sei"
"No"
"Si"
"No"
"Si"
"Ok hai vinto"
Esultai a bassa voce e prima che Hawks potesse andare via a prendere il pollo, lo fermai.
"Che c'è?"
Un po' imbarazzata e a disagio.
"Mi dai un bacino?"
"Da quando sei così coccolosa?"
"Beh in realtà lo sono sempre stata, però non lo faccio mai notare"
"In realtà mi piace"
Disse per poi baciarmi dolcemente. Successivamente entrambi prendemmo le nostre strade e i miei pensieri mi occuparono la testa.
Era bello come Hawks si preoccupava per me, anche se non ce n'era bisogno. Stavo male si, ma non tanto e comunque sarebbe passato prima o poi.
In men che non si dica e non sapevo come, mi ritrovai davanti allo scaffale dove c'era il latte.
Lo afferrai tra le mie mani e, tempo di sollevarlo, vidi una figura alla mi destra.
Era mio padre.

Angolo autrice
Weeeee
Tranquilli, non è come pensate😉
Grazie della lettura, spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossimaaaaa

Vuoto (hawks x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora