VI - Lo schiantesimo

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Quando lo vide la Black dovette trattenere il conato di vomito che l'aveva colpita.
Scambiò uno sguardo con Hermione, che probabilmente aveva condiviso la sua sensazione di nausea.
Si alzò in piedi,e gambe tremanti per il fetore.
Era anche peggio di quando dalle stalle si levavano certi odori.
Come di calzini sporchi e alla ragazza i calzini sporchi proprio non piacevano.
- Hermione, ascoltami- disse, sempre tenendo sotto tiro il bestione che non le aveva ancora viste.
- Perché?- sussurrò la ragazza, ormai nel panico.
Decisamente non poteva essere Serpeverde.
- Perché te lo dico io- disse, come fosse un'ordine, ma l'urgenza nella voce lo fece sembrare molto meno autoritario di quanto in realtà non fosse - Dunque, appena quel coso si gira verso l'altro lato tu scatta, apri la porta e corri, va a cercare qualcuno, poi mandalo qui- disse, facendole cenno di assenso.
- E tu che fai?- domandò poco convinta.
- Fregatene e scappa- disse.
Forse fu più che altro la bacchetta levata a convincere Hermione, ma fece per alzarsi.
Almeno fino a quando uno scatto secco annunciò la chiusura della porta.
La ragazza sussultò, mentendo voltava a guardare l'amica.
- Siamo in trappola- mormorò la ragazza, tremando appena, mentre cercava di mantenere salda la mano.
In quel momento non aveva la più pallida idea di cosa avrebbero fatto.
Perché se pensava di riuscire a affrontarlo da sola non aveva la più pallida idea di come fare per non far ferire Hermione.
A guardarla in quel momento sembrava paralizzata.
Aprì appena la porta del bagno, mentre il mostro ruggiva.
L'aveva vista.
- Scappa- urlò, trascinandosi dietro la ragazza, fondandosi fuori dal bagno, che venne distrutto poco dopo, fra uno schizzo d'acqua e l'altro.
Non volle chiedersi se ci fosse altro oltre all'acqua.
Se la trascinò dietro fino ai lavandini, lontana dal Troll di Montagna.
Almeno, fino a che la porta non si spalancò di nuovo, mostrando Harry e Ron.
Il mostro si stava avvicinando, strappando i lavandini più vicini, proprio mentre le due cambiavano nascondiglio, con sempre l'altra davanti a spingere l'amica.
- Muoviti- sibilò, infuriata, mentre cercava di lanciare incantesiminquasi a caso al mostro.
E poi le tornò in mente l'incantesimo che le aveva insegnato sua zia per difendersi.
Si voltò, senza badare a Harry e Ron che stavano tentando di intervenire.
Prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, cercando di ricordare come si facesse.
E poi le tornò alla mente.
Aprì gli occhi di scatto, individuando subito il mostro.
- Stupeficium- urlò, mentre un lampo di luce di sprigionava dalla bacchetta della ragazza, colpendo in pieno il muro dove poco prima c'era il mostro.
E il muro quasi si spaccò per la furia dall'incantesimo.
Almeno era quasi certa che se l'avesse colpito l'avrebbe steso.
Non badò a ciò che stava facendo Ron o a come mai Harry si stesse arrampicando sulla testa del Troll di Montagna, quello che le importava era tenere una certa distanza fra lei e Hermione e il Troll di Montagna.
E con quel pensiero cercò più volte di schiantarlo, fallendo miseramente ogni volta, perché ogni volta quello si spostava o doveva dirottare il tiro perché Harry o Ron erano in mezzo alla traiettoria.
E proprio quando pensò che forse non sarebbero riusciti a vincerlo quello cadde a terra, tramortito dalla sua stessa clava.
Cadde a terra, con la bacchetta di Harry conficcata nel naso.
Uno scossone fece tremare tutta la stanza, mentre il mocio del naso del mostro arrivava quasi a sfiorare i piedi della ragazza, in piedi lì davanti,a bacchetta ancora levata, mentre il muro davanti a lei fumava.
Pezzi di intonaco si staccarono da tutte le parti della stanza.
- È morto?- domandò Ron, mentre scuoteva la testa.
Non badò a ciò che stavano facendo, piuttosto si chinò davanti all'amica, incurante del bagnato del bagno.
- Come va?- domandò, mentre cercava di ignorare l'odore che arrivava dalle sue spalle, ma proprio in quel momento dei passi provenienti dal corridoio la fecero tremare.
Li aveva riconosciuti.
Balzò in piedi, andando a vedere chi si fosse avvicinato dei due ragazzi, ma nessuno sembrava intenzionato a avvicinarsi.
Un attimo dopo, la professoressa Mcgranitt faceva irruzione nel locale, seguita da Piton e da Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata al mostro, emise un flebile gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul cuore.
Piton si chinò sul mostro. La Mcgranitt guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante.
- Che cosa diavolo credevate di fare?- chiese la Mcgranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò Ron, che stava ancora con la bacchetta sospesa in aria. - Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?
- Professoressa, è colpa mia. Io....- iniziò la ragazza, ma venne interrotta da Hermione che sie era ripresa.
Piton spostò lo sguardo da Harry a Annie, mentre una scintilla di vittoria gli illuminava gli occhi neri.
- La prego, professoressa Mcgranitt... erano venuti a cercare me.
- Signorina Granger!
- Ero andata in cerca del mostro perché... perché pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola... perché... sa... ho letto tutto sui mostri.
La ragazza si voltò, stupita e confusa al tempo stesso.
Hermione stava mentendo sfacciatamente a un'insegnante? Le sembrava quasi impossibile, eppure eccola lì, a fissare sicura la McGranitt, tanto che ci avrebbe creduto pure lei se non avesse saputo che erano lì da prima.
- Se non mi avessero trovato, sarei morta. Harry gli ha infilato la bacchetta nel naso e Ron l'ha steso con un colpo della sua stessa clava. Non hanno avuto il tempo di andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivati, il mostro stava per uccidermi.
Harry e Ron cercarono di darsi l'aria di sapere tutto da prima.
- Be'... in questo caso...- disse la Mcgranitt guardandoli tutti e tre. - Signorina Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un mostro di montagna?
La ragazza abbassò lo sguardo, mentre la Black era sempre più confusa.
Ma prima che la McGranitt parlasse intervenne Piton.
- Ma la signorina Black.... Cosa c'entra in questa storia?- domandò, pregustando già la punizione che le sarebbe stata affidata.
Ma che non le affidarono.
- Niente professore- disse, con un tono talmente ingenuo che quasi ci cascò pure la McGranitt, se solo non sapesse per esperienza che un Black e un Potter nella stessa stanza potevano significare una sola cosa: guai.
Quindi non ci cascò.
- Ah, davvero?- domandò lentamente l'uomo, spostando lo sguardo sulla bacchetta - E quella?- domandò, mentre anche la ragazza seguiva il suo sguardo, mentre velocemente lo faceva scattare dalla bacchetta, agli insegnanti, alle bruciature sul muro, come un animale in trappola.
Anche la McGranitt se ne accorse, mentre cercava di decifrare quella ragazza.
Sapeva che stava cercando una scusa, quante volte aveva visto lo zio della ragazza fare così? Troppe, si rispose da sola, scuotendo la testa, così la fermò.
- So che uno di voi ha lanciato uno schiantesimo, ora, qualcuno vuole dirmi ciò che è successo?- domandò, mentre glinocchi di tutti e tre si spostavano veloci e confusi sulla ragazza dai capelli neri che avrebbe voluto sprofondare.
- O almeno chi è stato?- domandò spazientita la donna quando vide che nessuno intendeva dire nulla.
- Io- disse una voce facendosi avanti.
Ma no aveva bisogno né di sentirla né di vederla per sapere chi fosse stata a lanciarlo.
L'aveva intuito appena aveva visto chi ci fosse nel bagno.
Ma vederla lì, avanzare come se non temesse la punizione che le avrebbero affibbiato, le mise i brividi freddi sulle braccia.
Per una volta da tanto tempo, la vista di uno studente le faceva quasi paura, o comunque suscitava qualche emozione diversa dalle solite o dall'affetto.
Forse era dai tempi di Regulus Black che non provava più nulla così.
- Uno schiantesimo? Alla sua età?- domandò, ma Hermione intervenne.
- Non uno professoressa, almeno quanti sono i buchi fumanti sui muri- disse, venendo fulminata con lo sguardo dalla ragazza.
Non voleva essere guardata ancora di più con quell'aria di nervosismo ora che sapevano che poteva schiantare una persona.
- Miseriaccia- sussurrò Ron, zittito subito da Harry con una gomitata nelle costole.
- Signorina Granger, per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti- disse la professoressa Mcgranitt riprendendosi. - Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori.
Hermione uscì.
La professoressa Mcgranitt si rivolse a Harry e Ron.
- Bene, torno a dire che siete stati fortunati, ma non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un mostro di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Il professor Silente ne sarà informato. Potete andare.
I due uscirono quasi di corsa.
- Signorina Black.... Passi domani nel mio ufficio- detto questo le fece cenno di uscire, sotto lo sguardo stupito di Severus Piton.
Ma quando uscì non trovò né Harry né Ron né Hermione a aspettarla, ma sapeva già da prima che sarebbe andata così.
Sapeva che lei era come suo padre, che non sarebbe riuscita a creare un'amicizia forte come quella di James, Sirius e Remus, o come quella di Harry, Ron e dopo quel giorno anche Hermione.
Si allontanò, con le mani in tasca, verso la torre dei Grifondoro, fermandosi un attimo, poco prima di salire, a guardare fuori da una finestra le stelle che brillavano alte in cielo, mentre il mare senza muvolenche brillava alto sopra di loro diventava in fretta nero ai suoi occhi, come il lago dei suoi sogni tormentati dagli incubi, mentre un paio di occhi grigio tempesta identici ai suoi la fissavano, come a dirle qualcosa.
Scosse la testa, scappando via, cercando di allontanare dalla mente gli occhi di Regulus Black.

La figlia di Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora